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Pennetta regina di indian wells, djokovic batte federer

Creato il 17 marzo 2014 da Postpopuli @PostPopuli

di Nicola Pucci

A Indian Wells, sotto il sole cocente della California, va in scena una vicenda sorprendente. Sì, miei cari amici del tennis, il primo Master 1000, accoppiato all’evento femminile, ha riservato colpi inattesi fin dalla prima palla. Sentite qua.

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Flavia Pennetta vince a Indian Wells – da gazzetta.it

A sensazione, ma proprio tanto a sensazione, è la trionfale vittoria di Flavia Pennetta che all’età di trentadue anni realizza l’exploit più grande di una carriera, ormai è certo, che sta scrivendo la sua pagina più entusiasmante. La brindisina, che ad agosto del 2009 fu la prima italiana ad entrare nella top-ten, ha qualche incertezza nel corso del torneo con Townsend, Stosur e Stephens che gli strappano un set, demolisce il corri-e-picchia di Camila Giorgi, si prende una clamorosa rivincita con Li Na che l’aveva sconfitta agli Open d’Australia, disegna la partita perfetta in finale con Radwanska, 6-2 6-1 che non ammette repliche. E può urlare al mondo che non è mai troppo tardi per vedere il paradiso.

Dato a Flavia ciò che è di Flavia, apriamo il capitolo maschietti. Rafael Nadal è detentore del titolo, nonchè numero 1 del mondo, e si presenta ai nastri di partenza con l’intenzione di concedere il bis. Ma l’entrata in scena con Radek “il brutto“, ovvero Stepanek, non è certo incoraggiante; il maiorchino concede un set, il primo, 6-2, per poi imporsi di rimonta con lo stentato 7-5 al terzo. Dovrà ambientarsi al clima secco del deserto, si mormora, ma il talento pazzoide di Dolgopolov non gli permette di andare oltre e col punteggio di 6-3 3-6 7-6 il primo favorito lascia il torneo.

C’è Tomas Berdych, che nelle ultime settimane ha impreziosito la sua bacheca con il successo a Rotterdam e la finale persa di un soffio con Federer a Dubai, che sfoggia la sua bella quinta posizione nel ranking mondiale. Incappa al primo turno con l’emergente iberico, Bautista-Agut, che già agli Open Australia aveva ferito l’orgoglio di Del Potro, e per il ceco è notte fonda. Eliminazione d’entrata ed amen.

Del Potro, appunto, che proprio a Dubai fu costretto al ritiro con Devvarman per il problema al polso che lo tormenta da tempo, e che qui non scende neppure in campo lasciando via libera al perdente/fortunato Ward, che sarà nostro avversario di Coppa Davis ad aprile. Così come Tsonga non rispetta il ruolo di numero due di Francia cedendo al connazionale Benneteau e sguarnendo la fetta di tabellone occupata da Djokovic che ha percorso in discesa fino al penultimo ostacolo. Se poi Gasquet, sciagurato, spreca con Verdasco, Murray, in scadente stato di forma, dopo esser sopravvissuto a Vesely cede all’esplosività di Raonic e Wawrinka non è il Wawrinka australiano e si fa infilare da Anderson, è manna piovuta dal cielo per Nole e Roger che pur con qualche patema navigano a vele spiegate verso il successo finale.

Quarti di finale dunque, con Dolgopolov, killer di una Fognini spento e irascibile, che di contraerea prevale sui missili di Raonic e si offre la sfida col Magnifico Federer che ha la meglio su Anderson. Djokovic, da parte sua, non troppo brillante lungo tutto il corso del torneo, ferma la marcia di Benneteau, troppo brutto per esser vero, che si arrende 6-1 6-3 non ripetendo le prove magistrali dei giorni precedenti; l’ultimo ad accedere alle semifinali è John Isner che con un duplice 7-6 elimina Gulbis in un match deciso a colpi di servizio.

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Novak Djokovic – da sports.ndtv.com

In semifinale Federer conferma l’eccellente stato di forma demolendo Dolgopolov, forse già sazio per il buon torneo disputato, che cede netto, 6-3 6-1, mentre Djokovic si complica la vita con Isner vincendo il primo set dopo aver annullato tre set-point, servendo due volte per il match nel secondo perso poi al tie-break, vincendo facile 6-1 al terzo per guadagnarsi l’accesso alla sfida con re Roger.

Ed in finale almeno nel primo set è lo svizzero a comandare le operazioni, ingiocabile al servizio, puntuale nel cogliere l’attimo per fare il break in entrata, lucido tatticamente nello spingere in avanti e chiudere sul 6-3. Ma Djokovic è un diesel, che carbura col tempo, e nel secondo set alza decisamente il livello del suo gioco. Il serbo inizia a lavorare ai fianchi l’avversario rispondendo con maggior efficacia e costringendo Federer ad estenuanti scambi da fondocampo che quasi sempre gli vietano il punto. Nole rende pan per focaccia a Roger ed un altro 6-3 trascina la sfida al set decisivo. Dove è Djokovic a far gara di testa con il break del 2-1, Federer non ha opportunità di recuperare fino al momento in cui il serbo serve per il match sul 5-4: Roger gioca il tutto per tutto, riaggancia Nole e si va al tie-break. Ma qui l’illusione dello svizzero di far sua la partita si infrange contro la solidità di Djokovic che col punteggio di 3-6 6-3 7-6 vince per la terza volta in carriera nel deserto di Indian Wells.

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