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Pensate per voi

Creato il 28 settembre 2010 da Lucas
Oggi, a pag. 2 de Il Foglio, due foglianti autorevoli (la Mariarosa Mancuso e il Camillo Langone¹) offrono consigli spassionati agli scrittori esordienti (e non).Non entro nel merito delle questioni sollevate da essi. Ho controllato due cose tuttavia: i miei libri e i miei cassetti. Per i primi posso dire, in tutta onestà, che qualsiasi brano sottolineato seppellisce le preghiere langoniane: perfino i passi scelti di Magris. Per i secondi, poi, ho rovistato: non ho nessun romanzo nascosto nei cassetti della casa; però ho dei calzini bucati e poi tagliati con un colpo di forbice, riempiti di lavanda essiccata e poi annodati da ambo i lati per non farla fuoriuscire, sia per profumare gli anfratti della mia abitazione, sia per impedire dolcemente l'intrusione di tarme mancusiane o langoniane.¹«Appello agli scrittori: fate attenzione all’epigrafe! L’epigrafe è pericolosissima, è un’arma a doppio taglio e quasi sempre a tagliarsi è l’autore. Perché se in epigrafe metti un versetto del Vangelo, il tuo libro non diventa mica vangelo, mentre se metti una citazione insulsa, ridicola, gonfia ecco che il tuo libro appare subito insulso, ridicolo, gonfio, anche se non lo è. Siccome di Enrico Remmert mi erano piaciuti alcuni libri precedenti, siccome il suo nuovo romanzo prometteva di farmi riattraversare molti luoghi adriatici amati, ho aperto “Strade bianche” con curiosità e fiducia, ma purtroppo come epigrafe ho trovato una frase di Claudio Magris. Magari era un bel libro»

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