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Parolette /4 Crudeltà

Creato il 23 settembre 2012 da Ilpescatorediperle

Nel suo libro sulla simpatia, Max Scheler proponeva un'interessante distinzione fra crudeltà e brutalità. Se la seconda è il viatico per una violenza in cui il cupio dissolvi non si pone in relazione con un soggetto (foss'anche dolorante, minacciato), la crudeltà conserva la capacità di sentire l'altro, sia pur orientandola a sentire come l'altro può soffrire, ad individuare come fargli del male. Semplificando, se il brutale ha davanti materia, carne, massa, il crudele affronta un io come lui, che ha un corpo. La mia capacità di sentire quel che lui sente e di risuonare con lui mi dice dove agire, come infliggergli il dolore.
Concluso il pippone, ne inizio un altro. La letteratura può essere il campo di rappresentazione della crudeltà (il riferimento obbligato sarebbe il "teatro della crudeltà" di Artaud, ma la mia competenza in merito è troppo modesta, e non intendeva comunque quel di cui vorrei parlare qui). Piuttosto che indicare narrazioni di violenze fisiche, di deturpazioni, di sevizie, vorrei pensare alla letteratura come l'esercizio di una crudeltà sospesa, assente, indiretta. Lo è nell'effetto di scivolamento con cui un testo che tratta di un'esperienza anche solo quotidiana, appare ad occhi successivi la descrizione di un atto di crudeltà verso l'inerme. È quel che mi è capitato di osservare leggendo di una battuta di caccia in "Guerra e pace", credo di caccia alla volpe, ma non ricordo. Quel che ricordo è l'animale braccato, ma inafferrabile, quasi in salvo, che l'insistenza dei cacciatori riesce infine  a stanare e a uccidere. Allora mi apparve un atto testardo e ingiustificato. Ma forse, nelle intenzioni, non era che una parentesi amena.I testi che cito alludono invece ad una crudeltà senz'altro in atto, ma sfuggente. Nel caso di Waugh, essa si lega alla perfidia premeditata di una condanna singolare, la condanna alla lettura. In quello di Cortazar, ha il volto di una crudeltà sospesa, in predicato d'essere ma che si manifesta solo nella forma possente, ma contratta, di una tigre, che alberga in una grande casa, una tigre che è sulla bocca di tutti ma che è al contempo invisibile, e che, infine, si apposta in una biblioteca. La crudeltà sembra essere la letteratura stessa.
E. Waugh, L'uomo che amava Dickens (racconto)J. Cortazar, Bestiario (racconto)da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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