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Pellicole istantanee

Da Marcoscataglini
Per molti anni il procedimento inventato da Edwin Land, il papà della Polaroid, ha riscosso grande successo, sia tra le famigliole in gita, sia tra i fotografi creativi. Poi è arrivato il digitale. A quel punto fare le foto, vederle e condividerle immediatamente era una faccenda alla portata di tutti e la Polaroid è finita a gambe in aria (un po' come la Kodak, che pure era stata tra i precursori del digitale), lasciandosi dietro una scia di addolorati fotografi e artisti, tra cui il sottoscritto, ancora innamorato delle manipolazioni possibili con la mitica SX 70. Sembrava davvero che la fotografia istantanea chimica fosse finita, roba da museo. E invece...
Pellicole istantanee
Invece la riscoperta dell'analogico nata dopo l'overdose di digitale, ha dato a questo genere di fotografia la possibilità di rinascere, come dimostra l'esperienza dell'Impossible Project che ha rimesso in produzione le pellicole "quadrotte" come quelle della serie 600 (con una nuova formula chimica, però). Ma c'è stato anche chi non ha mai smesso di produrre eccellenti pellicole istantanee, come la benemerita Fuji, che da molto tempo commercializza le Instax, una serie di fotocamere con relative pellicole rivolte principalmente a chi, con queste immaginette, vuole divertirsi, e parecchio. Nella gamma Fuji sono presenti ancora, però, le più "serie" pellicole FP, utilizzabili con le vecchie fotocamere Polaroid "peel-apart" (come le Colorpack) o con i dorsi da applicare a banchi ottici o fotocamere stenopeiche. In questo caso l'accento è messo sulla qualità. I risultati fotografici sono infatti di tutto rispetto. In catalogo c'è la FP100C, a colori (e 100 iso di sensibilità), che non ho ancora provato (ma lo farò), e la più interessante (per me) FP3000B, bianco e nero ad alta sensibilità (3000 iso).
Pellicole istantanee
Mentre la versione a colori restituisce, insieme alla stampa, anche un negativo perfettamente utilizzabile (anche se occorre rimuovere lo strato di rivelatore), la FP3000B mantiene l'immagine negativa sulla pellicola che avremo staccato dal positivo, come si vede nella foto sopra. Poco male: basta rifotografare o scansire la striscia (una volta asciutta: trasuda robaccia chimica!) e il gioco è fatto. Tra l'altro, il negativo ha una latitudine di posa assai più estesa del positivo, dunque con un solo scatto si possono ottenere due diverse immagini dello stesso soggetto! Non male, direi. Evviva Fuji!
Pellicole istantanee

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