Magazine Diario personale

Parole che si liberano

Da Chiagia

Ciao pà,

se fossi qui in questo momento – e in qualche modo ci sei, ci sarai – avresti la battuta giusta, il tono che sdrammatizza. La metà del nostro marchio di fabbrica, il senso dell’umorismo, l’ironia che non si spaventa di fronte a qualche eccesso, mai davvero cattivo, che non si nega qualche cinismo, mai davvero fuori luogo. Se ripenso a te quando ero piccolo, un te che aveva SOLO trent’anni e già aveva fatto un sacco di cose tra cui lavorare e mettere al mondo un bimbo grande, la prima immagine che viene sei tu che dici qualcosa e la gente che ride. Tu eri la “vipera” delle Poste e quel DNA di vipera è sceso nel mio, in quello di Daniele. Ci hai insegnato a essere simpatici alla gente, non estroversi ma sornioni, ad attendere il tempo in cui è più giusto dare il morso, spargere il nostro “veleno” e vedere nelle facce degli altri il sorriso.
Ma non è quello il regalo più grande che ci hai fatto. L’altra metà del nostro marchio di fabbrica, Chiappini DOC, è la sensibilità, la generosità. Ci hai insegnato a essere brave persone, a volte anche troppo brave, ci hai insegnato ad amare e ad essere amati (sembrano parole retoriche, inevitabili quando uno muore ma chi ti conosce sa quanto non lo siano). Questo è il più grande regalo che può fare un genitore a un figlio e spero che noi saremo abbastanza bravi da insegnarlo, bene come hai fatto tu, a Francesco e al bimbo o alla bimba di Daniele. Guardarsi attorno e vedere che la gente ti vuole bene è la cosa più bella che possa esistere. Era così per te nella “zona”, è oggi così per me e Dani nei nostri lavori, nelle nostre famiglie, nella nostra vita.
Ovvio che oggi mi manchi e ancora più ci mancherai quando il dolore e lo choc cominceranno a sedimentare. Mi manca di non averti avuto abbastanza. Ho avuto la fortuna di averti papà giovane, avrei voluto vederti nonno anziano per Francesco. Ecco, questo è il mio rammarico più grande, che tu lo abbia visto poco. Anche Francesco come me non conoscerà suo nonno se non nei racconti che gli faremo, nelle parole con cui ti descriverò. Gli dirò di una persona perbene e intelligente, simpatica e generosa. E sono sicuro che anche a lui dispiacerà non vederti che lo aspetti nei giardinetti del Parco. Avreste potuto avere un pezzo di tempo in più, peccato. Ma dobbiamo essere grati di aver avuto questo pezzo di tempo in cui vi siete conosciuti, un tempo che poteva non esserci e oggi sarebbe stato tutto più doloroso.
Sei partito di botto, senza preavviso. Che dirti? Buon viaggio dovunque vai, che la tua capacità di sorridere sappia renderti leggera ogni cosa, che la tua capacità di amare possa restare sempre nei nostri cuori. E ci starà, vai tranquillo.

Gian

Oggi mio papà avrebbe compiuto 71 anni, invece ci ha lasciati sei anni fa.
Queste sono le parole che avevo scritto allora, messe accanto a lui in quella mattina gelida, e quasi nessuno le ha lette.
Ora è tempo che si liberino.



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