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Papilloma virus: vaccinarsi oppure no?

Creato il 02 aprile 2013 da Naturopatiablog @NaturopatiaBlog

Molto pubblicizzato in questi anni e altrettanto pericoloso e per molti versi inutile. Ecco la verità sul vaccino anti Papilloma virus, la sua reale efficacia, i suoi effetti collaterali. Inoltre, scopriamo insieme cos’è il Papilloma virus (HPV) e quanto è pericoloso davvero.

vaccino, vaccini, papilloma virus, vaccino papilloma virus, vaccinazione papilloma virus, vaccino gardas, vaccino hpv, vaccinazione hpvMolti genitori vengono invitati dai servizi di Igiene e Sanità Pubblica, a vaccinare le loro giovani figlie di 11, 12 anni contro il Papilloma virus. Questi stessi genitori, persuasi dalle campagne di informazione promosse dalle lobby farmaceutiche, nonché dagli Enti governativi, accettano, convinti di poter riuscire a proteggere le loro ragazze almeno dal tumore al collo dell’utero.
Le cose però non stanno proprio come ci raccontano le ASL. Intanto c’è da dire che l’informazione diffusa sul vaccino contro il Papilloma virus non è né corretta, né esauriente. Infatti le incognite e i dubbi legati alla somministrazione e all’efficacia di questo vaccino sono molti e lasciano la Comunità scientifica sempre più perplessa e con più interrogativi che certezze.

Studi clinici, che possano provare la capacità protettiva di questo vaccino contro il Papilloma virus, responsabile del tumore del collo dell’utero, sono assolutamente insufficienti e incompiuti. Ci resta, quindi, solo l’estrapolazione di pochi dati desunti dagli stessi: per fare il punto sull’argomento, dobbiamo ringraziare il dott. Eugenio Serravalle e il dott. Roberto Gava con il loro libretto informativo che si intitola “Vaccinare contro il Papilloma virus? Quello che dobbiamo sapere prima di decidere”.

La prima cosa da sapere è che un vaccino non sperimentato come questo non sarebbe dovuto essere commercializzato finché non ci fossero stati dati concreti sul reale rapporto rischio-beneficio e quindi non prima di almeno 15 anni. Oggi però le regole della Farmacologia, promosse per evitare abusi ed effetti indesiderati, sono state soppiantate dalle regole del business a tutti costi. Ciò che conta di un farmaco nuovo è solo il suo “valore per gli azionisti” e per tutti quelli che usufruiranno di “benefit” dalla commercializzazione di questo nuovo vaccino. Quindi il fine ultimo non è il bene del cittadino ma solo il conseguimento di guadagni personali. Vediamo in sintesi i punti salienti.

Cos’è il Papilloma virus?

Il Papilloma virus (HPV) è un virus umano molto comune che si trova nei genitali femminili, anche indipendentemente dalla trasmissione sessuale (si trova anche nei neonati trasmesso dalla madre durante il parto). L’infezione è più facile quanto maggiori sono i partners sessuali, ed è più frequente qualora siano presenti altre malattie a trasmissione sessuale e nelle donne che fumano o assumono contraccettivi. Nella maggior parte dei casi l’infezione da Papilloma virus (HPV) è asintomatica o foriera di verruche cutanee o condilomi genitali. Lo sviluppo di una lesione tumorale benigna è rara e l’evoluzione ad uno stadio maligno è eccezionale.

Quanto è pericoloso il Papilloma virus?

Esistono circa 120 tipi di virus papilloma e solo 12 sono potenzialmente cancerogeni, ma questa condizione si verifica solo in certe condizioni o in presenza di un sistema immunitario depresso o incapace di svolgere le sue mansioni difensive dell’organismo.
In ogni caso, e questo è estremamente interessante, anche un’infezione da Papilloma virus potenzialmente cancerogena, regredisce spontaneamente nel 90% dei casi entro tre anni dalla diagnosi.
Nel 9% dei casi, il virus convive per tutta la vita del soggetto ospitante senza causare problemi (in tali casi il Pap-test risulterà negativo e l’ HPV-test positivo).
Solo nell’1% dei casi ci può essere progressione dell’infezione verso una lesione pre-cancerosa, e solo l’ 1% di queste si potrà evolvere in lesioni cancerose vere e proprie ma solo dopo un periodo di latenza di 30-50 anni.

Ciò significa che il carcinoma si manifesta con una frequenza complessiva di 1 caso ogni 10.000 persone con Papilloma virus e con una mortalità di 3 casi ogni 100.000 persone, casi in cui esiste già una pregressa e grave alterazione del sistema immunitario. Da tutto questo emerge che la stragrande maggioranza delle donne che presenta un’infezione da Papilloma virus, anche con ceppi ad alto rischio, non svilupperà mai un tumore alla cervice uterina.

Pap-test e HPV-test

Se aggiungiamo che nei paesi industrializzati come il nostro, le donne sessualmente attive che si sottopongono al Pap-test non sono ancora il 100% , ma un misero 30%, si comprende bene che questo tumore, già in diminuzione, potrebbe essere completamente debellato se ci si sottoponesse a questo esame preventivo, utile per diagnosticare lesioni in stadio molto iniziale, non dico una volta all’anno, ma almeno una volta ogni due anni. Le lesioni iniziali di carcinoma in situ potrebbero essere eliminate con un semplice e indolore intervento ambulatoriale. Le morti associate a questo tumore potrebbero essere evitate semplicemente eseguendo un semplice Pap-test e seguendo norme igieniche adeguate.

Per chi non lo sa, il Pap-test è un test di screening che serve a individuare la presenza di eventuali lesioni pre-tumorali prima che diventino maligne. Non è diagnostico per la presenza del Papilloma virus che necessita per essere evidenziato di un esame diverso (HPV-test). La presenza del virus, però, non è indice di malattia, ma solo di indice oncologico poiché può dirci se il genotipo del virus presente è a basso o ad alto rischio oncogeno.

L’in-efficacia del vaccino anti Papilloma virus

Il vaccino per il Papilloma virus (sia quello bivalente che quello tetravalente) stimola il sistema immunitario a formare anticorpi contro 2 dei 12 genotipi potenzialmente cancerogeni di HPV. Quindi è attivo contro i due genotipi riscontrati più di frequente ma inattivo contro gli altri. Dato però che il virus impiega più di 20 anni per passare dallo stadio benigno (displasia) a quello maligno, e dato che la sperimentazione del vaccino (sulle nostre figlie!) è cominciata solo 5 anni fa, bisognerà attendere ancora 15 anni per essere sicuri della protezione effettiva del vaccino verso quei due genotipi.
Secondo dati concreti a nostra disposizione, e non dati meramente statistici, questo vaccino sembra sia efficace solo nella “displasia cervicale intraepiteliale di grado 2” (CIN2). Questa lesione, però, nel 40% dei casi regredisce spontaneamente (senza trattamenti), nel 60% dei casi si elimina facilmente con un intervento ambulatoriale. I dati di efficacia sulla displasia cervicale intra-epiteliale di grado 3 (CIN3) e sull’adeno-carcinoma in situ sono totalmente insufficienti per trarre qualunque conclusione. Per quanto concerne invece i dati sul carcinoma cervicale conclamato, si può tranquillamente affermare che sono assolutamente inesistenti.

E ancora: un piccolo numero di ragazze  ca. 1.200) di età compresa fra 9 e 15 anni, sono state “selezionate” negli studi clinici per valutare l’efficacia del vaccino. Di tutte queste ragazze, che dovrebbero rappresentare la popolazione TARGET della vaccinazione anti-papilloma, appena 100 avevano 9 anni, e la più giovane è stata seguita solo per 2 anni! Come si fa a partire da questi dati per pianificare una vaccinazione di massa nei confronti di un virus che può causare (ma non è detto) un tumore dopo almeno 20 o 30 anni di convivenza nell’organismo? La scelta di vaccinare giovani soggetti è legata al fatto che il vaccino è attivo solo se non si è venuti a contatto del virus che si contrae principalmente attraverso rapporti sessuali (ma non solo) e quindi si suppone che sia difficile che in tenera età queste ragazze siano sessualmente attive. A parte però questa considerazione, la vaccinazione di massa non è giustificabile in quanto non si sa nulla dell’efficacia antitumorale né degli effetti collaterali del vaccino.

A questo punto è logico concludere che questa “operazione vaccino anti-papilloma” non sia altro che una sperimentazione di massa e per di più a totale carico del cittadino ignaro che, non solo deve pagare il vaccino, ma anche sperimentare sulla propria pelle gli eventuali danni.

Gli effetti indesiderati del vaccino anti Papilloma virus

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E a proposito di effetti indesiderati del vaccino contro il Papilloma virus, il sistema VAERS (vaccine adverse report system), che si occupa delle segnalazioni di effetti collaterali durante e dopo le vaccinazioni, ha segnalato fino alla fine di febbraio 2008 più di 5.300 reazioni avverse post vaccinazione con il vaccino tetravalente Gardasil su circa 8 milioni di dosi vendute. Secondo la ditta produttrice il 2-4% di questi effetti erano gravi, mentre per i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) questi effetti ammontavano al 5%! Sono stati riportati finora 10 casi di esito fatale (morte) tra le ragazze vaccinate, ma la ditta produttrice ha dichiarato che questi decessi erano “in linea con gli eventi attesi nella popolazione sana”. La FDA (Food and Drug Administration) ha ricevuto anche 28 segnalazioni di aborto dopo somministrazione del vaccino Gardasil a 77 donne in stato di gravidanza! Altre 5 hanno registrato danni gravi a carico del feto.
L’elenco degli effetti indesiderati del vaccino anti Papilloma virus non finisce qui: sono stati riscontrati cefalea, febbre, nausea, vertigini, vomito, diarrea, dolori muscolari, asma, orticaria, gastroenteriti, mialgie, trombosi, patologie pelviche infiammatorie, artrite reumatoide, aspecifiche e giovanili, intorpidimento fino alla paralisi degli arti, sindrome di Guillain- Barrè (una grave polinevrite neurologica), encefalopatia, convulsioni, ecc…

C’è da aggiungere che un grande pericolo di questo vaccino, come per tutte le vaccinazioni per virus oncogeni, è che, se anche il vaccino riducesse la frequenza dei tumori causati dai 2 genotipi di Papilloma virus è molto probabile che ciò induca un incremento percentuale di infezioni da parte degli altri genotipi virali di papilloma. Come già documentato con altri vaccini, una vaccinazione massiva potrebbe indurre delle mutazioni virali tali da poter cambiare la virulenza patogena dei genotipi oncogeni ad alto rischio oggi conosciuti, inducendo una selezione di altri tipi di virus HPV molto più aggressivi e oncogeni di quelli attuali. Un rischio da non sottovalutare.

In conclusione, a parte che non si sa neanche per quanti anni sia attiva la copertura del vaccino contro i 2 genotipi di HPV, la campagna pubblicitaria, secondo cui il vaccino sia capace di impedire tutti i tipi di carcinoma della cervice uterina causati dal Papilloma virus, non è assolutamente corretta! Alcuni ricercatori hanno dichiarato, ironicamente, che le ragazze che fanno da cavia in questo frangente, permetteranno alle ditte produttrici di vaccini di guadagnare i soldi necessari per avallare ulteriori studi (ma voi pensate che lo faranno?) mirati al perfezionamento del vaccino. Quindi è come se queste ragazzine si sacrificassero gratuitamente e inconsapevolmente per il progresso della “Scienza”! Fortunatamente nella comunità scientifica c’è ancora chi persegue fini solidali e non soltanto economici ed è convinto, come me, della assoluta inutilità di questo vaccino, ma bensì della sua pericolosità.

Piuttosto che spendere per finanziare le vaccinazioni, lo Stato non potrebbe promuovere una campagna per sensibilizzare tutte le donne a sottoporsi ad esami preventivi come il Pap-test e l’HPV-test, più logici, più economici ed esenti da rischi? Senza contare che per fare questo lo Stato leva finanziamenti ad altri settori della sanità pubblica. C’è di che meditare…


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