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Ore nere - AA.VV.

Creato il 20 settembre 2014 da La Stamberga Dei Lettori
Ore nere - AA.VV.Molte cose possono accadere durante le ore nere: i morti camminano, i demoni percorrono la Terra, le peggiori minacce si tingono di sangue e l’impossibile irrompe nel quotidiano. In Altrisogni presenta: Ore nere troverete otto frammenti di buio, otto rintocchi inquietanti, uno per ciascuna delle ore più oscure della notte, dal tramonto del sole fino al sorgere di un nuovo giorno. Ecco cosa vi aspetta tra queste pagine: frammenti di materia di cui sono fatti gli incubi, selezionati e curati per voi dalla redazione di Altrisogni – Rivista digitale di horror, sci-fi e weird. Tra le opere presentate spicca il racconto vincitore del Premio Speciale Altrisogni e finalista del Premio Letterario “F. M. Crawford”: Il quadro, di Yuri Abietti. Eterogenee per temi, contenuti e stili di scrittura, le otto opere selezionate sono l’efficace risultato di un attento lavoro di scrittura e revisione, e sono firmate da alcune delle penne più interessanti della nuova narrativa di genere italiana.

Recensione

Personalmente ho sempre preferito l'horror "a piccole dosi". Non è (solo) una questione di codardia da parte mia: la forma del racconto mi sembra ideale per trasmettere quella scarica di adrenalina che solo una storia di paura ben congegnata nel suo lento evolversi fino al colpo di scena finale può dare.
Per questo motivo ho particolarmente apprezzato le otto pillole di terrore che Christian Antonini e Vito Di Domenico, coordinatori editoriali della rivista specializzata Altrisogni, hanno selezionato e proposto, attingendo a un bacino di un centinaio di racconti inediti sul tema. L'idea poi di unire le opere di autori diversi ha il pregio di mostrare quante diverse interpretazioni possono essere date dell'universo horror e le mille inquietanti forme che la paura più assumere.

Il compito di aprire le danze spetta ovviamente al vincitore del Premio Speciale Altrisogni Yuri Abietti e al suo racconto Il quadro, un'opera che i curatori della raccolta nell'introduzione definiscono lovecraftiane ma che a me ha innanzitutto ricordato i Racconti del Terrore di Poe (che per Lovecraft fu in effetti fonte d'ispirazione oltre che oggetto d'ammirazione, quindi entrambi i paragoni sono calzanti). L'atmosfera ai limiti fra l'onirico e il paranoico, la volontaria autodistruzione del protagonista che scivola in un turbine ossessivo destinato a estraniarlo dalla realtà e lo scioccante risvolto finale sono tutti elementi che hanno caratterizzato i racconti più spaventosi del padre dell'horror e che Abietti richiama con cognizione di causa sfruttandoli egregiamente per la creazione di un racconto nuovo ma altrettanto inquietante.

La storia che lo segue, Squali di Valeria Barbera, non poteva essere più diversa ma non meno raccapricciante, anzi. Ambientato in uno dei quartieri dove domina la Camorra, Squali terrorizza prima ancora che un evento sovrannaturale faccia la sua comparsa nel racconto: basta infatti la quotidiana violenza degli del pizzo, fatta di botte, stupri, torture e tanta, tanta indifferenza a comunicare al lettore un terrore senza fine, ancor più profondo perché purtroppo non inventato. L'autrice si dimostra seconda a nessun collega maschile nell'ideare uno scenario spaventoso in cui la violenza raccapricciante la fa da padrone, in linea con il mondo spietato in cui la sua storia è ambientata.

Forse per permettere al lettore di riprendersi da tanta violenza, il racconto successivo apre con un'atmosfera all'apparenza calma e rilassata di una casa editrice e con la pacata voce del protagonista che si accinge a descrivere quella che sembra una giornata di lavoro qualsiasi. Naturalmente si tratta solo di apparenza: ben presto la rassicurante cornice di Christmas killer di Sandy Ecker diventa teatro di una storia di ordinaria folli, forse non originalissima ma in cui la tensione attanaglia in un palpitante crescendo fino alla drammatica conclusione.

Daniele Galliano sceglie invece per Guerra segreta uno scenario inconsueto, quello di un'isoletta dell'Egeo sotto occupazione italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, una situazione nella quale i nostri soldati si sono spesso trovati in condizioni di attesa e isolamento, intervallate periodicamente dagli attacchi improvvisi dei partigiani greci. Le isole greche, con il loro paesaggio brullo e il loro mare cristallino vengono spesso associate a ideali paradisiaci dimenticando che in esse rimane radicato un folklore dalle origine antiche che rimanda a entità primitive e demoniache, in grado di decidere anche le sorti della guerra. Come detto, il racconto colpisce per l'ambientazione originale ma nel complesso devo ammettere che è quello che mi è piaciuto meno perché nonostante gli intenti dell'autore, che nelle sequenze finali mette in scena una sorta di notte dei morti viventi, poca è la paura che il suo racconto è riuscito a trasmettermi.

Il quinto e il sesto racconto ricorrono invece alla più tradizionale e celebrata interpretazione del Male: il Diavolo. Lo fanno però imboccando strade molto diverse: in La lingua di Satana Matteo Pisaneschi propone una sorta di moderno Doctor Faustus in cui un ambizioso scrittore accetta un patto con Satana per garantirsi il successo e l'ammirazione del pubblico. Forse un modo per l'autore per esorcizzare le proprie tentazioni più nascoste? Difficile a dirsi anche se a lettura terminata resta la sensazione che, dato il tipo di soggetto incentrato sui dubbi di coscienza del protagonista, forse un racconto più lungo sarebbe stato più indicato.

E' invece un esorcismo vero e proprio quello narrato da In trance di L. Filippo Santaniello, un episodio tipico della letteratura e della cinematografia horror che anche qui vede nel ruolo di indemoniata una bambina. Il terrore qui non si trova tanto nell'esorcismo di per sé, che si svolge secondo i canoni del genere, ma nelle sue conseguenze che seppur non totalmente inaspettate non mancano di far scorrere un brivido lungo la schiena del lettore.

Abbandonato il sovrannaturale torniamo poi al tema della follia, quella di una donna rinchiusa da cinquant'anni in un manicomio criminale per aver assassinato la madre. Davide Schito sceglie qui di narrare il Male in prima persona lasciando che sia la protagonista a raccontare la propria storia, una storia fatta di un odio profondo che annulla ogni altra emozione, un sentimento che purtroppo anima molti degli episodi di cronaca dei nostri tempi.

Da ultima tocca a Lia Tomasich trasportarci nuovamente in un altro luogo e in un'altra epoca con il suo L’occhio dell’abisso, una storia di dannati dal sapore d'altri tempi in cui attraverso le disavventure di un gruppo di marinai l'autrice da un volto al nostro terrore della morte.

In conclusione una raccolta piuttosto eterogenea che compensa l'assenza di un filo conduttore con la possibilità di coprire tutti i temi e tutti i gusti. Si tratta di otto buone prove, tutte scritte con linguaggio semplice ma curato in cui a mio parere spicca, oltre al romanzo vincitore, il racconto della Barbera che ha il merito di discostarsi maggiormente dalle tematiche classiche del genere e di saper mischiare con efficacia il quotidiano con il sovrannaturale.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Ore nere
  • Curatori: Christian Antonini e Vito Di Domenico
  • Editore: dbooks.it
  • Data di Pubblicazione: 2014
  • ISBN-13: 9788897125587
  • Pagine: 167
  • Formato - Prezzo: ebook - 2,90 Euro

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