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Pattinaggio artistico su ghiaccio: Intervista alla torinese Giada Russo, l’erede di Carolina Kostner

Creato il 07 gennaio 2014 da Sportduepuntozero

Sorriso dolcissimo e due fossette “che tutti vogliono sempre toccare”, ha dichiarato timidamente Giada Russo, atleta torinese dell’Ice Club Torino, classe 1997. La sedicenne di Mirafiori Sud, ha conosciuto la popolarità internazionale dopo aver conquistato il terzo posto ai Campionati Italiani dell’anno appena concluso, subito dopo i sui idoli, la Kostner e la Marchei, di dieci anni più grandi.

Una ragazza semplice, che ama il cioccolato, soprattutto fondente, e che per rilassarsi fa gli scooby doo, i braccialetti di filo intrecciato, e che ha passato il capodanno al cinema con i genitori. Frequenta il liceo delle scienze umane “perché – ha spiegato – mi piacciono molto i bambini e mi piacerebbe, dopo l’università, lavorare con loro una volta conclusa la carriera, magari come insegnate di pattinaggio.”

É figlia di Patrizia, che lavora in un Centro medico e di Pietro, operaio Gtt, che la seguono e supportano costantemente. I due si sono proprio conosciuti e innamorati su una pista di pattinaggio, quella di Torino Esposizioni. Un “incontro-scontro,” – racconta Patrizia – “Pietro mi é venuto addosso per caso, perché stava guardando un’altra!”. Figlia di un amore nato sul ghiaccio. Sembra un film. In realtà, molti sono i sacrifici da parte di tutti.

Dalle lame, ai programmi di allenamento settimanali, ai corsi di danza e recitazione, fino ai costumi. Dietro al successo di una pattinatrice, c’é il lavoro di un team, talento, passione e dedizione. Per i costumi, ad esempio, che costano anche oltre 600 euro l’uno, la famiglia di Giada si affida a un’amica sarta che li disegna e li prepara. Ad impreziosirli pensa mamma Patrizia che compra gli Swarovsky su Internet e li cuce personalmente. ”Al trucco e parrucco – confessa la mamma, un po’ dispiaciuta, – Giada é già abbastanza grande da pensarci quasi autonomamente.”
“Siamo una famiglia normale, – spiega papà Pietro – sostenere nostra figlia in questo percorso ci costa circa € 15.000 all’anno, oltre ovviamente al fatto di dedicare tempo libero, vacanze, weekend sempre a quest’attività, ma lo facciamo con piacere.”

“Siamo molto contenti che faccia sport, – ha aggiunto Patrizia- è importante imparare cos’è la disciplina, avere un ordine mentale, crescere con delle regole. Con gli allenatori Claudia Masoero ed Edoardo de Bernardis abbiamo un rapporto di fiducia.” Riferendosi a loro Giada ha dichiarato: “È come avere dei i genitori in più. Passo più tempo con loro che con quelli veri!”.

Tutti sono fieri di lei, ma anche d’accordo sul fatto che Giada debba cominciare a comportarsi da campionessa, anche fuori dalla pista di pattinaggio, abbandonando la timidezza. “Sono più nervosa davanti al block notes di un giornalista o di fronte ai fan, piuttosto che in gara davanti a milioni di persone, – spiega la giovane torinese – “sui pattini esco da tutto il mondo che c’è fuori, sono contenta che ci sia il pubblico, ma non mi sento bloccata. In quei momenti, pattino solo per me, mi isolo. É per questo infatti che realizzo i risultati raggiunti a scoppio ritardato.” Prima delle gare, ascolta musica pop, indossa per scaramanzia sempre gli stessi abiti nel riscaldamento, e ha dei rituali che, scaramanticamente, non vuole svelare. Timida, ma con le idee chiare.

La timidezza che manifesta senza pattini non ha quindi nulla a che fare con la gestione della tensione in gara, che Giada regge benissimo, grazie alla sua grande capacità di concentrazione.

di Tatiana Zarik

Guarda la fotogallery di Diego Barbieri 

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