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Pedofilia e Omosessualità: la parola all'esperto (di roghi)

Creato il 14 aprile 2010 da Mcg
Pedofilia e Omosessualità: la parola all'esperto (di roghi)
"Non c’è nessun legame tra pedofilia e omosessualita: le teorie psichiatriche che ipotizzano un nesso sono assolutamente prive di fondamento. È una tesi senza fondamento perché il pedofilo è attratto da soggetti pre-puberi, che non hanno sviluppato la sessualità, e quindi la pedofilia è una perversione che prescinde assolutamente dall’orientamento sessuale".                                         (Dott. Tonino Cantelmi, Presidente dell'Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi Cattolici)
 "In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale"(Wikipedia).
Pedofilia e Omosessualità: la parola all'esperto (di roghi)In altre parole a differenza di quanto afferma il Cardinal Bertone, sempre nell'ambito delle lezioni di comunicazione tenuti dalla Santa Casta, non pare ci siano correlazioni dirette tra omosessualità e pedofilia.  C'è da dire che vi sono in effetti un certo numero di psichiatri o psicologi che sostengono queste ed altre tesi. Qualcuno di voi conoscerà almeno di vista il criminologo Francesco Bruno (foto a lato), molto presente in televisione. Ebbene ho scelto lui per meglio evidenziare da dove derivano le convinzioni che relazionano omosessualità e pedofilia.Partendo dall'assunto che...
...l’omosessualità è una patologia che deriva da un grave disordine e da una mentalità deviata e talvolta viziosa, ecco credo che si possa parlare, senza offesa, di omosessualità come lebbra etica
Assolutamente senza offesa, naturalmente.Ma continuiamo:
Gli omosessuali sono dei disturbati e come tali patologicamente rilevanti. Quando mi dimostreranno il contrario, ci crederò. Insomma, mi condannino anche al rogo, non mi muovo dalle mie posizioni
Già il rogo. Giochiamo a fare un po' di Storia giusto per sottolineare l'infelice scelta del suddetto.Mentre nell'epoca classica l'omosessualità veniva per lo più tollerata e riconosciuta, con l'avvento del cattolicesimo e con la caduta dell'impero la situazione degli omosessuali degenerò in modo drammatico: già Giustiniano prevedeva la pena capitale per i sodomiti. I Visigoti propendevano per la castrazione, sebbene in Spagna l'episcopato locale direttamente legato al regno visigoto (ariano) prevedeva frustate ed esilio. Nel basso medioevo la tendenza fu quella di equiparare il reato di sodomia con l'eresia, quindi rogo o come nel caso della Siena del '200 con l'impiccagione per i genitali. Dal 1300 in avanti l'omosessualità era un crimine punito con il rogo o in altri casi con impalatura e rogo, giusto per gradire."Mi condannino al rogo"? Sarebbe un curioso contrappasso dott. Francesco Bruno, davvero curioso.
Andiamo avanti:
"L’omosessuale, al quale va dato ogni rispetto, è clinicamente un malato, ovvero soffre di un disturbo patologico che lo altera. Inutile che questi signori vogliano convincerci che i normali siano loro. Ma sono sostenuti, parlo fuor di metafora, da lobbies potenti e forti”.
Per fortuna gli va dato ogni rispetto, altrimenti chissà cosa farebbe il dott. Bruno (rogo?). Ad ogni modo spicca una bugia enorme: non mi risulta in nessun modo che gli omosessuali sostengano di essere loro i normali; al limite rivendicano di avere eguali diritti degli etero. Una battaglia che tanto mi ricorda quello delle femministe per il riconoscimento dei diritti della donna. A questa gente non importa inserire menzogne nei loro discorsi: contano sulla loro presunta autorevolezza o sulla capacità di abbindolare.
Quando il soggetto liberamente sceglie di essere omosessuale, in quel caso compie una scelta borderline criminosa. Voglio dire, se questa scelta omosessuale è responsabile, non frutto di traumi, ma avviene all’interno di gruppi sociali ben definiti, ha degli evidenti caratteri antisociali, spesso anche insidiosi che potenzialmente hanno natura lesiva dell’ordinata convivenza. Ovviamente non bisogna discriminarli e con questo non dico che tutti gli omosessuali siano pericolosi, ma certo si tratta di un grave caso di disordine mentale
La capacità di dire una cosa lanciando un messaggio opposto è mefistofelica: se proviamo a tradurre il Francesco Bruno Pensiero dovremmo sintetizzare dicendo : "Questi malati criminali antisociali, che insidiano l'ordinata convivenza, cui beninteso dobbiamo rispetto e protezione da ogni discrimine, sono dei lobbisti schifosi che vogliono convincere gli etero che la normalità sia l'omosessualità"Da qui a dire che dei disturbati mentali siano potenziali pedofili il passo è fin troppo breve.
Neppure l'ombra del dubbio che sia la continua e forzata frustrazione degli impulsi sessuali che possa portare ad una malattia?

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