Il commercio tra i paesi membri della Comunità dell’Africa orientale (Eac) ha raggiunto un valore record, ma se fossero abolite barriere e restrizioni i risultati sarebbero ancora migliori: lo sostengono gli esperti delle Nazioni Unite, in un rapporto rilanciato dal settimanale The East African.
Secondo i ricercatori, della Commissione economica dell’Onu per l’Africa (Uneca), tra il 2000 e il 2012 gli scambi tra i cinque paesi membri della Comunità sono cresciuti come in nessuna altra regione del continente.
Attualmente le esportazioni di Burundi, Kenya, Tanzania, Rwanda e Uganda verso i paesi vicini membri della Eac valgono il 19,5% del totale.
Una quota maggiore di quella riscontrata nell’area della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (10,9%), dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (9,2%) e della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (8,7%).
Secondo gli esperti, i progressi dell’area orientale del continente sono stati ottenuti nonostante provvedimenti e restrizioni (ad esempio, quelli posti a suo tempo da Burundi e Tanzania), che contraddicono la sostanza di un accordo per la creazione di un mercato comune in vigore nel 2010.
L’area territoriale dei Paesi EAC include ben 150 milioni di persone e, a quanto risulta da documentazione attendibile, i progressi riscontrati pare siano stati generati anche dai rapporti ottimali di questi Paesi con l’Unione Europea in termini di sostegno economico. Ossia la nota “stampella”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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