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Parliamone | 1992

Creato il 31 marzo 2015 da Parolepelate

«Avrà saputo che sto cercando qualcuno per il posto di vicedirettore.
Ho pensato di darlo a lei. Ma poi ho cambiato idea. Stasera nominerò Corradi vicedirettore generale. Non se la prenda, Notte. L’azienda è piena di vicedirettori. Per lei ho in mente dell’altro.
Ha presente Chiquita? La banana 10 e lode, ha presente? Un tempo si chiamava United Fruit Company e avevano enormi piantagioni in Guatemala e controllavano il governo con dittatori compiacenti. Per questo la chiamavano
“Repubblica delle banane”. Ma poi, nel ’51, ci furono libere elezioni e divenne presidente il colonnello Arbenz e la prima cosa che fece fu sequestrare i terreni alla United e nazionalizzarli. Un vero disastro per la compagnia. Beh, allora sa che fecero? Ingaggiarono un pubblicitario. Lui pose il problema in un modo diverso. Non era in ballo il profitto di una multinazionale. Era in ballo la libertà dell’America.
Organizzò finte manifestazioni antiamericane nelle città del Guatemala, aprì un ufficio stampa e cominciò a tempestare i quotidiani con la notizia che Arbenz era al saldo di Mosca e che dal Guatemala sarebbe partita l’invasione per gli Stati Uniti. Dopo pochi mesi, gli Stati Uniti bombardarono Città del Guatemala spacciandola per una guerra di liberazione e restituirono i terreni alla United Fruit».

«Ma io cosa c’entro?»

«Dobbiamo salvare la Repubblica delle banane».

Parliamone | 1992

Questa, cari miei, avrebbe dovuto essere l’ultima battuta pronunciata dal telespettatore, dopo il monologo di Dell’Utri al pubblicitario Leonardo Notte. L’ultima battuta che Accorsi avrebbe dovuto scrivere per la sua serie. La battuta che avrebbe dovuto chiudere 1992 dopo soli due episodi (quantificati in due ore di tortura).
Ma si sa, le sciagure vanno sempre in coppia: nonostante i 10 episodi già pronti, ci sarà anche un sequel intitolato 1994. E sì, sarà sicuramente su quella cosa lì.
A questo punto esigo un intermezzo 1993, perché sono nata io.

1992daun’ideadiStefanoAccorsi è stata venduta per qualcosa che non è; al limite della pubblicità ingannevole, oserei dire. Tangentopoli, dicevano. Corbellerie, ci hanno dato in pasto.

Avevo un’ansia di vedere questa cosa, delle aspettative altissime. Insomma, da season finale di The Walking Dead.
Primo, perché Tangentopoli è una di quelle cose di cui si è sempre parlato solo ai Telegiornali o nei libri di cronaca politica, mai tramite un mezzo alla portata di tutti – per quanto possa essere popolare Sky Atlantic – come la televisione; secondo, mi gasava l’idea che, finalmente, in Italia si stava avendo una svolta per quanto riguarda il campo delle serie tv made in Italy.

La ricompensa è stata scarna e neanche vicina alla soddisfazione: Mani pulite, gli eventi di Tangentopoli, gli interrogatori e le indagini di Di Pietro; le porcherie in cui erano coinvolti la DC, il PSI e la stragrande maggioranza della politica della Seconda Repubblica (non me ne vogliate se non sto qui a indicare tutti per nome e cognome, non siamo in par condicio); altri eventi storici di quegli anni; sono stati tutti trattati con sufficienza, oppure distorti, o relegati in qualche secondo di video, giusto per farci rendere conto in che anno, mese e giorno ci troviamo durante la narrazione.
Mi riferisco all’omicidio di Salvo Lima, però poi non se ne frega nessuno se in una ricevuta compare un IBAN introdotto solo nel 2000 oppure che Francesca Gollini arriva a ‘Non è la Rai’ solo nel 1993 (stazzitta). Fuck you, coerenza storica! Ah-ah!

Ma vogliamo parlare del fatto che, se dovessimo credere alla creatura di Accorsi – che similmente al mostro di Frankenstein, è stata creata con pezzi necrotici presi un po’ qui e un po’ lì – il vero cervello, la mastermind di Mani pulite è, siòri e siòre!, Luca Pastore.
Guardate che vi ho sentito dire ‘Chi cazzo è?’.
Tizio è personaggio 100% made in Accorsi; fantasy, una creatura mitologica, quasi. Ha al massimo 28 anni, è malato di HIV per una trasfusione con sangue infetto; riesce, comunque e non si sa grazie al calcio-in-culo di chi, a farsi assumere in procura, sotto Di Pietro, che si sta occupando delle tangenti. Fin qui niente di strano. Se non per il piccolo intoppo che, siccome si vuol vendicare contro un tale di nome Mainaghi (per colpa del quale ha contratto l’HIV), cerca di portarsi a letto la figlia di Mainaghi (una tossicona di seria A), per introdursi in casa del tipo e rubare informazioni che servirebbero, teoricamente, ad incastrarlo. Culo dei culi, fortuna delle fortune, durante l’arresto di Mario Chiesa per concussione, quest’ultimo fa il nome di Mainaghi, e Pastore sente un coro angelico che inizia ad intonare l’Inno alla gioia.
Così, grazie al suo potere di manipolare Antonio di Pietro, riesce a non far processare Chiesa per direttissima, inculca nel PM l’idea che si debba arrivare a Craxi e vende informazioni ad una giornalista che, lavorativamente parlando, sta peggio di lui. In tutto questo riesce a far arrestare gli imprenditori che vendevano gli appalti, compreso Mainaghi. Un ccenio, signori!

Peccato che sia, citando Fantozzi, una cagata pazzesca.

Non finisce qui, questo è quello che ci resta di Tangentopoli in quel minestrone Findus che abbiamo appena iniziato a mangiare. Il minestrone industriale e surgelato che quel mentecatto della pubblicità reputa superiore a quello che preparava la nonna con le verdure del suo orto. Ma valla a far bere a qualcun altro!

Poi ci sono Accorsi, Miss Italia 2008 e un altro sacco di gente che non conosco, ah sì, la tossicona Mainaghi.

Dicevamo, Accorsi.
Caro, lascia perdere, non è per te. Lascia perdere la scrittura, lavora sulla recitazione perché almeno quella può migliorare. Male che vada ti ritrovi con l’Arcuri e Garko su Canale 5… comunque sia non farai la fame.
Se ognuno di noi volesse scriversi una serie, credo che la prima cosa che farebbe sia renderla ‘epica’. Lo ha fatto anche Stefano Accorsi; ma come tutti i neofiti, si è lasciato andare la mano, ha subìto l’influenza seriale americana senza fare i conti con la latente infezione fictioniana italiana che, purtroppo, non sapeva di avere. Il risultato pericolo e pietoso – direi da vietare tramite qualche convezione per la protezione delle serie tv – è stata una chimera: fotografia non male, molto americana; espressioni facciali buone; dialoghi da Le Tre Rose di Eva o Un Passo dal Cielo; scene di sesso messe a caspio perché, essendo Sky, il Vaticano non può fare niente. Più o meno lo stesso risultato che si otterrebbe se si lasciasse libero un bambino in un supermercato, dandogli dei soldi e dicendogli di fare la spesa.
In definitiva, è guardabile se si toglie l’audio o si salta qualche scene, e se non si pensa di vedere qualcosa su Tangentopoli.

Il personaggio di Accorsi è un pubblicitario di Publitalia a cui Dell’Utri offre il posto per “salvare la Repubblica delle Banane”. Come? Pubblicizzando il Berlusca! Che appare anche imitato dal peggior imitatore su questa terra, di cui neanche si fa vedere il viso ma solo le scarpe in un cesso pubblico.
Ovviamente, Notte, è il classico stronzo ricco che ha una figlia vista sì e no tre volte, il tutto condito da un losco passato dal quale riceve a domicilio foto di donne ammazzate corredate da messaggi minatori.

Vogliamo parlare di Miriam Leone? Vederla ne La Dama Velata mi ha fatto venire dei seri dubbi riguardo all’essere io stata cosciente, o su un altro pianeta, nel momento in cui ha deciso di darsi alla recitazione. Vederla in 1992 mi ha fatto pensare che quella che non era cosciente quando ha preso una decisione così drastica, era lei.
Per te, Miss Italia finisce qui.
Sarà che il personaggio è quello che è – interpreta, infatti, una soubrette che tramite il potere di ciò che una donna ha tra le gambe, riesce ad arrivare a Domenica In – sarà che veramente non può fare l’attrice, ma fa quasi ridere.

Poi c’è il giovane polentone tornato dall’Afghanistan, congedato per disonore, che diventa il Batman della Lega perché picchia a sangue un gruppo di albanesi che stavano derubando dei milanesi, uno dei quali, culo dei culi anche qui, amicone di Bossi.

Siccome mi sembra di star decapitando qualcuno senza aver affilato l’ascia, smetterò di infierire dopo il colpo di grazia alla trama.

Ricordate l’accenno alle fiction di Canale 5? Beh, qualcosa di simile avviene anche a livello di trama.
La soubrette è l’amante di Mainaghi, il qualche ha anche una figlia che si intrattiene con Pastore. Pastore sviluppa una simpatia per la sorella della soubrette, la giornalista sfigata, che si aggira per i corridoi della Procura. Intanto, la soubrette è anche l’amica di letto di Notte. E sempre la soubrette, ha conosciuto anche il Batman leghista che ci ha provato con lei e che lei ha congedato con:  “Pro Ragby?”, legge lei, “Sì, giochiamo in Serie B”, fa lui; “Ecco bravo, fai conto che io gioco in Serie A”, chiosa lei.
Sarà anche Milano, sì, ma tutti conoscono tutti.

La testa è staccata, il corpo di divincola ancora. 1992 andrà in onda domani, con la terza puntata.

Non ci resta che Beppe Fiorello.


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