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Parole e sesso

Da Carlo_lock
L'argomento "parole e sesso" mi sta a cuore, è un tema che penso sia più volte emerso in questo blog. In poche parole mi piace dare importanza al parlare di sesso, non soltanto fare il sesso e basta e poi chiuderlo, segregarlo nel ripostiglio del silenzio.
Per me è vitale conoscere la gente dalla propria sessualità....se uno non dimostra pubblicamente, a parole, di avere una sessualità (reale o immaginifica poco importa) non gode di una granché positiva considerazione da parte mia. O perlomeno, questa persona sembrerebbe una specie di alieno, un'"enigma in situazione" (terminologia simil-sartriana).
Ecco, diciamo anche, che l' "alieno" (l'individuo adulto che non manifesta una convinta sessualità a parole) può ribaltare a sua difesa (giustamente) la situazione e dire che chi parla troppo di sesso è un adolescente malcresciuto o un maniaco.
Perché effettivamente lo insegnano gli psicologi che agli adolescenti si perdonano le fissazioni col sesso, sono in una fase di scoperta bla...bla...bla....
Oppure si dice che chi parla troppo di sesso non lo fa e che un vero uomo lo fa e basta, è molto più dignitoso il silenzio.
Entrare nei particolari è un tabù, bisogna lasciare spazio all'immaginazione, alla deduzione, non serve raccontare....essere un uomo è orrendo, in fondo, no?
Ecco, è da quando ho capito cos'è un uomo che ho sempre propositi di suicidio. Però in fondo ho deciso che è bello vivere per dire queste cose, per prendere in giro gli "alieni", per criticarsi anche con autoironia, darsi dei pazzi, dei maniaci o dei fanciullini...Tanto le parole (tranne quelle sessuali) cadono nel vuoto. I giudizi semplicemente pronunciati non lasciano alcun segno. Ciò che colpisce nel segno è difficile dirlo.....raccontare nei dettagli una notte d'amore con la moglie a un collega di lavoro è un'impresa mica da poco.
Credo che parlare sia più difficile che fare. Ed in questo, quando facciamo sesso siamo solo degli animali, fare sesso è facile senza parlare, è la cosa più maledettamente facile del mondo. Ma quando si vuole far capire, raccontare soprattutto le emozioni, ecco, lì diventa difficile.
Le emozioni sono il vero tabù. L'emozioni e il piacere. Ecco perché la psicologia ha accolto (senza respingerli) i principi secondo i quali l'uomo vero è stabile, sublimato e riservato. E' chiaro che un prototipo di uomo ci deve essere, ma l'uomo stesso vive in sé stratificato, condizionato da mille esperienze, traumi, circostanze. Il solito errore della psicologia di imporre dei criteri generalizzanti è assolutamente deprecabile.
Un vero uomo deve sapere anche parlare di sesso, come saper parlare di qualsiasi cosa. E parlare soprattutto di emozioni legate al sesso. Deve, esibizionisticamente, condividere col mondo i propri desideri, in modo del tutto naturale. E' quello che io chiamo il "nudismo" della parola. Come si è veri e autentici senza vestiti, così lo si è altrettanto con la sincerità e le parole frontali, svelate. La vergogna, la stabilità, il disprezzo per l'adolescenza e per le emozioni li lasciamo ben volentieri al filisteismo borghese.

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