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Pensare a come scrivere storie di scienza, Tim Radford a Trieste per Mappe2013

Da Gianluca Dotti @Gianluca_Dotti

Tim Radford parla di giornalismo scientifico alla SISSA di Trieste. Nomina la parola "story" almeno una volta al minuto, riuscirà a far capire l'importanza di raccontare una storia quando si scrive di scienza?

I don't care about science. I care about the story anche about the way to tell it to people.

Pensare a come scrivere storie di scienza, Tim Radford a Trieste per Mappe2013

La storia non si racconta solo con le parole, ma anche - e soprattutto - con le immagini. E se vogliamo raccontare bene questa storia, le illustrazioni sono fondamentali. L'immagine non deve essere banale, già conosciuta o inespressiva. L'immagine deve essere parte della storia, deve dare il taglio e deve racchiudere un momento chiave della narrazione. Forse è più importante riflettere sulla scelta dell'immagine che sul testo dell'articolo.

Al momento di scrivere un pezzo come reporter, l'ideale è ascoltare qualcuno che abbia una propria storia da raccontare. Se la storia deriva direttamente dalla persona intervistata, sarà sicuramente una storia interessante, perché è autentica. Ciò che rimane da fare è aggiungere un'immagine che rappresenti la storia, tutto il resto viene da sé.

Il giornalista deve raccogliere storie, non semplicemente commentare le storie di altri. E le storie non si trovano sul web, perché quelle sono già raccontate.

Qual è la migliore storia da raccontare? "The basement", la breve storia di curiosità in fondo alla prima pagina: la storia che tutti leggono, e che tutti i giornalisti vorrebbero raccontare. Le migliori storie si raccontano da sole, non hanno bisogno di armi o trucchi narrativi. Le storie che richiedono escamotage per essere raccontate non sono buone storie, that's all.

Le storie migliori invece sono quelle che riguardano la quotidianità e allo stesso tempo rispondono a domande che non ci si è mai posti. Un esempio: come si forma la pellicina sulla superficie del tè quando la bustina rimane troppo a lungo? Ma ci sono anche altre domande più profonde, come quelle a cui tenta di rispondere la storia raccontata nel capitolo 1 della Bibbia, la Genesi. Ecco perché funziona così bene.

La scienza sotto forma di paper non è di per sé una storia, da sola. La storia deriva da come il processo di ricerca è avvenuto, oppure da come la ricerca si interseca con le storie della nostra vita quotidiana. Solo il giornalista scientifico ha il privilegio di scrivere su cose mai scritte prima, e ne ha il privilegio di farlo ogni giorno. Sono storie originali, occasioni da non perdere. Ad esempio, che cosa ha rappresentato la scoperta della materia oscura? Che il 73% della massa dell'universo è tutt'ora a noi completamente sconosciuto, e nessuno ha idea di cosa sia. Se non è una storia questa...

Nel giornalismo bisogna scrivere il meno possibile, e lasciare che sia il lettore a immaginare il resto. Ogni volta che si utilizza una parola lunga o complicata, si sta alienando il lettore. Ma, attenzione, Virgilio, Omero e la Bibbia sono i fondamenti della cultura europea: un giornalista deve conoscerli e confrontarsi con loro quando parla alla gente.

La scrittura comincia con la lettura, e la scrittura è per il lettore. Il take-home-message di Radford è quello di leggere, discriminatamente e indiscriminatamente, per capire quali storie funzionano e quali no, quali interessano e quali annoiano, quali attraggono e quali repellono. Altrettanto importante è scrivere, scrivere tanto. Non importa di che cosa si scrive e per cosa si scrive, ciò che conta è semplicemente scrivere e impratichirsi.

In cosa si assomigliano scienziati e giornalisti? Nel disinteresse per il denaro e nell'interesse per la loro funzione sociale. I giornalisti scientifici uniscono le due anime, e non scelgono questo lavoro per il denaro che se ne ricava. Vivere di giornalismo è possibile, ma è un mestiere che va imparato, non improvvisato.

Essere semplici, chiari, diretti e avere qualcosa di interessante da dire: 4 principi semplici per comunicare con efficacia con un lettore che non incontrerai mai di persona.


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