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Parolisi vuole abbracciare la figlia. Una bambina sospesa tra famiglie e tribunale

Creato il 15 settembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Parolisi vuole abbracciare la figlia. Una bambina sospesa tra famiglie e tribunaleNoi lo avevamo già scritto e continuiamo a farlo, la vera vittima del caso che vede in carcere Salvatore Parolisi e morta la giovane Melania Rea ha solo una vittima ed il suo nome è Vittoria Parolisi, la piccola figlia della coppia che fra un mese compirà due anni. Parolisi ristretto in carcere sembra che abbia chiesto al fratello Rocco “Portatemela in prigione, è un mio diritto poterla vedere e stringere a me. Pure gli psicologi con cui parlo qui mi hanno spiegato che le farebbe bene incontrarmi. Dillo ai genitori di Melania». (La Stampa) La piccola però, come è  noto, è affidata alla famiglia materna, ai Rea. Michele Rea, zio della piccola risponde alla richiesta: «Mettevi nei nostri panni – sinceramente non ce la siamo sentiti di accompagnare la bambina in prigione. Facciamo tutto il possibile per farla vivere in un clima sereno, per farla stare tranquilla e farla sentire come tutti gli altri bimbi della sua età. Ma sappiamo tutti che così non è». Dall’altra parte però risponde la nonna paterna, «La bambina è contentissima di parlare con mio figlio  e poi mi chiede “quando torna papà?”». sia Rocco Parolisi che Michele Rea cercano di mediare tra le famiglie. Rocco ha dichiarato «Capisco bene che la situazione è difficile – ammette Rocco – e noi apprezziamo molto la famiglia di Melania. Però mio fratello continua a giurarci che è innocente, che non è stato lui ad ammazzare Melania. Sente il desiderio di vedere sua figlia, dice che le manca e che ha bisogno di lei. Noi non ci vogliamo mettere contro i Rea, adesso staremo a vedere cosa dirà il Tribunale dei minori: mio fratello sta studiando la richiesta con i suoi avvocati difensori. Non so se saranno loro oppure direttamente lui a spedire la richiesta al Tribunale».Ma Michele, che con il resto della famiglia Rea si è costituito parte civile risponde: «Spetta a un organo superiore, com’è appunto il Tribunale dei minori decidere se mia nipote deve o no andare a trovare il padre dietro le sbarre  Noi abbiamo solo due interessi: il bene di Vittoria e l’esigenza di giustizia per mia sorella.Vittoria è tutta Melania: bella e dolce come lei. Ogni volta che si avvicina una donna la chiama mamma, noi ancora non le abbiamo spiegato che la sua mamma non c’è più e il papà è in prigione. Ma ci siamo già consultati con una psicologa che ci ha informato sulla via migliore, come possono essere ad esempio una fiaba o la storia di Tarzan, per farle capire che anche chi non ha i genitori vicino può trovare tanto affetto e appoggio in altre persone come i miei genitori. Ma ogni cosa ha il suo tempo. Per adesso l’importante è risparmiarle esperienze traumatiche. Vittoria ha già sofferto troppo».

Insomma un’altra bambina ingabbiata nelle maglie di una giustizia lenta come quella italiana, una enorme sofferenza per chi vuole abbracciare la piccola, ma anche per chi è “appeso” ad un filo di una verità ancora non nota.

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