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Padmasana, la posizione del loto. L’asana dello Hata-Yoga

Creato il 22 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Padmasana, la posizione del loto. L’asana dello Hata-Yoga   Per gli adepti di Yoga, la posizione del Loto è particolarmente seducente.

Quale è il motivo specifico?

Il corpo assume una posizione che agevola la stabilità interiore e fa sì che i disturbi esterni non penetrino all’interno, scivolando via così come l’acqua sul fiore di loto.

In sanscrito questo asana prende il nome di Padmasana : Padma significa semplicemente “Loto

Questa denominazione è stata scelta dagli antichi maestri perché in questa posizione le mani e i piedi ricordano in qualche modo i petali del fior di loto, il fiore sacro dell’India, come d’altronde in molti paesi dell’Asia.

Padmasana rientra nella formula generale del triangolo, ma se disegnate la figura di una persona che esegue correttamente questo asana, otterrete i contorni di un petalo del fiore di loto. Il corpo del praticante può essere assimilato ad una piramide a base triangolare: la base è rappresentata dall’area racchiusa tra le due ginocchia e l’osso sacro, il vertice dal punto più alto della testa, l’asse centrale parte dal punto di contatto degli stinchi incrociati e termina al vertice della testa.

Padmâsana viene indicata anche come Mukta-padmâsana cioè loto aperto per distinguerla da Baddha-padmâsana, posizione del loto legato, in cui le braccia sono incrociate dietro la schiena con la mano destra che afferra il

Padmasana, la posizione del loto. L’asana dello Hata-Yoga
piede sinistro e viceversa. A volte viene indicata con Yogâsana.

Se la tecnica della posizione in se stessa è abbastanza semplice, non lo è altrettanto semplice eseguirla

E’ comunque opportuno, prima di cominciare l’esercizio, farsi un massaggio alle articolazioni delle ginocchia e delle caviglie: il burro salato dà ottimi risultati.

Disponetevi in Dandâsana , cioè seduti, schiena eretta, gambe distese in avanti, braccia rilassate, mani sulle cosce. Alzate le spalle inspirando, trattenete il fiato e rilasciarlo di colpo per rilassare l’articolazione delle spalle; inspirando allungate gli estensori della testa e del collo, espirando rilassate la testa in avanti.

Portate l’attenzione sugli occhi.

Senza muovere la testa spostate lo sguardo sulle caviglie.

Afferrate con la mano sinistra l’alluce del piede destro. Portate il piede destro verso sinistra, poggiandolo sulla coscia sinistra. Di seguito afferrate con la mano destra l’alluce del piede sinistro e portatelo sulla coscia destra.

Padmasana, la posizione del loto. L’asana dello Hata-Yoga
L e mani assumono varie posizioni, la più comune delle quali è Jana-Mudra, con il polso appoggiato sulle ginocchia (il destro sul ginocchio destro, il sinistro sul ginocchio sinistro), le palme verso l’alto, indice e pollice che si toccano delicatamente formando un anello e le altre tre dita distese in direzione del pavimento. Il mento è leggermente rilassato in direzione del petto: occorre fare attenzione a mantenere rilassata la mascella. La lingua è delicatamente rovesciata in alto e tocca il palato. Lo sguardo è rivolto alla punta del naso. Respirate lentamente.

Limitatevi ad “ascoltare” il vostro corpo per prendere coscienza dell’allineamento.

Siate calmi, non scoraggiatevi. Solo una grande pazienza può mettervi in grado di ottenere il successo.

Se si riesce a rendersene, la posizione del loto possiede il vantaggio di assicurare immobilità ed equilibrio perfetto, condizioni che calmano istantaneamente la mente agitata. E’ senz’altro per questa ragione che gli Yogi la adottano per la meditazione e per la concentrazione.

Indipendentemente dalla sua riuscita, Padmasana offre già qualche vantaggio nei tentativi che si fanno, infatti la pressione che si va ad esercitare su alcuni punti in corrispondenza con i chakra, risveglia molte energie vitali addormentate.

I benefici della posizione del loto sono molti dalla stimolazione dei chakra, come dicevamo, alle importanti  modificazioni della circolazione sanguinea Sono stati riscontrati buoni risultati utilizzando Padmâsana nella cura degli ingorghi linfatici delle ghiandole ascellari.


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