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Pakistan, crisi economica, la transizione egiziana: la prima giornata di Bloglobal al Festival di Internazionale a Ferrara

Creato il 01 ottobre 2011 da Bloglobal @bloglobal_opi

di Redazione di BloGlobal

Si è aperta ieri, 30 settembre, la V edizione del Festival di Internazionale a Ferrara, a cui BloGlobal è presente. Tra gli incontri più interessanti sicuramente “L’Alleato scomodo dell’Occidente”, con Jason Burke, corrispondente del “Guardian” a Nuova Delhi, Pepe Escobar, giornalista dell’“Asia Times” e Rahimullah Yusufzai, giornalista del pakistano “The News”. In questo incontro si è discusso dell’immagine che i media occidentali danno del Pakistan, associato spesso ad un Paese finanziatore del terrorismo. La discussione tra i giornalisti ha evidenziato, infatti, la visione spesso semplicistica di parte dei media nel descrivere e analizzare uno scenario interno e regionale particolarmente complesso e sensibile: gli aspetti interni caratterizzati dai legami tra clan pakistani e clan vicini ai Taliban, da una parte, e i riflessi di queste situazioni con le vicende afghane e iraniane, dall’altra.

Pakistan, crisi economica, la transizione egiziana: la prima giornata di Bloglobal al Festival di Internazionale a Ferrara

Foto: Pepe Escobar e Rahimullah Yusufzai

Altrettanto interessante è stato l’incontro a Palazzo Massari “L’Europa in bancarotta”, nel corso del quale hanno preso parola Paddy Agnew (giornalista dell’Irish Times), Dimitri Deliolanes (dellatelevisione greca ERT TV), Mikaela Namuth (di Brand Eins), Lepisto Pertti (dell’ElsinginSanomath), moderati da Emilio Dalmonte, Vicedirettore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Nell’incontro si sono confrontate gli atteggiamenti dei cosiddetti Paesi “virtuosi” e di quelli in crisi ed è stato posto l’accento sulla mancanza di solidarietà tra le nazioni europee e sul fatto che l’assenza di una vera politica comunitaria potrebbe realmente condurre ad una possibile modificazione, se non proprio ad un dissolvimento, dell’attuale concezione e strutturazione dell’architettura europea. La necessità di una politica a difesa della moneta unica europea da parte delle istituzioni sopranazionali deve produrre un certo salto di qualità e deve necessariamente coinvolgere non solo i presupposti economici, ma anche quegli sociali e culturali del continente.

Ma certamente l’incontro più atteso della giornata era “Rivoluzione, atto Primo: speranze e pericoli del dopo Mubarak”, a cui hanno preso parte Issandr el-Amrani, blogger del “The Arabist”, Hossan el-Hamalawy, del blog “Arabawy” – a cui il festival dedica il premio per il giornalismo d’inchiesta in memoria di Anna Politkovskaja –, Ahmed Nagi, giornalista e scrittore egiziano e Sarah el-Sirgany, anch’essa blogger egiziana. Nell’incontro, moderato dal giornalista de “Il Sole 24 Ore” Ugo Tramballi, i blogger hanno fatto un punto della situazione sull’Egitto, evidenziando rischi e prospettive della transizione egiziana. Benché la prima necessità (il cambio di Presidente) della rivoluzione sembra essere alle spalle, la realtà egiziana continua ad essere caratterizzata dal caos politico e sociale, innanzitutto a causa della persistenza nei posti di potere di personalità vicine all’ex Presidente Hosni Mubarak. Infatti, il tanto auspicato cambiamento rischia di rimanere un vago auspicio che potrebbe naufragare già nelle prossime elezioni parlamentari del 28 novembre, in cui numerose personalità legate al vecchio regime potrebbero, paradossalmente, consolidare maggiormente il proprio potere politico. Chissà che il motto gattopardesco “Cambiare per non cambiare nulla” non si riproponga anche in questa realtà che ogni giorno sembra perdere il proprio vigore originario e che sembra, invece, ripiegare su se stesso, grazie anche alla compiacenza dei media nazionali e internazionali che sembrano aver risolto il problema egiziano con la caduta di Mubarak. 

 


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