Oscar Pistorius, l'atleta che in seguito ad amputazione delle gambe corre con due protesi, è stato ammesso a gareggiare con i normodotati.
Dopo estenuanti verifiche e controlli,la Iaaf ha deciso che il velocista puo' partecipare alle gare tradizionali in quanto le protesi non comportano un vantaggio cronometrico rilevante nella competizione.
Ma la beffa è arrivata da una successiva decisione presa sempre dalla IAAF: in caso di staffetta, Pistorius potrebbe correre solo ed esclusivamente in prima frazione, perchè potrebbe procurare dei danni agli altri atleti con i suoi arti artificiali.
Non si discute che la zona del cambio sia sempre affollata e caotica,ma è altrettanto vero che Oscar Pistorius fino adesso non ha mai ferito nessuno.
Questa decisione ha il sapore di una censura preventiva.
E a noi le censure preventive non piacciono.
Pare assurdo infatti ammettere alle corse l'atleta con le protesi e poi costringerlo a gareggiare in condizioni di inferiorità.
Tutto questo assume i tratti di una segregazione: in parole povere Pintorius può correre, ma alle condizioni e nei modi che stabiliscono altri.
Se questa non è una discriminazione di fatto, non so di cosa altro possa trattarsi.
Oscar Pistorius, l'atleta che in seguito ad amputazione delle gambe corre con due protesi, è stato ammesso a gareggiare con i normodotati.
Dopo estenuanti verifiche e controlli,la Iaaf ha deciso che il velocista puo' partecipare alle gare tradizionali in quanto le protesi non comportano un vantaggio cronometrico rilevante nella competizione.
Ma la beffa è arrivata da una successiva decisione presa sempre dalla IAAF: in caso di staffetta, Pistorius potrebbe correre solo ed esclusivamente in prima frazione, perchè potrebbe procurare dei danni agli altri atleti con i suoi arti artificiali.
Non si discute che la zona del cambio sia sempre affollata e caotica,ma è altrettanto vero che Oscar Pistorius fino adesso non ha mai ferito nessuno.
Questa decisione ha il sapore di una censura preventiva.
E a noi le censure preventive non piacciono.
Pare assurdo infatti ammettere alle corse l'atleta con le protesi e poi costringerlo a gareggiare in condizioni di inferiorità.
Tutto questo assume i tratti di una segregazione: in parole povere Pintorius può correre, ma alle condizioni e nei modi che stabiliscono altri.
Se questa non è una discriminazione di fatto, non so di cosa altro possa trattarsi.