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Patto Salini-Pizzetti per battere Torchio nel 2009, il deputato smentisce seccamente: “Una bufala che serviva alla campagna elettorale di Salini, generata da una politica malata fatta di gossip e non di sostanza”. Il marketing violento che sequestra la...

Creato il 22 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il deputato Pizzetti smentisce pesantemente quella dichiarazione del 2009, pronunciata da Massimiliano Salini e riportata dal Giornale di Paolo Berlusconi. Salini, inventandosi di sana pianta un sostegno diretto da parte dal deputato cremonese, arrivò a dire, con una sfrontatezza che gioca con l’impossibile, come se la realtà nemmeno esistesse, secondo le tecniche di marketing applicate alla politica dall’armata di Berlusconi, forte della lezione di Publitalia ’80:

Patto Salini-Pizzetti per battere Torchio nel 2009, il deputato smentisce seccamente: “Una bufala che serviva alla campagna elettorale di Salini, generata da una politica malata fatta di gossip e non di sostanza”. Il marketing violento che sequestra la...

Smentito

«A nemmeno ventiquattrore dalla mia designazione mi ha chiamato l’onorevole Luciano Pizzetti, ex segretario regionale Ds e oggi responsabile nazionale Pd per il federalismo. Che mi dice? Complimenti a parte, lui e tanti suoi amici sono preoccupati davanti alla sventura di un altro governo provinciale con Torchio and company».

Siccome quell’articolo circola ancora, rimbalza continuamente su internet, su Facebook, tanto valeva fare pulizia, una volta per tutte:

“La notizia – dichiara Luciano Pizzetti – uscì attorno al 25 aprile 2009 e durò lo spazio di un amen. Una bufala che serviva alla campagna elettorale di Salini, generata da una politica malata fatta di gossip  e non di sostanza. Malapolitca di cui permangono purtroppo tracce ben visibili quotidianamente”.

Va detto e chiarito. Il marketing di Publitalia ’80 ha massacrato l’Italia, ha fatto di tutto per distruggere il senso civico, il senso comune della democrazia, dei diritti sociali, civili, politici, individuali, economici, di ogni tipo che erano strutturati nella prassi e lo sono ancora, spesso solo nella memoria (come l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori di Donat Cattin, democristiano).

La politica è stata sostituita dall’aggressività inaudita, per questo Paese abituato all’ambigua potenza, alla feroce delicatezza del cattolicesimo, dei massmedia trasformati in strumenti di violenza psicologica, al limite della tortura, allo scopo di spazzar via la democrazia dal modo di pensare dei cittadini. Tentativo abnorme, storico, folle, da cancellare con orrore.

Metodi insensati che però Salini porta dentro di sè e che ha usato ogni volta che ha potuto, forzando, smentendo, facendo e disfacendo come se la realtà fosse sua proprietà.

Si dirà: libero di farlo. Certo, più che machiavellico è diabolico. E soprattutto è dannoso per tutti. Un metodo che impone malsane decisioni dall’alto.

Un metodo ampiamente usato: forzare, distorcere e imporre il falso come una verità consolidata, come un terreno su cui sviluppare una seconda falsità, fino a demolire il comune senso della convivenza civile. Come quando le ministre più carine del governo Berlusconi si presentavano in tv per dire cose giuridicamente e politicamente orripilanti, degne dell’Inferno di Dante, eppure affermate con grazia e soavità, nella loro folle falsità.

Questo modo di fare, di questo sequestro della politica e dell’etica, andrebbe radiato dalla storia recente e i suoi effetti dovrebbero sparire dal dibattito attuale.

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