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Passeggiata in tre tappe nella Firenze del tè

Da Lasere


Accompagnare una persona alla scoperta della propria città significa viverla noi per primi un po’ da turisti (meglio: da viaggiatori), senza l’incalzare di orari e appuntamenti, uscendo dai percorsi abituali cui la routine ci obbliga: ed ecco che passeggiare per la mia Firenze in veste di cicerona nei giorni appena trascorsi mi ha permesso di vivermela in maniera del tutto nuova, più lenta e piena, più curiosa e meravigliata.

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Interno de La Via del Tè di piazza Ghiberti

E ditemi: quale piacere più grande, macinando chilometri in giro per la città, del ritagliarsi pause in posticini accoglienti dove sedersi di fronte ad una tazza fumante, accompagnata magari da qualche prelibatezza? Ecco appunto, ci siamo intesi ;-)

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L’affollamento ai tavolini de La Via del Tè intorno alle 17.30 di un giorno feriale mi ha stupita non poco: segno che la “cultura del tè” in Italia sta davvero crescendo, lentamente ma con convinzione. La prima volta che ci siamo passati non abbiamo trovato posto e abbiamo dovuto rinunciare: per andare sul sicuro abbiamo prenotato un tavolo per l’indomani (vi consiglio di fare lo stesso se volete esser certi di trovare posto nel pomeriggio all’ora preferita: basta una telefonata).

E sicché, tra una sosta in Piazza della Signoria e una visita a Palazzo Pitti, un’arrampicata su per le rampe che portano al belvedere di Piazzale Michelangelo e un affaccio dalla terrazza della Biblioteca delle Oblate; tra le poesie di Sereni e De Luca scovate a metà prezzo su una bancarella, le cappelle affrescate di Santa Croce e un succulento panino al lampredotto (somma bontade!!!) dal mitico barroccìno – o chiosco ambulante che dir si voglia – di piazza Sant’Ambrogio… le soste tèistiche sono state numerose, e con esse la scoperta (o ri-scoperta) di alcuni luoghi del tè fiorentini. Ve li racconto brevemente per parole e immagini.

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Sopra, la vista che si gode dalla terrazza della Biblioteca delle Oblate, uno dei luoghi più suggestivi e inattesi di Firenze; sotto, l’universalmente nota “Firenze da cartolina” presa dal belvedere del piazzale Michelangelo (si ingrandisce cliccandoci)

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Partiamo, come avrete intuito dalle prime due foto, da La Via del Tè di piazza Ghiberti 22/23 rosso (sito). Il quartiere in cui ci troviamo è quello di Sant’Ambrogio, appena fuori il centro storico di Firenze: verace e vivo come pochi altri, grazie soprattutto al colorito mercato giornaliero di frutta e verdura, ironico contrappunto alla sospesa e raffinata quiete che si respira una volta varcata la soglia del negozio.

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La Via del Tè, gestito dalla famiglia Carrai (Alfredo Carrai è da decenni figura di spicco in Italia nell’ambito dell’importazione di tè nonché dell’arte della miscelazione) è un luogo in cui si può sia acquistare tè sfuso da prepararsi nell’intimità di casa che scegliere di accomodarsi nella saletta da tè – piccina picciò: sei tavolini appena – per lasciarsi coccolare dalle delizie che vi vengono servite; in ambedue i casi la scelta è davvero ampia: circa 300 tra tè naturali e miscele aromatizzate, a cui si aggiungono le specialità dolci e salate ordinabili ai tavoli. L’ambiente è un po’ angusto, ma caldo e nonostante tutto accogliente anche nell’ora di punta, con i suoi soffitti a volta, i mattoni a vista, il legno scuro e i barattoloni verdi a custodire le foglie di tè.

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Alla Via del Tè ci siamo stati ben due pomeriggi su tre, segno che ci è piaciuto assai! :-)) La prima volta ero in vena di raffinatezze, e mentre chi mi accompagnava faceva la conoscenza del suo primo Lapsang Souchong (tradizionale tè affumicato cinese) con il supporto morale di qualche finger sandwich, io mi godevo un Gyokuro ichibancha (frutto del primo raccolto primaverile) servito con i dovuti crismi in un kyusu di porcellana e accompagnato da gustose pastafrolline al Matcha.

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La seconda volta invece ho optato per una miscela aromatizzata tra le più vendute, chiamata Orange Cream, a base di tè verde e con una nota dominante di arancia, piacevole ed equilibrata; come accompagnamento, due scones ben caldi (ah!, gli scones ben caldi!, che magnifica invenzione!) serviti con la tradizionale e inglesissima clotted cream (ah!, la clotted cream!, che magnifica invenzione!) e una sfiziosa composta di pesche e tè: non ho altre parole se non SLURP!!! Il novizio accompagnatore di cui sopra, dal canto suo, stavolta era impegnato con una ben più friendly miscela di tè nero aromatizzato alla menta e cioccolato corredata da apposita fettona di apple pie servita con panna: mica grullo, il novizio! ;-)

Oltre a quello che vi ho accennato, alla Via del Tè si possono gustare numerose altre delizie: una corroborante Chai (bevanda indiana a base di tè nero, spezie, latte e zucchero), per esempio, o un tè alla marocchina con menta fresca e frutta secca d’accompagnamento; un energizzante Matcha o un punch analcolico a base di tè, spezie e panna (l’ho visto ad un tavolo vicino al nostro ed era uno spettacolo!); o qualsiasi altro tè presente in negozio.

I prezzi, pur essendo tutto sommato in linea con quelli applicati in generale nelle sale da tè, rendono ogni sosta un piccolo lusso da assaporare con calma, fino all’ultima goccia (per farvene un’idea potete sfogliare il menu ai tavoli, qui). Ma ne vale la pena! Infine, la Via del Tè ha recentemente inaugurato uno shop online in cui è possibile acquistare una selezione di tè e specialità alimentari tra quelle che hanno in catalogo.

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Un brownie al cioccolato alla Cioccolateria – Caffetteria – Sala da tè “Coccole” di via Ginori 55/57

Se invece vi trovate in zona più centrale, tipo in Piazza del Duomo o giù di lì, imboccate via Ginori (zona San Lorenzo) ed entrate nella Cioccolateria – Caffetteria – Sala da tè “Coccole” (sito): il posto è carino e intimo, frequentato soprattutto da studenti universitari dato che a due passi c’è il Dipartimento di Studi Storici e Geografici della facoltà di Lettere.

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A dispetto di quel “sala da tè” stampato sulla porta d’ingresso, però, devo dire che il tè non è affatto ben rappresentato: sul menu ne compaiono ben pochi e quel che è peggio vengono serviti in maniera approssimativa: acqua troppo calda e foglie direttamente in teiera, senza la presenza di un filtro rimovibile per interrompere l’infusione (della serie: o vi tracannate l’intera teiera entro cinque minuti al massimo, o ve la ritroverete colma per metà di un tè troppo infuso e dunque dal sapore spiacevole).

E allora perché mai ce ne parli, direte voi? Eh, perché in fondo io la mia teiera di tè verde al gelsomino me la son goduta lo stesso, l’atmosfera era piacevole e rilassante… ma soprattutto perché in questo posto creano dei dolcetti che sono la-fine-del-mondo: quelli sì che valgono una sosta! Brownies tradizionali, brownies latte e noci, tartellette mandorle e albicocche, “vulcani” al cocco con crema di vaniglia, bignoline con crema all’arancia… tentazioni su tentazioni a cui ci si abbandona senza il minimo indugio, tanto sono belle e buone!

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Uno degli azzurri angolini del Derb di via Faenza

Ultimo ma non ultimo, il Derb di via Faenza 21/rosso (sito): siamo sempre in zona San Lorenzo, a poca distanza dalla Stazione Centrale. L’impronta è franco-maghrebina, vi si respirano i profumi caldi e i colori sgargianti del Marocco; ad accoglierci sulla soglia tempestata di mattonelline azzurre ci sono due fontanelle, preludio dell’atmosfera distesa e un po’ esotica che ci avvolgerà una volta dentro.

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A voi la scelta, tra una veloce consumazione al bancone – che ne dite di un caffè alla cannella?, o allo zenzero, al cardamomo, o all’essenza di gelsomino? -, una composta sosta seduti ai tavolini bianchi o una parentesi di totale relax abbandonati sui cuscini che contornano i bassi tavolinetti blu; tutto intorno, una quieta penombra densa dei colori dell’artigianato marocchino

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Il Derb è un luogo difficilmente definibile: al suo interno potrete sfogliare libri, acquistare oggetti tipici dell’artigianato marocchino, tessuti o gioielli fatti a mano in un piccolo laboratorio interno e visibile a tutti grazie alle pareti trasparenti; ma soprattutto si può scegliere di accomodarsi per mangiare specialità marocchine – cous cous, tajine, insalate dai profumi tipici e molto altro -, o, manco a dirlo, per bere del tè.

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Dire “tè” in Marocco significa dire tè alla menta, meraviglioso e secolare simbolo di accoglienza: un’infusione di tè verde gunpowder, foglie fresche di menta, pinoli e zucchero, servito nella tradizionale veste argentata composta da vassoio cesellato, teiera e bicchierini in vetro (il tutto – ahimè!, quanto ancora riuscirò a resistere a quelle stupende teierine?? – acquistabile in negozio, per chi volesse tentare di riprodurre l’incanto tra le pareti di casa)

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Il tè alla menta viene servito con della frutta secca (in questo caso mandorle), ma volendo si può chiedere di accompagnarlo con un assortimento di pasticceria marocchina: pasticcini molto dolci a base di pasta di mandorle, sesamo, miele… Anche qui i prezzi non sono abbordabilissimi (un tè alla menta 4,50 euro; 7 euro se si aggiungono quattro pasticcini tipici), ma suvvia, non si rimpiange neanche un centesimo! E se la menta non vi andasse a genio, potete sempre provare un tè verde con mandorle ed essenza di geranio, o perché no un “Risveglio a Marrakech”, con pepe in grani, fiori d’arancio e fiordaliso…

~

Terminata la nostra passeggiata, vi lascio qui sotto un elenco che ho copiato dalle pareti della Via del Tè, compilato nella Cina d’epoca Ming; come a dire che non esistono momenti sbagliati per concedersi un buon tè, ma solo occasioni propizie: sta a noi inventarne sempre di nuove! :-)

~ Momenti per bere il tè ~

Nei momenti di riposo
Quando la poesia ci annoia
Quando i pensieri sono confusi
Seguendo il ritmo delle canzoni
Quando la musica tace
Vivendo in isolamento
Dedicandosi a passatempi raffinati
Conversando a tarda notte
Studiando in un giorno di sole
Nella camera nuziale
Intrattenendo ospiti di riguardo
Ospitando intellettuali o belle fanciulle
Facendo visita ad amici tornati da lontano
Con il bel tempo
Quando il cielo è coperto di nubi
Osservando i battelli scivolare sul fiume
Tra gli alberi e i bambù
Quando spuntano i fiori e cantano gli uccelli
Nei giorni caldi in riva ad uno stagno di ninfee
Bruciando incenso nel cortile
Dopo che gli ospiti sazi se ne sono andati
Quando i giovani sono usciti
In visita a templi isolati
Guardando sorgenti e dirupi scoscesi

Hsü Tzê-Shu (dinastia Ming)


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