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Parlare di politiche di genere….”non è da tutti”.

Da Suddegenere

Parlare di politiche di genere….”non è da tutti”.

[in foto da sx: Lucchetti (Api ed altro), Ciambrone (FLi), Celia (Fratelli d'Italia), Scalzo (La sinistra ed altri), Bova (Pdl ed altri)]

Avremmo voluto inchiodarli a prendere precisi impegni ma (come previsto) non è stato possibile, per una serie di ragioni che variano dall’incompetenza all’assenza fisica. Cio’ nonostante l’incontro ed il confronto fra i candidati a sindaco di Catanzaro (e chi li rappresentava) è stato  molto utile ad avere chiaro un panorama cittadino (ben poco rassicurante): posso subito dire che sebbene i temi da noi proposti abbiano reso possibile la disponibilità alla presenza (o ad essere rappresentati) da parte di tutti i candidati , i partiti a sostegno (ed evidentemente i candidati stessi) pare non abbiano sollecitato la presenza di sostenitori (o non abbiano pensato di diffonderne notizia), avvalorando la mia convinzione di fondo: cioè che le politiche di genere, per cittadine e cittadini impegnati o meno nella politica dei partiti ,sono -nella mia città- un argomento di interesse (a dir poco) residuale ( mi chiedo il perchè e le risposte non mi piacciono). Per dirla in breve: non c’erano molte persone, nonostante la notizia dell’incontro fosse stata diffusa a mezzo stampa, per televisione locale, e tramite volantinaggio alla manifestazione del 9 aprile. Non sono in grado di dire con certezza se il problema della partecipazione è generale oppure se, trattandosi di un confronto sugli escrementi di cane che invadono i nostri marciapiedi (grave problema di igiene e decoro urbano), ci sarebbe stata una presenza piu’ massiccia nella sala.

Posso pero’, per parafrasare L.Muraro,  senz’altro dire che parlare di politiche di genere…”non è da tutti”:

Il candidato Ciambrone (FLi)  ha risposto  con una serie di NO alle nostre richieste, ignorando completamente e non prendendo neppure in considerazione la differenza di genere e considerando le nostre  come richieste di privilegi e/o favori (sebbene nella mia introduzione avessi appena specificato chiaramente “Vogliamo che sia chiaro che da parte nostra non ci sarà la richiesta di una qualche gentile concessione, ma vi chiederemo di esprimere pubblicamente una volontà politica e mostrare un gesto di civiltà e modernità nel riconoscimento della differenza e dei diritti di cittadinanza delle donne, che non sono diritti di serie B.” e “Se abbiamo voluto fortemente questo confronto  non è per mera provocazione ma perché riteniamo che chi auspica, come noi, una crescita economica e culturale della città, non possa prescindere da una serie di riflessioni fondamentali che riguardano la vita delle donne e dalle possibili e conseguenti azioni politiche.” Ciambrone si è anche rivolto a noi chiedendoci perchè dovrebbe concedere un tavolo istituzionale consultivo o la Casa delle Donne a noi   e non alle altre associazioni della città (dimenticando, ad esempio, che non siamo un’associazione e che il tavolo consultivo e la Casa le stavamo chiedendo  per la Rete e le altre realtà femminili, ma appunto il presupposot fondamentale è che Ciambrone non contempla la differenza fra i sessi e le differenti esigenze che ne conseguono e di questo pare ne vada fiero). Ciambrone peraltro ha tentato di sminuire le nostre richieste dicendo, ad esempio, che sarebbe stato ovvio darci ragione (chi puo’ dire che la violenza non è una grave violazione dei diritti umani?) ma di fatto (facendo anche cenno alla violenza subita dagli uomini) le sue risposte sono state una serie di No.

Di Celia (candidato per Fratelli d’Italia) cosa dire? Dopo essere riuscite a contattarlo solo un paio di giorni prima, per motivi non dipendenti dalla nostra volontà, si è presentato completamente impreparato ma molto gentile e disponibile a prendere in considerazione le parole delle donne (se non ad accoglierle).

Scalzo ha dimostrato di essere un giovane uomo consapevole delle problematiche da noi proposte, competente, propositivo, disponibile all’ascolto e credo che a suo modo ci abbia rassicurate. La mia impressione è stata quella di avere di fronte un uomo che ha una particolare sensibilità, che ha entusiasmo e voglia di fare, e che si accosta con una certa prudenza alla portata ed alla reale natura dei problemi delle donne.

Ultime, ma non per importanza: Tommasina Lucchetti (assessora alle P.O. uscente, per Argiro’ a sindaco) ed Elena Bova (per Traversa a sindaco), le uniche ad essere state puntuali nel loro ingresso nella Sala dei concerti.

Intanto c’è da fare un passo indietro: su 5 candidati a sindaco neanche una donna. Eppure i due candidati che non sono stati presenti (Argiro’ per impegni non ben precisati-che chiamerei “scaricabarile”- e Traversa perchè intento a votare a favore del processo breve alla Camera dei deputati) hanno delegato due donne ad essere presenti (si sa, gli “affari delle donne” ci competono, ma giusto quelle).

“L’unica un pochino competente era la Lucchetti, ma o è stata troppo sola o troppo lontana dalla vita vera delle donne.” Questo il commento di un’amica. Io non sono proprio d’accordo (non era la sola competente) ma sebbene sia stata spesso critica nei confronti della politica dell’assessora uscente oggi  mi sono resa conto che nei prossimi anni ci potrebbe decisamente andare peggio e sono anche propensa a darle una serie di meriti.

Di Elena Bova devo dire che è stata l’unica capace a riconoscere ed a sottolineare con forza la differenza di genere e la discriminazione delle donne (citando numerosi esempi connessi con la sua professione e non). Mi è piaciuto il fatto che abbia chiamato dottoressa Aleksandra (un paio di uomini prima di lei l’avevano chiamata semplicemente per nome solo perchè straniera, destinando contestualmente il titolo a Lucrezia, queste “pratiche” le conosciamo bene); è stata l’unica a riconoscere pubblicamente nella nostra Rete la possibilità di un cambiamento in forma di uno spostamento dell’attenzione sui temi delle donne, che non è mai stato operato realmente nella nostra città, ma il grosso limite dei suoi interventi è stato nella misura in cui ritengo si sia espressa con argomentazioni personali (e non so quanto possano essere, o sono, condivise dal candidato a sindaco che sostiene) non esponendosi  nel prendere impegni.

Mi è stato detto, finita la discussione, da Franca Fortunato che a suo giudizio noi chiediamo la “uguaglianza” (ha citato come esempio il “metà donne e metà uomini che abbiamo chiesto per le liste e la giunta). Cio’, ovviamente, non è vero ma  ci conosce poco e non ha sentito quanto ho ribadito introducendo l’incontro ” La politica dei partiti non garantisce alle donne la possibilità di sviluppare al massimo e al meglio le loro potenzialità, nel rispetto e riconoscimento della differenza, cosi’ come il lavoro femminile mai è stato considerato una leva economica per azionare la crescita generale ” o anche “Molte donne come noi, infatti, immaginano e praticano un’altra politica, un’altra cultura, un altro modo di stare nel mondo che non sia la politica dello scambio.” Molto semplicemente noi chiediamo il riconoscimento della differenza e la uguaglianza dei diritti. L.Irigaray, L.Muraro ed altre non ci sono sconosciute e le apprezziamo particolarmente, riteniamo pero’ che la necessità di quelle che vengono definite “rivendicazioni” sia tutt’altro che superata in una città ed in una regione come la nostra. Ma di questo penso che avremo modo di discuterne ancora.

Concludo con una nota: nella mia città le donne che si occupano di politica, ed in particolare di politica delle donne, non sono piu’ giovanissime, si conoscono da sempre ed hanno fra di loro precedenti (la maggior parte dei quali ignoro ma il discrimine nei loro rapporti non sta nel dichiararsi femminista oppure no, o anche appartenere ad un partito o ad un altro) che le tengono a distanza, anche in occasioni come quella di oggi. La cosa non mi stupisce piu’ di tanto, sebbene sia stata lontana cosi’ a lungo, ma a tratti mi risulta incomprensibile. Cerco di estranearmi da logiche che non mi appartengono nel tempo, nello spazio e a partire dai presupposti con i quali ho contribuito alla nascita della rete. Preferisco sentirmi in sintonia con loro:

Parlare di politiche di genere….”non è da tutti”.

ALeksandra, Lucrezia, (velo di) Naima

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Tirando  le somme:

Stefania Scordamaglia ha introdotto e posto una domanda ai candidati a sindaco (e chi li rappresentava) sul contrasto (e la prevenzione) alla violenza di genere attraverso il rafforzamento di una rete territoriale; Stefania Gareri sul bilancio di genere e le politiche del lavoro; Aleksandra Pasyeka sulla Casa delle Donne interculturale; Lucrezia Scordamaglia sulle politiche sociali (rispetto ai recenti tagli che hanno ridotto all’osso i fondi destinati alle regioni edai comuni); Anna Pascuzzo sulla democrazia paritaria; Doriana Righini ha introdotto la Rete ed ha parlato delle ragioni del confronto.

In riferimento al contrasto alla violenza : la Lucchetti ha ribadito che se non fosse stato per i fondi comunali l’unico centro antiviolenza di Catanzaro sarebbe ad oggi chiuso (vista la mancata emanazione del bando per la legge reg. 20 del 21 ag.2007).Ciambrone ha spostato il discorso dal rafforzamento della rete territoriale a quello della violenza come manifestazione di debolezza dell’uomo che va quindi (l’uomo) sostenuto attraverso lo “psicologo di famiglia” per risalire a quelle che sono a suo giudizio le cause (le “fragilità” maschili).Secondo Celia visto che il problema è culturale bisogna “lavorare sui ragazzi”, nelle scuole, puntando sull’educazione alla non violenza e la prevenzione.Scalzo ha parlato di violenza domestica legata alla marginalità (qualcuno avrebbe dovuto ricordare anche a lui che la violenza di genere non è proporzionale al conto in banca ma è trasversale), si è proposto di ridurre il disagio sociale in città ed ha detto Si all’osservatorio e all’integrazione tra osservatorio, università e media.Per la Bova la violenza è un problema psicologico e di quello che è la cultura maschile della sessualità, prima dell’osservatorio che è sicuramente molto utile  punterebbe sul rafforzamento della rete territoriale anche perchè, ad esempio, i medici si trovano in difficoltà nel riconoscimento delle patologie correlate e le riconoscono -a volte- solamente quando c’è un danno fisico evidente.

In riferimento alla democrazia paritaria: Scalzo vorrà come vice sindaco una donna, metà giunta donne, sulla pubblica amministrazione prevede ascesa ai ruoli dirigenziali come in commissione europea, senza dilaniare la vita familiare. Secondo la Bova la battaglia è persa, non ci sono i numeri, se in Italia il problema è dei partiti a Catanzaro ancora la situazione è ancora più grave, tanto piu’ che l’amm.ne di sinistra uscente per due anni non ha avuto donne negli assessorati (poi una alle p.o.) e le consigliere elette sono state solamente 3 (di cui 2 del centro destra) .La Lucchetti si è detta contraria alle quote rosa ma favorevole alla variazione dello statuto comunale e delle aziende partecipate, una proposta a riguardo peraltro non è passata perchè è richiesto voto due terzi dei consiglieri (la cui presenza minima non è mai stata raggiunta).Ciambrone ha detto di no al tavolo di concertazione, perchè vorrà essere un sindaco “con la porta aperta a tutte le associazioni e le organizzazioni bussano ed entrano,il sindaco ascolta, voglio una politica che vola basso“. Le liste sono state già fatte dalla sua coalizione con 16 uomini e 16 donne.Celia ha sostanzialmente guardato con favore ad una presenza piu’ significativa delle donne nell’amministrazione comunale.

Per quanto riguarda la Casa delle Donne e le politiche sociali: Celia sulla casa delle donne prende un serio impegno; Scalzo anche come casa interculturale; Bova la vede come luogo adatto a diffondere informazioni utili e necessarie; la Lucchetti dice che la casa c’è (ne da anche l’allocazione) ma è da ristrutturare; Ciambrone dice no alla casa delle donne ma si ad una stanza del comune destinata alle associazioni (miste).Per quanto riguarda la domanda intelligente e spinosa fatta da Lucrezia pare che nessuno-a abbia cognizione di causa, anche minima.

Ed infine, per quanto riguarda l’occupazione e la conciliazione posso ricordare: Ciambrone la cui prima azione politica da sindaco sarà quella di istituire un nido nel tribunale (!); Scalzo che ha citato il congedo paternità;  la Bova che ha sottolineato quanto  cattiva sia l’analisi dei bisogni del piano di zona (il che mi pare assolutamente vero) e come la conciliazione sia vista con difficoltà da parte delle aziende, e congedi o part-time visti come privilegi delle donne; la Lucchetti ha sottolineato quanto il bilancio di genere sia esperienza difficile da applicare, nel senso che anche i dirigenti ne ignorano l’uso.

alla fine la Bova è scappata via (i giornalisti molto prima) e M.Raffaelli ha annunciato platealmente lo sciopero della fame (è già fin troppo magra) per il processo breve….Buona giornata da Catanzaro city (che nella realtà è town).



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