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Paris, mon amour

Creato il 17 novembre 2015 da Marvigar4

Paris selection   programme centre pompidou 19851

Quest’anno ho festeggiato i trent’anni dalla mia prima visita a Parigi, ma sarebbe meglio dire trent’anni di un amore che non ha mai conosciuto crisi. Fu il cosiddetto coup de foudre da parte di un ragazzo che aveva trovato qualcosa di più di una città… All’epoca Parigi era nel pieno della presidenza Mitterand, eletto quattro anni prima, ed io visitai un Louvre dove stavano lavorando alla Cour Napoleon per erigere la piramide che sarebbe stata il nuovo ingresso principale. Ho visto in seguito altre nuove costruzioni, come la Grande Arche de la Défense, che suscitarono controversie tra i puristi dello skyline parigino; mi immersi nel 1989 nei festeggiamenti del Bicentenaire de la Révolution; sono passato dal walk-man all’era Internet e successivi sviluppi, ma Parigi era sempre lì, in tutte le mie visite e dentro di me, come un riferimento assoluto, una meta dei miei sentimenti e della mia mente.
Per questo sto vivendo giorni di tristezza, di dolore, perché “qualcuno” ha deciso di rendere Parigi luogo di massacro, di strage, di paura, di terrore. La mia Parigi non è mai stata questa, non vuole essere questa e non lo sarà mai. Ha vissuto, sì, momenti drammatici nel corso dei secoli, ma si è sempre rimessa in piedi. Quello che ho visto fare dai terroristi mi ha rimesso in mente il 14 giugno 1940, quando Hitler occupò la città e la rese un deserto… i nuovi nazisti vogliono ancora fare la stessa cosa: distruggere secoli di civiltà, di bellezza, di storia, di arte, di speranza.
“Qualcuno” desidera che le lancette dell’orologio della storia tornino indietro, ma chi ci dice che questo “qualcuno” abbia a che fare con una fronda estremista islamica? Siamo sicuri che tutto si debba risolvere e giustificare come una sorta di crociata inversa, di Jihad propugnata da un migliaio di fanatici religiosi? Perdonatemi, ma io non ci credo, non ci ho mai creduto. Nemmeno in quell’11 settembre 2001 c’ho creduto. Adesso c’è chi dice che Oriana Fallaci aveva ragione… no, miei cari, aveva torto marcio, perché era arrivata al punto di disprezzare tutto quello che puzzava di Islam, arrivando persino a stabilire che la cultura araba non aveva avuto che un minimo, insignificante impatto sulla nostra civiltà. Aveva torto marcio, perché non sapeva contare fino a dieci prima di pensare e poi scrivere le cose che ha detto, pace all’anima sua. E il dieci, ancora oggi, si scrive con una cifra che è stata inventata dagli arabi. No, qui “qualcuno” vuole seminare il caos, e lo sta facendo fuorviando, mistificando, spacciando una cultura nobilissima per un ammasso di sciocchezze e di mortifere considerazioni. I terroristi sono quelli che spingono sull’acceleratore perché la paura trionfi, e con la paura l’ignoranza, la diffidenza, il sospetto, l’aggressività, la xenofobia. ISIS altro non è che una sigla, ma con l’Islam non c’entra niente e i veri bastardi sono quelli che fanno di ogni erba un fascio, coloro che amano vedere il panico tra la gente e, soprattutto, pretendere che il mondo chiuda le porte, serri le finestre e sigilli i confini. I veri bastardi sono, sotto sotto, contenti che ci siano gli attentati per poter affermare di aver avuto ragione insieme a Oriana Fallaci.
Parigi, la mia Parigi, ha visto di tutto e di più, non si fermerà di fronte a questo manipolo di psicotici disgraziati manipolati da una regia occulta e scaltra che fa fare il lavoro sporco ai miserandi, sperando di poter avere dei profitti da questo immane casino. Parigi sopravvivrà ancora una volta ai profeti di sventura e quei criminali moriranno tutti, come sono morti in passato.
Parigi, vita mia, a noi due!

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