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Osservatorio LitBlog n. 31

Creato il 03 aprile 2014 da Letteratitudine

Osservatorio LitBlog n. 31(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

I somari di ieri e di oggi

(da “Le parole e le cose“)

Ricorderete tutti il Franti del libro Cuore, l’impertinenza fatta ragazzo, l’intolleranza totale alle regole del vivere civile e della convivenza scolastica, di certo se andiamo un po’ indietro con la memoria ai nostri anni della scuola, troveremo un Franti nella nostra classe. Tutti l’hanno avuto, ad alcuni ha fatto paura ad altri ha suscitato simpatia. Fermo restando le opportune considerazioni che ognuno di noi può fare sul libro di Edmondo De Amicis, pubblicato nel lontano 1886 in un paese in cui si era dato inizio alla legittima ma difficile battaglia per la scolarizzazione, allungando e portando a tre anni il termine di obbligatorietà nella scuola elementare ( Legge Coppino), il testo rappresenta uno specchio dello spirito dell’epoca e un’espressione della volontà di focalizzare attenzione e interesse alla funzione della scuola nella formazione delle nuove generazioni. Chi sarebbe Franti oggi? E con quali strumenti un maestro potrebbe gestire una personalità difficile oppure per usare le parole di Umberto Eco “malvagia” «è l’incarnazione del male, principio assoluto, senza fondo e senza storia» (Eco , Elogio di Franti). Vi propongo la lettura di questo saggio particolarmente interessante dove la figura di un diverso viene vista con occhi di scrittori come  P. Mastrocola, E. Affinati- che ha avuto esperienze dirette con ragazzi cosiddetti difficili- e D.Pennac.  Le riflessioni sulla realtà scolastica non sono mai abbastanza, una lettura che consiglio a tutti perché insieme possiamo trovare strumenti adatti a non relegare “i nostri Franti” in spazi recintati ma ad imparare a coinvolgerli e integrarli, un atto consapevole come risposta di un’intera società civile.

Per approfondire, cliccate qui…

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Una risata intelligente ci salverà

(da “Doppiozero“)

Il valore della satira ha un sapore antico, risale perlopiù ai latini che ne sapevano far uso meglio e in maniera più pungente dei greci, da sempre strumento per deridere personaggi pubblici ma anche per guardare alla realtà delle cose sotto una luce diversa. La satira ha la forza di scardinare la faccia più convenzionale della cultura mainstream, è una voce contro corrente, un vento che smuove e fa pensare. Tutto ciò dopo avere suscitato una risata, talvolta non senza una punta di amarezza. Nel nostro paese abbiamo esempi di satira intelligente ed istrionica come Maurizio Crozza ma anche tanti altri che si esprimono attraverso le più svariate forme artistiche, dallo spettacolo al disegno alla letteratura. La satira è varietà di volti e voci e garanzia della libertà di alludere a personaggi e vizi canzonandoli e mettendone in luce gli aspetti più ridicoli. Cosa potrebbe accadere se in un paese non esistesse la satira? Ho letto con molto interesse l’articolo che vi propongo di approfondire, il pezzo in questione ci spiega le motivazioni dell’assenza dei veri giullari in Giappone dove esistono comici appartenenti alla stessa squadra, da cui non ci si potrà mai attendere un commento su un politico in vista o una battuta su un esponente del governo. Pena l’esclusione dal mondo dello spettacolo. Eppure non sempre è stato così, nel passato, durante il medioevo anche il Giappone aveva i suoi arditi buffoni, artisti del Kyogen, letteralmente “parola folle”, come deve essere il verbo libero da briglie dell’arte della satira.

Per saperne di più leggete questo bellissimo articolo

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Quei dialoghi che ancora immaginiamo

(da “C’è vita su Marte”)

Pochi giorni fa è stato l’anniversario della morte di Antonio Tabucchi, molto letto, molto amato ed oggi molto ricordato anche attraverso alcune fra le sue opere più belle. Con l’occasione ho piacere di segnalare un neonato blog di letteratura, giovane, competente e di piacevole lettura. Nel suo riproporre il bellissimo “Dialoghi mancati “ di Tabucchi, l’autore del pezzo ci invita a fermarci un istante.

Ne abbiamo parlato anche noi a Letteratitudine con un articolo dedicato proprio qui.

Tabucchi e la morte, Tabucchi e l’incontro fra personaggi che forse si sono incontrati e forse no

ma che importanza ha? E’ importante la storia più di noi stessi.

addio caro Pirandello, ci vedremo certamente dopo.

arrivederci caro Pessoa ci vedremo certamente dopo…

Per dare un’occhiata leggete qui…

Francesca G. Marone


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