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Orrore e morte al Circeo

Creato il 22 aprile 2010 da Paultemplar57

Orrore e morte al Circeo

Il vigile notturno di servizio sulla strada avverte distintamente dei gemiti provenire dal bagagliaio di una 127 regolarmente chiusa e parcheggiata. L’istinto lo porta a pensare immediatamente a qualcosa di grave.Telefona alla polizia,e subito dopo tenta di forzare il bagagliaio. Ne emerge una figura spettrale, una maschera di dolore e orrore, coperta di ferite e ematomi, completamente nuda. E’ una ragazza di appena 17 anni, si chiama Donatella Colasanti, e la foto scattata al momento del ritrovamento la ritrae con gli occhi sbarrati, quasi increduli, di chi ha fatto un viaggio di andata e ritorno dall’inferno.
Tutto era iniziato qualche giorno prima di quel terribile 1 ottobre 1975.

Orrore e morte al Circeo
Gianni Guido

Due ragazze diciassettenni, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, conoscono un ragazzo, Carlo. Si scambiano i numeri di telefono con la promessa di rivedersi il giorno dopo. E’ un venerdi, e all’appuntamento si presentano altri due giovani, che dicono di chiamarsi Angelo e Gianni. Parlano del più e del meno, infine decidono di rivedersi. I due giovani propongono la domenica seguente. Ma a Donatella la cosa non piace,per la domenica ha altri programmi, e convince anche la sua amica Rosaria a rinviare l’appuntamento, che viene fissato, dopo aver parlato e discusso ancora, per il lunedì alle 16,00.

La terribile maschera di sangue di Donatella Colasanti

Con ritardo, si presentano solo Angelo e Gianni, dicendo che Carlo è impegnato nella preparazione di una festa a Lavinio. I due giovani invitano le ragazze alla festa. Donatella e Rosaria accettano, ma immediatamente si rendono conto che qualcosa non và. La direzione presa dai due porta a San Felice Circeo, non a Lavinio.Gianni, alla richiesta di spiegazioni da parte delle due ragazze risponde che la villa è più su di Lavinio, meta originaria. Quindi si ferma ad un bar per telefonare. Torna in macchina e convince le due ragazze a seguirlo, dicendo loro che Carlo avrebbe raggiunto il gruppo direttamente dal mare dov’era,e che i quattro potevano nel frattempo usare la villa.

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Un’altra belva, Angelo Izzo

A Donatella gli inquirenti chiederanno spiegazioni sul perché non abbia chiesto al Guido (Gianni) di fermarsi e di farle scendere. La risposta della ragazza fù che non si erano rese conto di correre dei pericoli, e che fino a quel momento il comportamento dei due era stato irreprensibile.
Arrivano alla villa, si siedono nel salotto. Il tempo passa e le due ragazze iniziano a spaventarsi, chiedono di essere riaccompagnate. Gianni, dapprima con fare gentile, propone alle due ragazze di avere un rapporto sessuale, promettendo loro la somma di un milione di lire. Alla risposta negativa delle due, estrae una pistola, e racconta loro che in effetti ad arrivare non doveva essere Carlo, bensì Jacques Berenger, che, a suo dire, è il capo della banda dei marsigliesi e che è per suo ordine che le ragazze sono state portate nella villa.

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Donatella Colasanti all’epoca del processo

Sotto la minaccia delle armi,Rosaria e Donatella vengono chiuse in bagno. Il presunto Jacques arriva la notte, ma per le ragazze è una sorpresa. Ha più o meno trent’anni, parla perfettamente l’italiano,senza cadenza francese. Le guarda, ma non dice nulla. Anzi, in compagnia di Angelo se ne và. Secondo Donatella abbandona addirittura la villa.
La quale racconta confusamente lo scenario di violenza bestiale e brutale che si abbatte su di loro l’indomani .Le due ragazze vengono dapprima selvaggiamente picchiate, poi sottoposte a violenze e brutalità inenarrabili. I tre tentano di somministrare del narcotico alle loro vittime. Vengono iniettate loro tre siringhe di sonnifero, che però non sortiscono alcun effetto. A questo punto Rosaria viene separata da Donatella. E quello che le succede può solo essere ipotizzato.

Orrore e morte al Circeo
Un’altra immagine della 127 con i corpi della Lopez e della Colasanti

Donatella sente la sua amica urlare, poi lamentarsi sempre più lentamente. Infine, il silenzio. I tre tornano da lei e la brutalizzano ancora. La legano, la spogliano nuda e la trasportano tirandola per i polsi per tutta la casa. La ragazza sviene e rinviene varie volte. La colpiscono ancora, violentemente, questa volta con una spranga. Sono pugni,calci, colpi violenti di spranga, colpi inferti anche con il calcio della pistola. Donatella è semiincosciente, ma è viva. Gli uomini hanno perso il controllo, e probabilmente, in preda ad una furia cieca e incontrollata, bestiale, vogliono ucciderla.

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La Colasanti torna nella villa degli orrori

In un ultimo barlume di coscienza, Donatella capisce che se vuole salvarsi deve fingersi morta. I tre ci cascano, e decidono di sbarazzarsi del cadavere. Viene gettata letteralmente nel portabagagli, nel quale poco dopo viene aggiunto il corpo esanime della sventurata Rosaria. Quando Donatella, dopo il ricovero in ospedale, verrà interrogata, dirà più volte che nonostante le violenze subite è riuscita ad evitare quella più umiliante, la violenza carnale. Cosa che sarà confermata dall’esame ginecologico a cui viene sottoposta. Per Rosaria non è così: l’autopsia conferma la violenza carnale, avvenuta probabilmente nel momento della separazione delle due amiche.

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Izzo e Guido, imperturbabili, durante il processo

E’ probabile che nel tentativo di salvarsi, Rosaria abbia accondisceso alle turpi richieste dei suoi sequestratori. Donatella racconta anche particolari scabrosi della vicenda. Angelo viene descritto come un semi-impotente, incapace di eccitarsi sessualmente; Gianni invece ne è capace, ma non vuole metter in imbarazzo l’amico, per cui non và oltre blandi tentativi. Infine Donatella racconta come sia riuscita a raggiungere un telefono, in un stremo tentativo di salvezza, e di come sia riuscita a comporre il 113;ma le sue indicazioni sono lacunose. Non dimentichiamo che è convinta di essere a Lavinio. Fatto stà che la cosa cade drammaticamente nel vuoto. Di Rosaria Lopez si scopre che non è morta in seguito alle percosse, ma che è stata soffocata nell’acqua.Colpita più volte mentre veniva immersa, ha subito l’estrema umiliazione di essere violentata anche mentre moriva. Visto che le lesioni agli organi sessuali sono ovunque. Le indagini scattano immediatamente, e portano all’arresto del proprietario della 127, Gianni Guido.

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Donatella Colasanti in ospedale

Subito dopo viene arrestato Angelo Izzo. Il terzo componente della banda, Andrea Ghira, non verrà mai più catturato.Gianni Guido viene arrestato mentre si aggira attorno alla sua auto. E’ probabile che avesse ascoltato le urla che provenivano dal bagagliaio della sua auto e volesse dare alla Colasanti il colpo di grazia. Chi è Gianni Guido? Un esaltato, gravitante nell’orbita degli ambienti neofascisti della capitale. Angelo Izzo è in libertà provvisoria, è stato da poco condannato per violenza carnale. Forse è per questo motivo che hanno ammazzato Rosaria e tentato di fare lo stesso con Donatella. Cos’ì com’è possibile che la situazione sia loro sfuggita di mano: hanno tentato infatti, prima di usare la violenza, di comprare la “compiacenza” delle sventurate.

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Nel bagagliaio, l’orrore

Dopo un processo velocissimo, Guido e Izzo vengono condannati all’ergastolo nel 1976. tentano di fuggire nel 1977, prendendo in ostaggio un agente di custodia, ma vengono fermati. Nel 1980 Guido si vede ridotta la pena a trent’anni,in virtù dell’accordo di risarcimento della famiglia Guido con quella delle vittime.Trasferito in un altro carcere, a San Gimignano, diventa un detenuto modello. A tal punto di godere di ampia libertà. Infatti a gennaio 1981 Guido evade e ripara a Buenos Aires, dove viene successivamente arrestato:faceva il venditore di automobili.

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Rosaria Lopez

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Donatella Colasanti

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Andrea Ghira

Siamo nel 1985 e Guido, ricoverato in ospedale perché si è ferito nel tentativo di sfuggire alla cattura, mentre è in attesa di estradizione fugge nuovamente. Verrà definitivamente arrestato nove anni dopo a Panama. Izzo diviene un vero e proprio pentito di mafia,politico e quant’altro.Evade dal carcere di Alessandria il 25 agosto del 1994, ma viene arrestato venti giorni dopo in Francia.
Entrerà, con le sue farneticanti accuse a tutti e a tutto in diverse inchieste a fine anni 90.


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