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Oscar - Un fidanzato per due figlie

Creato il 06 luglio 2013 da Misterjamesford
Oscar - Un fidanzato per due figlieRegia: John LandisOrigine: USA
Anno:
1991Durata: 109'
La trama (con parole mie): Angelo "Snaps" Provolone è un gangster di spicco divenuto uno dei boss incontrastati dei primi anni trenta, rispettato, ricco e temuto.Quando incontra il vecchio padre sul letto di morte, quest'ultimo gli impone di promettere solennemente sulla sua memoria di ravvedersi, e così Angelo, da buon uomo all'antica, ripulisce i suoi modi e le attività, e pianifica di diventare socio di un'importante banca.Il giorno dell'appuntamento con i suoi nuovi partners d'affari, però, Provolone scopre non solo di essere stato derubato dal suo giovane contabile, ma che quest'ultimo è pronto a chiedere la mano di sua figlia Teresa: peccato che lui non abbia una figlia di nome Teresa, e che la vera erede, Lisa, sia pronta a raccontare di essere rimasta incinta in modo da vendicarsi del padre che continua a tenerla rinchiusa in attesa di un matrimonio di comodo e che ha causato la fine della sua storia con l'autista Oscar.Ma i guai della nuova vita "pulita" dell'ex "Snaps" sono appena cominciati: arrivare alla fine della giornata sarà più duro che ritagliarsi un posto nella mala a suon di colpi di pistola.
Oscar - Un fidanzato per due figlie
Questo post rappresenta la prima parte delle celebrazioni per il Sylvester Stallone Day, tramutato per l'occasione in Sylvester Stallone Weekend, alla facciazza di tutti quei radical chic che gli hanno preferito Kevin Spacey. Un ringraziamento speciale a Julez per il fantastico mosaico celebrativo.
Oscar - Un fidanzato per due figlie
Tutti gli avventori che si rispettano del Saloon sanno benissimo del culto che il sottoscritto continua ad alimentare rispetto ad una delle figure cardine della sua infanzia di appassionato cinefilo: parlo ovviamente di Sylvester Stallone, figura di spicco dell'action anni ottanta e non solo, icona della settima arte e del suo lato più fracassone e possessore del labbro più incredibile di Hollywood.
Nonostante il suddetto culto, alla mia lista personale di visioni mancava ancora Oscar, pellicola dei primi anni novanta firmata da un altro mito indiscusso, il John Landis di Blues Brothers e Una poltrona per due, capisaldi indiscutibili di ogni percorso di formazione che si rispetti.
Fortunatamente, il sessantasettesimo compleanno dello Stallone italiano - stessa età di mio padre, tra le altre cose - ha fornito l'occasione giusta per rimediare: perchè Oscar è uno spasso assoluto e totale, un divertentissimo divertissement all'interno del quale si fondono la commedia sguaiata e quella degli equivoci, la grana grossa e lo humour nero, la risata senza ritegno ed il ghigno sornione di chi la sa lunga.
In poche parole, il suo regista ed il protagonista.
Landis, che nel corso della sua carriera è sempre riuscito a regalare al pubblico un tocco pungente e molto più raffinato di quanto non possa apparire, tira fuori il meglio di Sly cucendogli addosso un personaggio che pare la sua trasposizione, gangster costretto a ravvedersi a seguito di una promessa fatta al padre sul letto di morte che pare un pesce fuor d'acqua almeno quanto uno abituato a menare le mani e scansare le esplosioni all'interno di un titolo che pare quasi un'escursione nell'autorialità nello stile del Woody Allen di Pallottole su Broadway o di frizzanti opere come L'importanza di chiamarsi Ernest.
La sequela di equivoci che mettono spalle al muro l'ormai ex gangster Angelo Provolone, infatti, è figlia della migliore tradizione del retaggio teatrale a partire dai titoli di testa - bellissimi, tra l'altro - sulle note di Rossini e del suo Il barbiere di Siviglia, come una danza senza requie tra figlie legittime e non, contabili con il vizio del furto, sicari tramutati in maggiordomi e borse che entrano ed escono da una villa che diviene palcoscenico quasi unico della vicenda nonchè motore dello stesso Snaps, intento a correre da un piano all'altro in modo da venire a capo di una matassa che pare più difficile da sbrogliare delle sue peggiori avventure da uomo della strada.
Benchè non si tratti d'altro se non di un susseguirsi di scambi di persona, di oggetti e battute apparentemente semplici, Oscar funziona a meraviglia, intrattiene e diverte grazie ad una squadra di attori tutti perfettamente in parte, una messa in scena da grandi studios dell'epoca d'oro ed un ritmo vertiginoso, reso ancor più funzionale da piccoli tormentoni già cult in casa Ford come lo schioccare delle dita di Provolone - e della figlia - ed i vezzi degli sgherri del boss, su tutti il patito di armi nonchè romantico sognatore Chazz Palminteri, perfetto nel ruolo del guardaspalle tutto muscoli e niente cervello.
Una sarabanda di situazioni, risate ed incastri che mi ha divertito dal primo all'ultimo minuto, e che nonostante una fama che non fa onore al lavoro di Landis e di Sly è stata per il sottoscritto una vera goduria che già non vedo l'ora di rivedere, perfetta per rivalutare il Rocky di noi tutti ed il suo ruolo cardine nella settima arte americana.
Almeno quella che, in barba a qualsiasi promessa, finisce sempre per preferire i muscoli alle buone maniere.
MrFord
"Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,
donne, ragazzi, vecchi, fanciulle:
qua la parrucca... Presto la barba...
Qua la sanguigna...
Presto il biglietto...
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono! Qua la parrucca, presto la barba,
presto il biglietto, ehi!"Gioacchino Rossini - "Largo al factotum" - 

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