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Palmipedone #229 —La Mecca—

Da Ilainwonderland

Il Guggenheim è un famoso museo di New York con una struttura architettonica molto particolare:

Dalla strada, l’edificio assomiglia a un nastro bianco che si avvolge attorno a un cilindro più ampio in cima che alla base[...]. All’interno, la galleria espositiva forma una dolce spirale che sale dal piano terra fino alla cima dell’edificio.
[Da Wikipedia]

Io non ci sono mai stata.
Però sono stata qui.
Palmipedone #229 —La Mecca—
Che col Guggenheim non c’entra niente perché, primo, per passare da un piano all’altro ci sono le scale, secondo, da fuori tutto sembra fuorché un nastro che si avvolge su di un cilindro e, terzo, non è un museo. È il building 40 del CERN di Ginevra,

where scientists keep finding nothing

secondo l’albergatore Ginevrino (ah-ah), la Mecca secondo il fisico delle particelle, e, più in generale, un posto dalla burocrazia efficientissima e soprendentemente veloce, con dei tavolini e dei muri decorati in stile ommiodio (da leggersi in maniera ascendente o discendente a seconda dei sentimenti spontaneamente suscitati da questo genere di cose, non necessariamente legati alla professione e all’ambito di studio -per me, ad esempio, il tavolino è un po’ ommiodio discendente-), un rapporto conflittuale con le donne delle pulizie che son buone e care, ma non si sa mai dove potrebbero metter le mani

Palmipedone #229 —La Mecca—
e una quasi commovente attenzione ai bisogni di chi ci lavora/vive (spesso le due cose non son distinte) al punto che è possibile trovarci una cosa del genere:

Palmipedone #229 —La Mecca—

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E, più della struttura architettonica simil Guggenheim (ma mica tanto), più dei tavolini e dei muri con dei disegni nerdosi, queste qui son le cose che, come direbbe Holden Caulfield

ti lasciano secco. Sul serio.

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Note noiose: Il murales rappresenta una veduta in sezione del rivelatore dell’esperimento ATLAS (non in scala, il rivelatore vero, sottoterra, è ben più grande) mentre, quella sul tavolino, è la rappresentazione di un evento, cioè dei prodotti di una collisione fra particelle, nel rivelatore Aleph, utilizzato nell’esperimento LEP (chiuso nel 2000) il cui tunnel circolare di 27 km è lo stesso che attualmente ospita LHC (dove, per inciso, non è vero che non si trova niente).



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