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Pensieri dei primi di dicembre

Da Ortoweblog

Sottotitolo: ancora sulla filodiffusione

Sono qui seduto sulla mia nuova sedia Ikea (sto facendo pubblicità? Non esplicitamente. È che sono circondato dalla pubblicità, cos’altro dovrei scrivere?). Anche la mia scrivania è nuova. Ikea, ovvio. Non è altro che un pezzo di legno di faggio rettangolare, sorretto da un treppiede in legno, e due gambe. Minimale ed essenziale. Sotto la scrivania ho la cassettiera. Ikea.
Invece in camera da letto ho messo la scrivania vecchia. Fatta ad arte da un falegname di Cerea (VR), con le gambe ben levigate, un grande cassetto centrale, due laterali più piccoli, altri quattro ancora più piccoli, sul fronte della scrivania. Tutta in legno massiccio.

Sto bevendo un bicchiere di aranciata pieno di ghiaccio. Ebbene? Perché vi racconto queste misere cose personali? Per fare il punto, forse. Dei pensieri, e basta. Il nesso è questo: la mia nuova scrivania è minimale. Anche la filodiffusione è minimale. E come dice Wikipedia:

La filodiffusione, pur essendo una tecnologia datata, è comunque economicissima e affidabile.

Ecco dunque: affidabile. Oggi, chi è affidabile? Le banche? Il servizio pubblico? La parola di quei politici che vorrebbero rappresentarti? Il seme che hai tolto dal pomodoro e dalla zucchina, che hai fatto essiccare e che ripianterai all’arrivo della prossima primavera?

Economicissima, poi. Alla TV tutte le occasioni sono buone per venderti qualcosa. Gli spettacoli televisivi vivono perché c’è la pubblicità. Ma hanno iniziato ad esserci anche canali monotematici: solo pubblicità. Ad indicare che la pubblicità può vivere anche senza spettacoli televisivi.
Quando viaggi per la città, o da una città vai in un’altra città, non puoi non vedere la pubblicità. E vedi altre cose: compro Oro, capannoni vendesi e affittasi, case vendesi e affittasi. E tanti centri commerciali, nati tra una città e l’altra, per portare dalla città e dalla campagna masse di uomini e donne a fare acquisti.
Cosa c’è di economico in tutto questo? Niente. È esattamente il contrario. Ma siamo ancora la società dello “spreco vistoso” (T. Veblen)?

Così mi spiego la mia ri-scoperta della filodiffusione. L’ascolto di sera e mi rilasso. Non ci sono in mezzo, tra un brano e l’altro, voci persuasive che vogliono farmi acquistare qualcosa. Dunque la filodiffusione è economica. Musica classica, opera… ma dovrebbe esserci anche un canale con musica pop… e un canale dedicato all’orto ;-)

nota: ho paura ad andare avanti di un canale, potrei trovare una voce che mi parla di ragadi anali, di ricrescita di capelli, di soluzioni per dimagrire, o di tariffe ancora più basse di quelle che pago attualmente, in tutti i settori: telefonia, sport, energia, assicurazioni…

gs289_tavolo


Filed under: Introspezioni

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