Pomeriggio di silenzi sparsi. La luce è forte, ma l'idea di crepuscolo m'assale. Nella mente riecheggiano note acute di pianoforte, musiche tristi mai composte, eseguite solo nella mia mente, confusa, stranita che cerca di racchiudere tutto con un gesto da maestro d'orchestra, quel gesto che con la chiusura del pugno intima il silenzio agli strumenti.
La felicità c'è, ma un giorno non ci sarà. Sono davvero capace di godere? O per godere devo continuamente cercare altro? Sentirsi inappagati è l'unico modo per essere seriamente felici.
Un violino, lontano. Il sole dalle tapparelle, l'apatia di una domenica pomeriggio, una marea di pensieri senza senso. Silenzio.
Magazine Diario personale
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