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Osservazioni critiche contro il Neoplatonismo

Da Spiritualrationality

Osservazioni critiche contro il Neoplatonismo

Pubblicato il 23/07/2010 da mattiafabbri

(Vedere il documento intero in Word: Critica all’argomento di Bontadini)

Dopo le critiche mosse da Hume e da Kant contro le tradizionali prove dell’esistenza di dio, è diventato quasi un luogo comune (sia per i filosofi che per gli uomini della strada) la non dimostrabilità della fede. Molti tra gli stessi credenti – anche nel mondo cattolico – sembrano intellettualmente più vicini a Guglielmo d’Ockham o a Kant che non a Tommaso d’Aquino.

Non mancano (e non sono mancati) anche coloro che additano come impresa superba e vanagloriosa pretendere di dimostrare – tramite strumenti “umani troppo umani” come l’esperienza e la ragione – ciò che è ad un tempo indimostrabile e al di là di ogni pensiero umano. Ricordiamo che lo stesso Anselmo d’Aosta – filosofo e teologo medioevale e ideatore dell’argomento ontologico che “deduceva” dio a partire dal suo stesso concetto – riteneva  anche che dio fosse “più grande di quanto non si potesse pensare”, ovvero trascendente l’intelletto umano. Per non citare la grande tradizione mistica (cattolica e non) la quale – proprio muovendo dall’assolutezza e dall’incommensurabilità di dio – ne scoraggia qualsiasi indagine razionale, puntando invece sull’ “esperienza” interiore.

Eppure, nel secolo scorso, non sono mancati filosofi che hanno tentato di superare le obiezioni scettiche e atee del pensiero moderno richiamandosi a Tommaso d’Aquino e “aggiornando” la prima delle sue cinque vie (quella ex motu). Da qui il loro inquadramento come “neo-tomisti”. I più noti sono la Vanni Rovighi e Bontadini.

Mi concentrerò su quest’ultimo, sia perché il suo argomento – da lui denominato “teorema della creazione” è ingegnoso e per nulla banale, sia perché gli apologeti più colti e preparati del mondo cattolico tendono a considerarlo come una vera e propria “prova probante” dell’esistenza di dio in grado di superare le obiezioni di Hume e di Kant e di rendere irrazionali le posizioni ateiste.

Per chiarire la struttura logica del “teorema della creazione” riporterò l’agevole riassunto che ne fa Nello Venturini (docente di filosofia al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, di estrazione neotomista) e citerò alcuni passaggi dell’intervista rilasciata da Bontadini a padre Aldo Bergamaschi a Milano il 5 Aprile 1981.

Cominciamo dall’intervista. Alla domanda di inquadrare il suo “principio di creazione” partendo dalla base dell’argomento, ossia dal divenire, Bontadini risponde:

Il divenire si presenta come una realtà contraddittoria. In che cosa consiste la contraddittorietà del divenire? Ho detto si presenta come realtà contraddittoria però devo subito avvertire che io so già in partenza che il divenire non è contraddittorio perché è reale. Siccome il reale non è contraddittorio e il divenire è reale, il divenire non può essere contraddittorio, però si presenta contraddittorio. Allora devo uscire da questa empasse, cercando di integrare la visione del reale in guisa tale che il divenire non risulti contraddittorio” (corsivo mio).

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Vedere il documento intero in Word: Critica all’argomento di Bontadini


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