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“Parte tutto quanto” è il nuovo video di Tenko e Scriba con la pittrice “ribelle” turca, Elif Nursad

Creato il 14 dicembre 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

turca

Fumettista, pittrice e graffitara, Elif Nursad è considerata, dal New York Times “una tra i più rappresentativi artisti di protesta turca”.

L’arte ha il potere di veicolare messaggi, diffondere ideali, sprigionare passione. In qualsiasi forma essa venga espressa. Da questa consapevolezza nasce il brano “Parte tutto quanto“, di Tenko e Scriba (realizzato sulla strumentale di “Dangerous” di Cormega ft. Vybz Kartel e Unda P, prodotta da Ill Will Fulton & J. Waxx Garfield). E non è un caso se – come protagonista del clip – sia stata scelta Elif Nursad, pittrice, fumettista e writer, definita dal New York Times, “una tra i più rappresentativi artisti di protesta turca“.
Elif collabora con il noto fumetto mensile femminista “Bayan Yani“, tra i più letti in Turchia. Ne vengono distribuiti all’incirca 50mila: un numero notevole in un Paese in cui l’editoria soffre notevolmente. I suoi fumetti sono fonte di ispirazione per tantissime donne turche, così come i suoi murales sparsi in giro per Istanbul.
L’incontro nasce dal confronto: se i due rapper baresi “impugnano la propria penna per non perdere l’orientamento” – come detto nella canzone – la pittrice di Istanbul usa matita, colori, fogli e tele, per rivendicare i diritti delle donne in Turchia e nel mondo, denunciare i soprusi delle guerre, sottolineare l’importanza di un sistema democratico che dia voce a tutti, indistintamente.
Elif Nursad è stata ripresa dal regista turco Orcun Behram (che ha curato anche l’editing con Tolga Demirci) tra le vie di Istanbul, dove la vita scorre veloce e milioni di storie si incontrano e incrociano per sprigionare un’energia unica.
Il brano sarà contenuto nel mixtape di Tenko e Scriba, “Hardcorebaleni“, in uscita nel 2015. I due fratelli continuano a sorprendere – dopo il disco d’esordio “Emicrania” e il singolo “Va” – con un’altra produzione che si discosta dai soliti cliché contemporanei dell’hip hop, rivendicando l’appartenenza a quella schiera di rapper impegnati e maturi, figli di tempi vissuti, piuttosto che immaginati e immaginari.


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