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Pain is temporary pride is forever, da Berlusconi ai dolori del giovane Renzi.

Creato il 06 settembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

trinitadi Rina Brundu. Un paio di giorni fa Francesca Pascale, la fidanzata di Silvio Berlusconi, ha detto che lo amerà anche in povertà. Io non lo farei. Se hai 80 anni, 12 mesi da fare, non sei Richard Feynman, non sei Ed Witten, non sei Sheldon Cooper, non ricordi il Terence Hill dei gloriosi giorni di Trinità e ti serve il tacco 12 per guardare oltre Brunetta, il minimo che ti si deve chiedere è un sostanzioso conto in banca.

Vero è che anche se Berlusconi perdesse un milione al giorno, il rischio indigenza si paleserebbe solo parecchie decadi più in là, quindi la Pascale può dirsi tranquilla, fermo restando che anche fare la fidanzata di Berlusconi non deve essere un lavoro facile; non fosse altro perché devi fare i conti ogni santo giorno dell’anno con gli sguardi concupiscenti dei falchi e delle colombe di partito: no, non puntati verso di te ma verso l’amato bene. Tutti innamoratissimi di Silvio nel PDL, pronti a mandare allo sbando un Paese pur di non uscire dalla schiera dei giusti, falchi e/o colombe, degli yes-men compiacenti per convinzione e per elezione, per la serie una mano sul cuore una sul portafogli.

Pensare che basterebbe un portaborse neppure tanto brillante ma che avesse un minimo di vero affetto nei suoi confronti per ricordargli che pain is temporary pride is forever. Senza scomodare una sana retorica che vorrebbe le carceri luoghi dove si ritirano i saggi per sfuggire ai matti là fuori,  cosa vuoi che siano 12 mesi in gattabuia davanti al giudizio della storia? Quest’ultimo, infatti, non si fa mai in entrata quanto piuttosto in uscita e a giudicare da come si stanno mettendo le cose, la memoria storica applicata allo statista Berlusconi avrà qualche difficoltà nel ricordarlo tale.

Sarà che gli statisti italiani si contano sul dito medio di una mano mentre invece i politici furbi  abbondano. Ne sa qualcosa il giovane Matteo Renzi, goethiano di questi tempi, che dopo la benedizione del venerabile padre Massimo D’Alema, alla maniera di Berlusconi, ha pure lui cominciato a sentire i suddetti sguardi concupiscenti su di sé. Giorni fa, durante l’incontro con Ignazio Marino, il sindaco di Roma, dalle foto ricordo mano nella mano mancava solo Dudù il cagnolino della Pascale, e gli si sarebbe potuti scambiare per la mitica coppia di Arcore. Per non parlare del ministro per i rapporti col Parlamento Dario Franceschini che è quasi saltato sul carro (del futuro vincitore), di Walter Veltroni che incanutito e con le guance visibilmente appesantite – tipo Commissario Basettoni – gli ha spiegato che occorre entrare in Politica per fare Politica e crederci veramente, della Bindi e della Finocchiaro che ormai vorrebbero ma ancora non si danno.

Fortuna che in quanto italiano se non grande statista Renzi furbo lo è certamente e quindi sa benissimo che è solo questione di tempo… per fare breccia nel cuore delle dame di Partito, per fare un sol boccone del  Partito e per dettare il bello e il cattivo tempo negli anni a venire. Pain is temporary pride is forever, appunto!

Feature image, Terence Hill ai tempi di Trinità….meglio di Dudù!

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