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Partite di pallone, Il dono della terapia, Istruzioni per un’ondata di caldo, i Beatles di Assante e Astaldo. In libreria da giovedì

Creato il 03 giugno 2014 da Atlantidelibri

Li trovate in libreria da giovedì, ed emanano GOOD VIBRATIONS ancor prima di uscire:

LA PARTITA DI PALLONE, Sellerio
 Da Montalbán a Maurizio de Giovanni, da Gianni Mura a Mario Soldati: nelle pagine della letteratura il gioco del calcio trova un racconto inedito delle partite e degli atleti, dell’agonismo e della sportività, dei trionfi e delle sconfitte.

Una canzone degli anni Sessanta cantata da Rita Pavone gridava il sospetto di una moglie verso il marito che la domenica la lasciava «sempre sola / per andare a vedere la partita di pallone». Da allora il gioco del calcio è molto cambiato, ma non è mutata la partecipazione che questo sport continua a suscitare in Italia e nel mondo. Anche la letteratura ha spesso rivelato una grande passione calcistica, e scrittori di ogni epoca e paese hanno provato a mettere sulla pagina la forza delle sue emozioni, a raccontarne i fuoriclasse dall’immenso talento, la suspense dei novanta minuti, le storie di successo e fallimento, il tifo e il campanilismo. In questo volume si raccolgono alcune delle migliori interpretazioni letterarie di uno dei giochi più amati e popolari, in pagine che vanno dalla narrativa al saggio, dalla memoria all’invenzione più fantasmagorica. Vázquez Montalbán racconta la religione di uno sport che può sfiorare il fanatismo, mentre nelle pagine magistrali di Jean-Philippe Toussaint e Gianni Brera grandi fuoriclasse come Zidane e Rivera vengono analizzati e narrati come personaggi di un romanzo. Partite leggendarie sembrano battaglie degne di essere cantate dall’epica, e tutto il contorno di arbitri, allenatori, presidenti, tifosi assume il carattere a volte di una corte reale, altre di un circo grottesco. Il calcio è stato narrato da autori molto diversi, con punti di vista a volte di radicale distanza. Nel volume troviamo scrittori come Mario Soldati, Osvaldo Soriano e Camilo José Cela, Gabriele Romagnoli e Maurizio de Giovanni, grandi giornalisti letterati come Gianni Mura, giovani autori come Davide Enia. Ognuno di loro offre un’angolazione, uno sguardo, una visione diversa, andando a formare una vera e propria summa dell’ossessione dei letterati per quel gioco sublime di ventidue uomini in mutande che corrono appresso a una palla.

Dall’autore de Il problema Spinoza e La cura Schopenhauer, ecco:
Irvin D. Yalom,
Il dono della terapia , Neri Pozza

«I consigli di questo libro – scrive Irvin Yalom nell’introduzione al volume – sono tratti da annotazioni relative a quarantacinque anni di pratica clinica. Esso rappresenta un mélange particolare di idee e tecniche che ho trovato utili nel mio lavoro. Queste idee sono così personali, presuntuose e qualche volta originali che difficilmente il lettore potrà trovarle altrove». La terapia e il rapporto analista-paziente sono, come indica il titolo, l’argomento proprio di questo libro, ma in una maniera appunto così originale che l’esperienza terapeutica vi appare come una sorta di avventura, e analisti e pazienti vi sono raffigurati come  singolari «compagni di viaggio»  anziché  come distaccati guaritori e infelici che soffrono. Unendo l’abilità di narratore al rigore dello studioso, l’autore di Le lacrime di Nietzsche racconta i casi clinici più difficili che gli siano mai capitati rileggendoli alla luce di un passo di Freud o di Schopenhauer, rivela il consiglio di un vecchio amico grazie al quale superò una delusione di gioventù, attinge alle pagine di Hermann Hesse per parlare di malattia e di guarigione. «Guidato dalla passione per il compito» e messi da parte i consigli che gli suscitavano «meno entusiasmo», Yalom invita i lettori a seguirlo attraverso ottantacinque temi centrali della terapia contemporanea. Rimuovere gli ostacoli e andare avanti, ad esempio. Evitare le diagnosi. Non avere paura di sbagliare. Sviscerare il senso della parola «casa». Riflettere sui sogni che ci tengono svegli, e ricordare che se il terapista ha molti pazienti, il paziente ha un solo terapista. Scritto «con lo stile di O. Henry e l’umorismo di Isaac Singer» (San Francisco Chronicle), Il dono della terapia è un viaggio unico ed emozionante al termine del quale la terapia apparirà come un itinerario complesso, un cammino arduo e non privo di trappole, tuttavia sempre ricco di soste appaganti e affascinanti scoperte. Un’intima collaborazione che, citando le parole di Reiner Maria Rilke, poeta caro a Yalom, è in grado di dare a tutti noi gli strumenti per affrontare «ciò che c’è di irrisolto nei nostri cuori».

Maggie O’Farrell la ricordiamo per La mano che teneva la mia,storia di due donne a Londra in cerca della ragione della loro vita, a distanza di cinquant’anni. Ecco ora:
Istruzioni per un’ondata di caldo ,
di Maggie O’Farrell , Guanda
Il ritorno di un’autrice pluripremiata

È il luglio del 1976 e una straordinaria ondata di caldo avviluppa Londra. Non piove da mesi, i giardini sono invasi dagli afidi e l’acqua è razionata. Nella casa di Greta e Robert, due coniugi irlandesi di mezza età da tempo trapiantati in Inghilterra, è una mattina come tante. Robert esce a comprare il giornale, ma non fa più ritorno. La moglie non ci mette molto a scoprire che l’uomo ha preso con sé il passaporto e parecchio denaro. Ma dove è andato? La scomparsa del padre riporta a casa i tre figli, ormai lontani, ognuno alle prese con i suoi problemi. Michael Francis, il maggiore, sta attraversando una profonda crisi matrimoniale ed è sull’orlo del divorzio; Monica, la secondogenita, vive nella campagna inglese con il nuovo marito e le figlie di lui, che la detestano; e Aoife, la minore, che è sempre stata la più ribelle, si è trasferita a New York dopo una violenta lite con la sorella, alla ricerca di un difficile riscatto professionale e di una nuova vita. Mentre si susseguono le ipotesi su dove sia andato Robert, i tre figli non sanno che la madre nasconde un segreto che potrebbe spiegare tutto… Questo incontro «forzato» sarà l’occasione per confrontarsi su quello che è stato, riconsiderare il presente e i rapporti che veramente contano.

Intrecciando le voci dei protagonisti, con una narrazione quasi cinematografica, potente e delicata allo stesso tempo, Maggie O’Farrell porta il lettore nel cuore della storia, nel punto preciso dove sono nati i rancori, le gelosie e il grande affetto che, nonostante tutto, alla fine troverà la via per superare conflitti e acredini.

Due favolosi esperti di musica rock ci raccontano i Beatles.
 Ernesto Assante, Gino Castaldo
Beatles, Laterza
Alla fine, anzi all’inizio di tutto, c’è soprattutto un suono. È l’impressione che si ha sempre quando si ascolta la musica dei Beatles: quella singolare sensazione di grazia, di magico scintillìo, come se le canzoni fossero sempre toccate da una forza luminosa, allo stesso tempo naturale e prodigiosa. Brano dopo brano, album dopo album, questa è la straordinaria storia di una band che ha cambiato il mondo.

Hanno inventato il ‘beat’, sono stati, assieme a Bob Dylan, i padri del rock, hanno scritto alcune delle canzoni più belle e famose del secolo scorso, hanno contribuito a rendere ‘visibili’ i giovani, hanno stabilito nuove regole d’abbigliamento e di vita, hanno fatto crescere i capelli a un’intera generazione, hanno cambiato alcune regole della nostra vita e molto, molto altro ancora. Il tutto con una dozzina di album, tutti passati alla storia, e in meno di dieci anni, tra il 1962 e il 1970. Un decennio rivoluzionario sotto molti punti di vista, così com’erano rivoluzionari i Beatles. Rivoluzionari erano il loro modo di stare in scena, il loro abbigliamento, i loro atteggiamenti privati e pubblici, la loro ricerca sonora, il modo di comporre, di usare lo studio di registrazione, di proporsi in pubblico, di sparire dalle scene, e la lista potrebbe continuare a lungo. La musica pop, tutta la musica pop, ha un enorme debito verso i Beatles. Non soltanto le band e gli autori che hanno deliberatamente preso spunto dalla loro lezione, ma anche chi, per contrasto, l’ha rifiutata, perché entrambi, i ‘favorevoli’ e i ‘contrari’, hanno dovuto fare i conti con gli straordinari cambiamenti, le radicali innovazioni, le incredibili invenzioni dei quattro di Liverpool. Innovazioni che hanno cambiato in maniera radicale il volto della musica popolare, l’hanno trasformata, aperta, liberata, portandola a essere arte.

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