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Parola a Giovanni Falcone!

Creato il 23 maggio 2012 da Italiabenetti @italiabenetti

GIOVANNI FALCONE

Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939– Palermo, 23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano. Assassinato insieme alla moglie e alla scorta dalla mafia, è considerato un eroe italiano, come Paolo Borsellino, di cui fu amico e collega. A distanza di venti anni dal giorno della sua morte, avvenuta a causa di un attentato,  ricordiamo un uomo che è rimasto in prima linea fino alla fine, nella lotta contro la mafia e contro le collusioni politico mafiose. Con la strage di Capaci, l’Italia ha perso un grande uomo e sono tanti i pensieri che si potrebbero dedicare a quegli eventi, in un momento in cui il paese sembra ripiombare in un periodo di tensioni e terrore.

Quello che dobbiamo fare però è ricordare!

Ma invece di tante parole dette o pensate da altri, io oggi preferisco far riparlare lui, attraverso le sue citazioni e i suoi pensieri:
Parola a Giovanni Falcone!
  • L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.
  • Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.
  • Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. 
  • Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.

  • La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
Parola a Giovanni Falcone!
  • Temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall'altro, e alla resa dei conti, palpabile, l'inefficienza dello Stato.
  • Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto.

  • Avete chiuso cinque bocche, ne avete aperte 50 milioni.

  • Il dialogo Stato/mafia, con gli alti e bassi tra i due ordinamenti, dimostra chiaramente che Cosa Nostra non è un anti-Stato, ma piuttosto una organizzazione parallela.
  • Come evitare di parlare di Stato quando si parla di mafia?

  • Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.




Forse possiamo cambiarla ma è l'unica che c'è
Questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
Forse cent'anni o duecento è un attimo che va Fosse di un attimo appena Sarebbe con me tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole Tutti aggrappati ad un filo e non sappiamo dove Minchia signor tenente che siamo usciti dalla centrale Ed in costante contatto radio Abbiamo preso la provinciale Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera Nascosto bene la nostra auto c'asse vedesse che non c'era E abbiam montato l'autovelox e fatto multe senza pietà A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età E preso uno senza patente Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava La provinciale sembrava un forno C'era l'asfalto che tremolava e che sbiadivo tutto lo sfondo Ed è così tutti sudati che abbiam saputo di quel fattaccio Di quei ragazzi morti ammazzati Gettati in aria come uno straccio caduti a terra come persone Che han fatto a pezzi con l'esplosivo Che se non serve per cose buone Può diventar così cattivo che dopo quasi non resta niente Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise Che tante volte ci vanno strette Specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese E c'è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù E farla scendere è una parola, se chi ci ammazza prende di più Di quel che prende la brava gente Minchia signor tenente lo so che parlo col comandante Ma quanto tempo dovrà passare per star seduto su una volante La voce in radio ci fa tremare, che di coraggio ne abbiamo tanto Ma qui diventa sempre più dura quanto ci tocca fare i conti Con il coraggio della paura, e questo è quel che succede adesso Che poi se c'è una chiamata urgente se prende su e ci si va lo stesso E scusi tanto se non è niente Minchia signor tenente per cui se pensa che c'ho vent'anni Credo che proprio non mi dà torto Se riesce a mettersi nei miei panni magari non mi farà rapporto E glielo dico sinceramente Minchia signor tenente

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