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Ourobours e Enso "il Cerchio dell'Illuminazione"

Creato il 03 ottobre 2014 da Mikdarko
Nella pittura Buddhista Zen, Enso simboleggia un momento in cui la mente è libera di lasciare che l'insieme corpo-spirito sia creativo. La pennellata d'inchiostro che disegna il cerchio viene tracciata su seta o carta di riso in un unico gesto, senza alcuna possibilità di cambiamento o correzione: mostra quindi l'espressivo movimento dello spirito, in quel preciso momento. 

Nel Buddhismo Zen, quindi, si pensa che il carattere dell'artista e la sua indole siano pienamente rivelati dal modo in cui disegna un Enso. Solo una persona che è mentalmente e spiritualmente completa può disegnare un vero Ensō. Alcuni artisti praticano il disegno quotidiano di Enso, non solo come esercizio ma pure come diario spirituale. Ensō (円相) in giapponese significa cerchio. E' il soggetto più comune della calligrafia giapponese, simboleggia l'illuminazione, la forza, l'universo. Alcuni lo disegnano con un'apertura nel cerchio, mentre altri lo chiudono. L'apertura potrebbe simboleggiare che questo cerchio non è separato dal resto delle cose, ma fa parte di qualcosa di più grande. L'Ensō è simbolo sacro nel Buddhismo Zen ed è spesso usato dai maestri come firma nelle loro opere. L'arte Zen resta una tradizione viva ancora oggi, pur avendo forti e profonde radici nel passato. L'Enso è metafora dello Zen assoluto, la vera natura dell'esistenza e dell'illuminazione, si tratta di un simbolo che unisce il visibile e il nascosto, il semplice e il profondo, il vuoto e il pieno. 
Nel 1707, un giovane monaco di nome Hakuin si commosse alla vista della grezza calligrafia di un vecchio maestro Zen. Si rese conto che al confronto le sue pennallate, anche se sembravano più nette e lucide, non riflettevano la stessa realizzazione interiore di quelle del vecchio monaco. Comprese, quindi, che: "La virtù splende, l'abilità non è importante". Per questo raddoppiò i suoi sforzi nella pratica Zen per altri quarant'anni. La sua arte così nacque da anni di disciplina e meditazione, dalla lunga ricerca del risveglio e dell'illuminazione.
Un giorno un samurai andò dal maestro spirituale Hakuin e chiese: "Esiste un inferno? Esiste un paradiso? Se esistono da dove si entra?". Era un semplice guerriero. I guerrieri sono privi di astuzia nelle mente. I guerrieri conoscono solo due cose: la vita e la morte. Il samurai non era venuto per imparare una dottrina, voleva sapere dov'erano le porte, per evitare l'inferno ed entrare in paradiso. Hakuin chiese: "Chi sei tu?". Il guerriero rispose: "Sono un samurai". In Giappone essere un samurai è motivo di grande orgoglio. Significa essere un guerriero perfetto. Uno che non esiterebbe un attimo a dare la vita."Sono un grande guerriero, anche l'imperatore mi rispetta". Hakuin rise e disse:"Tu, un samurai? Sembri un mendicante!" L'uomo si sentì ferito nell'orgoglio. Sfoderò la spada, con l'intenzione di uccidere Hakuin. Il maestro rise: "Questa è la porta dell'inferno - disse - con questa spada, con questa collera, con questo ego, si apre quella porta". Questo un guerriero lo può comprendere, così il samurai rinfoderò la spada... e Hakuin disse: "Qui si apre la porta del paradiso". L'inferno e il paradiso sono dentro di te. Entrambe le porte sono in te. Quando ti comporti in modo inconsapevole, si apre la porta dell'inferno; quando sei attento e consapevole, si apre la porta del paradiso. La mente è sia paradiso che l'inferno, perchè la mente ha la capacità di diventare sia l'uno che l'altro. Ma la gente continua a pensare che tutto esista in un luogo imprecisato all'esterno... 
Alcuni lo chiamano"Il cerchio dell'Illuminazione". Altri lo definiscono il "Cerchio Infinito". Se si si traducono letteralmente i due ideogrammi Kanji che compongono la parola "Enso", si potrebbe leggere "Cerchio reciproco" o "Cerchio di vicinanza". Enso può semplicemente significare cose diverse per persone diverse, pertanto, si dovrebbe lasciare il significato che si percepisce.
Ourobours  L'Enso ha molte similitudini con l'Uroboro un antico simbolo che raffigura un serpente o un drago che inghiotte la propria coda formando un cerchio. Rappresenta (similmente alla Fenice) auto-riflessività o ciclicità, in particolare nel senso di qualcosa in continua auorigenerazione, l'eterno ritorno, e cicli che iniziano di nuovo non appena finiscono. Può anche rappresentare l'idea di primordiale unità relativa a qualcosa di già esistente fin dall'inizio con la forza o la qualità che non può essere spenta.  L'Uroboro è importante nel simbolismo religioso e mitologico, ma è stato anche frequentemente utilizzato nelle illustrazioni alchemiche, dove simboleggia la natura circolare dell'opera dell'alchimista. E' inoltre spesso associato con lo gnosticismo e l'ermetismo. 
Carl Jung ha interpretato l'Uroboro come un archetipo importante per la psiche umana. Lo psicologo junghiano Erich Neumann lo descrive come una rappresentazione del pre-ego , quando l'Io è ancora contenuto nell'inconscio ed è quindi totalmente indifferenziato. 
E' interessante notare che questa simbologia era presente anche in altre culture: a sinistra vediamo un esempio atzeco, mentre nel testo Hieroglyphica di Orapollo riferendosi all'equivalente geroglifico egiziano si trova questa descrizione: "Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squamme, per le quali figurano le Stelle del Mondo". 
Pare che l'Uroboro si ispiri alla forma della Via Lattea, dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra. 
Gli atomi che compongono il nostro corpo sono per lo più vuoti. Lo spazio vuoto pervade il mondo materiale e ogni particella sub-atomica è l'eccitazione, o la vibrazione, di un vuoto-vuoto.  Il fisico Stephen Hawkings dice: "Nel caso di tutto l'universo, si può dimostrare che l'energia negativa gravitazionale annulla esattamente l'energia positiva. Quindi l'energia totale dell'universo è zero". L'universo della fisica quantistica moderna è un Enso gigante?  A prescindere da come lo si interpreta, l'Enso è soprattutto un'espressione della mente di chi lo dipinge. E' come un occhio che ci permette di guardare nell'animo dell'esecutore. 
"Con un cuore permeato di innocenza, il drago virtuoso cammina da solo".
Fonte: http://www.cultorweb.com/

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