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Pd e Pdl non pagano le multe per i manifesti abusivi e gli americani pensano che siamo vigliacchi

Creato il 19 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Pd e Pdl non pagano le multe per i manifesti abusivi e gli americani pensano che siamo un popolo di vigliacchi. W il Risorgimento.È una notiziola. Ma il fatto è che in questo paese, per capire come la pensa, si comporta ed è la stragrande maggioranza di chi lo popola, bisogna per forza ricorrere alle piccole notizie visto che le grandi sono quasi sempre taroccate già dal titolo. Dunque. Il Pd e il Pdl, stoicamente uniti per il bene dell’Italia, hanno pensato a un emendamento da introdurre nel prossimo “Milleproroghe” che proroghi, appunto, la sanatoria per le affissioni abusive dei manifesti e cartelli elettorali. Uno pensa: “Ma che cazzata è questa?”. Poi legge i numeri (meglio le cifre) e si rende conto che proprio una cazzata non è. Dal 1996 a oggi i partiti al governo (e anche qualcuno di quelli all’opposizione), hanno sempre preso tempo (si dice prorogato) per pagare le multe relative alle affissioni abusive pianificate scientificamente a ogni campagna elettorale. Come, si spera, tutti sanno, quando in Italia ci sono le elezioni i comuni allestiscono spazi appositi per la pubblicità elettorale, spazi che sono gratuiti. Ma ai partiti e ai candidati, che sono diventati negli anni un fottio, quegli spazi stanno stretti, così occupano anche quelli destinati (a pagamento) alla pubblicità di beni e servizi e quelli nei quali c’è scritto espressamente “Divieto di affissione”. Il divieto di affissione è, per definizione, un divieto e chi non lo osserva commette una violazione. In Italia chi viola una legge viene sanzionato amministrativamente o, a seconda della gravità del caso, penalmente. Parliamo ovviamente di cittadini senza la relativa casta di appartenenza né il privilegio del ruolo né con la patente del deputato, del senatore e relativo familiare fino alla terzo grado diretto o indiretto di parentela. Per i partiti politici e i loro candidati il ragionamento non vale. Ferma restando la violazione, (cancellabile solo per legge ma sarebbe uno scandalo), proroga dopo proroga i signori della politica hanno negato a quello stato che loro stessi amministrano, un introito pari a di 100 milioni di euro, che saranno pure poca cosa ma che, in un periodo di magra come questo, sommati a tutti gli altri crediti che l’erario vanta, rappresentato pur sempre una cifra. Siccome ci piace fare esempi, prendiamo le ultime elezioni per il comune di Milano. Fatti i conti, i partiti dovrebbero dare alle casse comunali qualcosa come 6 milioni di euro così divisi (dati del consigliere comunale radicale MarcoCappato): Lega 745mila euro; 776mila Rifondazione Comunista; 387mila il Pdl; 380mila il Pd; 187mila l’Idv; 269mila Sel. Ai soldi dei partiti ci sarebbero da aggiungere anche quelli delle multe sanzionate a ogni singolo candidato ma i dati sono ancora in via di definizione. Grazie all’emendamento proposto dal Pd e dal Pdl, i partiti e i candidati (affratellati in una unica sanzione), se la caveranno con 1000 euro per ogni anno per ogni provincia. Se non vivessimo in una nazione che ama alla follia vessare chi non ha una mazza di niente, potremmo dire che la politica si salva ancora una volta da sola, ma siccome così non è, questa è l’ennesima rasoiata sulla faccia degli italiani, una delle tante che continuiamo a prendere senza battere ciglio. In fondo, però, la maggioranza degli italiani ha sempre brillato, e continua a farlo, per la vigliaccheria congenita e per l’approssimazione che governano la nostra esistenza fin dalla nascita. Il comandante Schettino, quello della nave “Concordia”, queste qualità negative le ha sublimate. Ieri sera da Lilli Gruber a La7, Federico Rampini in collegamento da New York, ha raccontato come gli americani stanno vivendo la tragedia della “Concordia” ma, soprattutto, ha riportato quello che l’opinione pubblica pensa del comandante della nave invitato a tornare a bordo dall’ufficiale della Capitaneria di Porto dopo che era fuggito. Per chi è abituato, come i soldati a stelle e strisce, a sfidare la morte pur di riportare a casa il cadavere di un compagno morto, un comandante che abbandona nave, passeggeri ed equipaggio non è neppure degno di essere considerato un uomo. Però, sempre Federico Rampini, ha anche detto chiaramente che nell’immaginario degli americani, gli italiani sono fatti esattamente come Schettino, un po’ traditori, un po’ vigliacchi, molto menefreghisti, qualunquisti e senza alcun senso di appartenenza a una comunità. E ha citato, Rampini, i personaggi interpretati da Alberto Sordi e quelli protagonisti dei film di Mario Monicelli come esempi di italiani medi inclini alla fuga e refrattari all’assunzione di ogni responsabilità. Gli italiani, e men che meno noi, rappresentano un popolo che non ha bisogno di eroi perché un eroe li metterebbe di fronte alla loro immagine squallida e un po’ appannata di paraculi senza frontiere. E infatti Schettino occupa da giorni le prime pagine di tutti i giornali, mentre a Gregorio De Falco, che ha fatto solo il suo dovere, probabilmente daranno una onorificenza. In questo paese sono talmente poche le persone che fanno il loro dovere che quando se ne scopre una viene addirittura premiata. Ma siamo un popolo strano, o no?


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