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Orazio: Satira politica e sociale. Tutto NON cambia.

Creato il 26 marzo 2014 da Lundici @lundici_it
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Sfogliando i miei testi di letteratura latina, mi è capitata fra le mani la raccolta di Satire di Orazio, scrittore latino del I secolo a. C. Rileggendo la prima satira del secondo libro, in cerca di ispirazione, mi sono chiesta “Come sarebbe stato il dialogo tra i due protagonisti, Orazio e Trebazio, se avessero vissuto nel XXI secolo?”.

Orazio: Satira politica e sociale. Tutto NON cambia.

Copertina della versione DVD del film”Troy”

Ormai l’idea di portare testi, favole e racconti antichi al nostro tempo è ampiamente diffusa, a partire dalla cinematografia, fino ad arrivare a varie rivisitazioni letterarie e musicali. Nel cinema ci sono stati molti colossal che hanno visto come protagonisti momenti epici della storia come la guerra di Troia (Troy), Alessandro Magno (Alexander),  le crociate, fino all’attualissimo e controverso “Pompei”; senza contare le varie pellicole dedicate alla Bibbia come “I dieci comandamenti”, oppure le versioni animate come “Il principe d’Egitto”, “Giuseppe re dei sogni”. Nella letteratura molti autori hanno riproposto varie figure classiche, come William Shakespeare nelle sue opere “Tito Andronico” o “Giulio Cesare”, o Vittorio Alfieri, che vanta un repertorio di tragedie, di ispirazione greca e latina, assolutamente invidiabile (Saul, Filippo, Bruto primo/ Bruto secondo, Polinice, Agamennone, Antigone, Mirra).

Visti i numerosi esempi ho deciso di “tradurre”, se così si può dire, la Prima satira, del secondo libro delle Satire, di Orazio. Avverto subito che quello che scriverò di seguito non sono “testuali parole di una traduzione dal latino” , ma un riadattamento alla lingua italiana moderna e gergale, per rendere più leggeri e frizzanti alcuni spunti di riflessione che lo scrittore romano segnala nella sua arringa.

 

Edizione parmense dell satire di Orazio

Edizione parmense dell satire di Orazio

ORAZIO: Mai uno che ti dica “Però! Che bei versi hai scritto Orazio!” No! Uno dice che scrivo di cose più grandi di me, l’altro che sono scritti da Baci Perugina! Che devo fare Trebazio?

TREBAZIO: Stai buono!

ORAZIO: Cioè? Smetto di scrivere? Per quelli?

TREBAZIO: Questo è il responso!

ORAZIO: Sarebbe una buona idea… ma non riesco. Non mi stanco mai di scrivere.

TREBAZIO: Vuoi stancarti? Tre vasche, andata e ritorno nel Tevere. Poi un bel po’ di vino e vedrai se non ho ragione. Se non puoi proprio farne a meno… almeno parla di Cesare! È l’idolo del momento.

ORAZIO: Mi mancano le forze! Non mi posso svegliare una mattina e decidere di scrivere di lance, di eserciti e di spade!

TREBAZIO: È un grand’uomo. Potresti raccontare delle sue virtù.

ORAZIO: Se dovesse succedere… scriverò. Ma sai che se accarezzi male Cesare… quello comincia a far volare calci e pugni.

TREBAZIO: Meglio questo che colpire direttamente certi… Pantolabo il Buffone…Nomentano lo Scioperato… Qualcuno potrebbe offendersi.

ORAZIO: E dovrei stare ad ascoltare tutti? Milonio se beve una coppa di troppo si mette a ballare e conta più lucerne di quante ce ne siano. Castore ama i cavalli, il suo gemello il pugilato… Mille teste, mille idee. La mia passione sono le parole. Uso lo stilo per difesa, non per attaccare! Certo… se qualcuno mi attacca (e non gli conviene farlo!), piangerà lacrime amare. Diventerà lo zimbello di tutta la città! Questa è una promessa. Cervio può minacciare di portare chiunque in processo, Canidia può avvelenare qualunque cibo, Turio gira gli esiti dei processi a suo vantaggio. Non so se mi spiego… Hai mai visto un toro che azzanna un nemico o un lupo che prende a calci la preda? Insomma, se devo morire per quello che scrivo, almeno lasciami usare la mia arma!

TREBAZIO: Non durerai ancora molto! Spero solo che non siano i tuoi amici a darti il colpo di grazia.

ORAZIO: Perché, scusa? Lucilio fu il primo a fare satira sugli amici. Una volta letti i versi e fatto ridere il popolo, si ritrovava con Scipione e Lelio e continuava a ridere e scherzare. Non sono Lucilio ma la situazione è la stessa.

TREBAZIO: Su questo non posso obbiettare. Ti ricordo solo cosa dicono le nostre leggi: “Se uno avrà fabbricato versi malvagi a danno di un altro, c’è processo e giudizio per lui.”

ORAZIO: Questo va bene per i versi maligni, ma se qualcuno scrive pessimi versi sulle grandi virtù di Cesare… si guadagnerà un encomio in tribunale? E se un brav’uomo scrive versi maligni contro qualcuno che se li merita?

TREBAZIO: Zeus! Faresti ridere le tavole delle leggi… e ne usciresti anche pulito!

Come avrete notato, questo breve testo propone degli spunti veramente interessanti. Vediamo i 3 più accattivanti:


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