Di solito la pioggia incoraggia la mie meditazioni esistenziali.
I periodi piovosi sono sempre stati ricchi di spunti, magari tristi, magari malinconici (sempre spunti sono) ed avere qualcosa (di originale) a cui dedicare le proprie riflessioni (che io ve ne faccia poi partecipe o meno) è gratificante, mette in moto degli ingranaggi celebrali che, con il resto degli ordinari (o settoriali) pensieri quotidiani, è raro che vengano azionati. E non è che questi spunti la pioggia li crei, ciò che fa è evocarli dal quotidiano. Se il quotidiano è piatto, la pioggia risulta incessante, fastidiosa, odiosa (credo).
Oppure è possibile che io sia guasta.
Eppoi mi sa che uso troppe parentesi.