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“Orlando-Orlando”, un monologo a Stefano Scandaletti tratto da un romanzo di Virginia Woolf

Creato il 25 marzo 2013 da Giuseino @seriesmag
listen it it Orlando Orlando, un monologo a Stefano Scandaletti tratto da un romanzo di Virginia Woolf

ORLANDO ORLANDO 1 foto di scena di Alberto Brescia Orlando Orlando, un monologo a Stefano Scandaletti tratto da un romanzo di Virginia Woolf

Dal al 7 aprile, andrà in scena all’interno della stagione teatrale di Argot Studio a Roma lo spettacolo vincitore di Argot Off 2012, nuova drammaturgia e del premio Off Teatro Stabile del Veneto come miglior spettacolo, “Orlando – Orlando”, monologo interpretato da Stefano Scandaletti, liberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf.

Orlando – Orlando è un’educazione sentimentale. Una prova d’eroe che vive e ama da “entrambi i lati”. E’ un’ eroe costretto a non morire mai, a perdere se stesso per ritrovarsi. Orlando – Orlando è una storia d’amore. La storia di una precoce ferita che non riesce a rimarginarsi. Ma, prima di tutto, Orlando – Orlando è l’ironica allegoria dell’artista contemporaneo che identifica se stesso con la sua opera, sperimentando suo malgrado che la natura e l’arte nutrono una naturale antipatia reciproca.

Virginia Woolf scrive il suo Orlando nel 1928 e regala così alla società inglese un’esperienza letteraria innovativa e sperimentale. L’allestimento teatrale, riscritto e diretto dal veneziano Stefano Pagin, si concentra sulla tormentata figura dell’artista in epoca moderna, dove l’Arte sembra avere perso la sua riconoscibilità. L’artista Orlando, per sopravvivere come tale, si lascia ispirare da una storia d’amore, ricostruendo assieme al pubblico gli elementi che lo hanno reso portatore d’arte.

La vita di un essere umano, in effetti, può essere considerata opera d’arte, soprattutto se raccontiamo la storia di un uomo che ha perduto l’amore durante l’adolescenza e lo insegue attraversando i secoli, dal 500 al 2000, cambiando convezioni e culture a seconda delle epoche, addirittura trasformandosi in donna per poter svelare, non senza ironia, cosa significhi amare da entrambi i lati. Woolf prende a prestito dal famoso poema italiano il suo eroe collocandolo nella società elisabettiana. Nella sua versione usa l’Italia come terra immaginaria e attraverso il testo evoca i vulcani delle Eolie, gli ulivi toscani, le onde del mar Mediterraneo. La battaglia di Orlando non è più furiosa. È una battaglia interna. Egli lotta contro il doloroso senso di abbandono e di solitudine, diventando così un eroe simile a tutti noi.


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