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Palmipedone #227 —Bravi—

Creato il 15 giugno 2011 da Ilainwonderland

Siete andati a votare? Bravi. Avete fatto bene per tre motivi.

Il primo motivo è che era vostro diritto barra dovere.

Il secondo è che il Nano Malefico, che continua a tenersi a galla grazie a maldestri colpi di dubbia autoironia sul bunga bunga, ironia peraltro di qualità discutibile al punto che poco ci manca ai livelli del Martellone di Boris, prima o poi affonderà: porre fine alle sue sofferenze riempiendogli di acqua il gommone non è altro se non un atto di carità dovuto dopo tutto quello che lui ha fatto per noi (cioè niente), ma soprattutto per se stesso (cioè anche troppo). Il problema è che il suo gommone è grande.

Il terzo motivo è che (e forse voi non ci avevate mai pensato, io nemmeno ci avevo mai pensato, prima) tutti gli scrutatori che scrutano (fino a farsi uscire gli occhi dalle orbite) le schede di un referendum che poi si rivela non valido per mancato raggiungimento del quorum sono dei potenziali assassini, quindi avete salvato il mondo da una schiera di potenziali assassini. Gli assassini (potenziali) più pericolosi, poi, sarebbero stati gli scrutatori delle sezioni estero. Una degli assassini potenziali più pericolosi sarei stata io.

Gli scrutatori della sezione estero fanno in un giorno tutto quello che gli scrutatori delle sezioni normali fanno in due giorni. Che poi non lo so. Non sono mai stata una scrutatrice normale. Primo perché non sono normale. Il secondo non c’è. Una mole di burocrazia infinta. Avete presente quando entrate nel seggio e c’è la divisione sessista fra uomini e donne perché ci sono due elenchi e devono spuntare il vostro nome sull’elenco? Ora tenete presente quanto ci mettono considerando la lunghezza degli elenchi e tutto il resto. Gli elenchi degli italiani all’estero sono delle bibbie in formato A3, maschi e femmine insieme, il consolato di New York erano cinque bibbie con 60000 nomi dentro, in lettere sessantamila, dei quali dovevamo spuntarne 650, in lettere seicentocinquanta, distribuiti al loro interno, individuando costoro grazie al rispettivo numero identificativo di sei cifre trovato sul tagliandino incluso nelle buste individuali provenienti dal consolato. Dice, ma i numeri erano consecutivi? No. Dice, ma almeno erano già ordinati? No. Dice ma i tagliandini c’erano sempre? No. Poi nella busta c’era un altra busta, con le schede dentro. Quattro schede per 650 votanti. 2600 schede. In lettere duemilaseicento. Tutte da timbrare e siglare. Anche quelle annullate prima dello scrutinio per assenza di relativo tagliandino o presenza dello stesso nella busta dove dovevano andare le schede (lì sigillato ermeticamente, e le schede fuori, a sguazzare nella busta del consolato, ma cosa vi dice il cervello). Dice, ma almeno le schede erano piegate bene, con la zona destinata al timbro verso l’esterno? NO. Dice, ma l’hanno capito gli italiani residenti all’estero (e sottolineo all’estero, dove certe cose sono amplificate verso le frequenze dell’assurdohertz) che per dire NO al legittimo impedimento bisognava votare SÌ? Secondo me no. Sorvolando sui 300, scritto in lettere trecento, verbali tutti uguali, viene il momento delle buste ovvero duepunti: le schede annullate prima dello scrutinio (foto) vanno nella busta 3B (foto) [e lì capisci il perché della carta da pacchi], una delle buste 6 (non bis, né A, B, C) grande più o meno quanto il Molise porta la dicitura Verbale delle operazioni di scrutinio però di lato c’è scritto attenzione in questa busta non va inserito il Verbale. E dici allora perché ce ne ho 300 copie? Non si sa, forse qualcuna era in più. Forse.

C’è questa strana convinzione, in Italia, che con la burocrazia sia meglio abbondare. C’è questa poca consapevolezza, in Italia, che, con il mancato raggiungimento del quorum, il rischio maggiore sia quello di sguinzagliare una mandria di assassini potenzialmente molto violenti, con il braccio allenato da 2600 timbrature consecutive e perciò propenso alla coltellata. Stavolta vi siete salvati.

BRAVI.



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