Magazine Diario personale

Per chi suona la campana_4 parte

Da Cobain86
Nos

Nos

E adesso eccomi qua, un ragazzo appassionato di musica, cinema e computer che si ritrova alle porte dell’Università di scienze della comunicazione di una città abbastanza grande nelle vicinanze.  Appena arrivato mi sono già fatto un bel gruppetto di amici, conosco già una ventina di persone, insomma posso dire di trovarmi bene. Buona lettura!

Come non posso parlarvi di Giulio (per gli amici “Nos”), un ragazzo talmente specializzato nei motori da lasciarti interdetto, con una grandissima passione per le auto elaborate (cioè kit estetici, audio ed elaborazioni al motore) e una simpatia unica, sempre pronto a tirarti su quando sei scazzato o fuori forma?

Giulio è il Peter Pan che c’è in ognuno di noi, sognatore irrinunciabile ma, come me, profondamente bischero alla radice.

Per questo con lui ho stretto subito amicizia, siamo troppo simili, sempre pronti a sparar una boiata al momento giusto o ad appoggiarci nei momenti di sconforto reciproci. Mattia merita una menzione a parte: cosa faremmo senza il suo appartamento, dove andiamo a mangiare, fare i deficienti e metterci comodi in attesa della prossima lezione? Ma oltre a questi evidenti aspetti pratici e materiali, Mattia è un ragazzo originale alla sua maniera, suona chitarra e ha gusti rock molto interessanti (anche qui scambio di musica, culture musicali a confronto).

Poi (come in ogni gruppo) ci sono (finalmente) anche le ragazze.

Francesca: dolce, simpatica, carina (perché negarlo quando è risaputo?

;-)
) e sempre pronta ad inventarsi qualcosa per far passare in maniera divertente le ore buche. Stella: la ragazza più divertente ed allegra che conosco, con la sua ridarola riesce sempre a riportarci tutti di buonumore e a farci dimenticare, per qualche istante, tutti i nostri problemi con la sua risata contagiosa (ridarola, appunto!). Miriam: conoscendola di meno delle altre due non posso esprimermi, ma di sicuro posso dire che è una ragazza simpatica e socievole (a primo impatto).

E ne ho solo citati alcuni, ma ce ne sarebbero molti altri (Sergio il cinematografo incallito, Mugna mitico compagno di briscola in coppia e metallaro nell’animo e così via elencando), altrettanto meritevoli di esser ricordati come sono stati menzionati i loro colleghi elencati sopra.

Proprio in questi giorni abbiamo fatto un festone a casa di Giulio, prima discoteca e poi ROTTA X CASA DI NOS.

Tra le piadine, la simpatia, le canzoni degli 883 e le belle ragazze ho passato una serata bellissima, anche se però ho avuto conferma che una ragazza che mi piace abbastanza (tralascio il nome per ovvi motivi) non si interesserà mai ad un cazzone come me.

A parte questa cosa (che forse sapevo già ma avevo bisogno di una conferma) è stata una serata indimenticabile, soprattutto per l’after hour e per la miriade di cazzate che si sono sparate, grazie anche a delle persone veramente simpatiche.

Alcuni giorni prima (cosa prossima all’incredibile) abbiamo fatto amicizia (io, Nos e Sergio) con 2 ragazze bellissime che volevano giocare a carte con noi, nonostante ci avessero visto fare i coglioni ripetutamente durante le partite precedenti.

Ma a questo punto dello scritto il lettore (che è molto attento) si chiederà: Marco, Betty e Niky che fine hanno fatto?

Marco, mio amico fraterno e fratello acquisito, sta cercando un impiego (e di sicuro, con le sue qualità, non farà fatica a trovarlo). Comunque lo vedo ogni tanto, ci si scambia le relative esperienze (con annesse e connesse bischerate, ovviamente).

Betty ha scelto di proseguire sulla via dell’Informatica, va nella cittadina (quella citata in occasione di Vale) vicina in macchina e poi in treno raggiunge la sede universitaria. È talmente presa dallo studio, dai suoi impegni extra universitari e dal suo ragazzo che avvistarla ormai è un miraggio.

Siamo rimasti amici, tranquillamente, senza scossoni (penso non sia bello portare rancore), ci si vede quella volta al mese (se capita) e tutto va bene così.

Niky è una specie di manager: si divide contemporaneamente tra scuola, scuola guida e un aiuto ad una sua amica meno fortunata di lei; è talmente impegnata che, ovviamente, anche lei è quasi irraggiungibile, anche se comunque rimane encomiabile per tutto quello che fa, ottenendo risultati più che discreti in tutto.

La vita universitaria, per fortuna, prosegue tranquilla.

Diciamo che ha ricevuto una forte scossa quando, in una delle tante pause pranzo dove, tra una briscola e le solite bischerate, ci ha rivolto la parola una ragazza bellissima chiamata Giulia. Bellissima nel senso canonico della parola: alta, bionda, capelli mossi, visino dolce e simpatico, spiritosa, ironica e soprattutto single.

Giulia ci chiese se poteva fare una partita (portando anche la sua amica) di briscola a quattro e noi, ovviamente, non ci siamo fatti certamente pregare e abbiamo raccolto questo colpo di fortuna al volo, facendole sedere e giocare con noi.

Nei giorni successivi è tornata a trovarci e così decisi di approfondire quest’amicizia inaspettata.

Per ora ci siamo scambiati i numeri di cellulare e ci salutiamo con bacetti sulla guancia, poi si vedrà.

Poi ho stretto amicizia anche con una ragazza del 3° anno che segue alcune lezioni comuni alle mie, si chiama Serena ed è anche lei molto simpatica, carina e gentile. Diciamo che Serena con la sua simpatia (ma anche Giulia con la sua dolcezza e Cristina con la sua comprensione e coccole) riescono a compensare alcuni miei momentanei vuoti d’affetto, dati dall’essere single.  Spero che tutto ciò possa durare ed evolversi in meglio, in quanto forse, per una volta, il vento della fortuna soffia dalla mia parte. Natale è la cosa più divertente che succeda d’inverno, secondo solo al Capodanno.

É incredibile come richiami in ognuno di noi tutta una serie di omologazioni e convenzioni scontate: gli auguri (ma per cosa poi? vai a casa di parenti, ti strafoghi come un porcello, di che auguri hai bisogno?), la messa (dove, più che l’invito alla mensa del Signore, mi sembra l’invito ad una sfilata di moda, visto le opulente signore agghindate come alberi di Natale ambulanti e bambine che girano con indosso abiti costosissimi), lo scambio dei regali (molti fatti in fretta o senza pensarci, o meglio ancora riciclati).

Il problema è che Natale, ormai, non è più la festa della Chiesa, ma casomai della Standa, Upim, Ipercoop, Rinascente, Ricordi e chi più ne ha più ne metta.

Perchè, se ci pensate bene, chi fa i veri affari sono loro: negozi strapieni oltre i livelli ammissibili per uno shopping sereno e tranquillo, gente impazzita che si ricorda di un sacco di gente che, per tutto l’anno, non ha mai pensato una volta ma che, per Natale appunto, ricompaiono come folletti indemoniati della nostra mente, ricordandoci l’obbligo del dono che la festa (ovviamente tra le righe) impone.

Un’altra cosa carina di Natale è la programmazione pro-bambini su tutte le reti a tutte le ore: cartoni, telefilm idioti, film disneyani e non che affiorano dalle saccocce delle reti, pronti ad invadere le nostre case 24 ore al giorno per i nostri piccoli.

In pratica, per riuscire a sorbirsi la tv nei giorni natalizi, bisogna resettare il proprio stato mentale a quello di un bambino di 10 anni (o forse meno).

Il mio Natale è abbastanza comune, tra regali e contributi economici posso dire di non lamentarmi.

L’unica cosa, forse, di cui tutti noi avremmo bisogno (più che di regali o false promesse/illusioni), sarebbe un pò d’amore, puro, sincero, cristallino; un amore che ti prende per mano, che ti acceca e ti rende contento ed entusiasta delle piccole cose, quelle che tutti i giorni hai quotidianamente sotto gli occhi ma di cui non ti accorgi mai perchè sei sempre di fretta, indaffarato, mille cose da fare, pensare, rifare, disdire, programmare…

Ecco, forse il regalo più bello che tutti vorremmo ricevere per Natale (e anche per tutto l’anno, a mio avviso) è quello appena enunciato sopra, un regalo raro e prezioso, che non si può comprare, anche perchè il suo valore è inestimabile. Un regalo fatto di frasi sussurrate, baci dolci, carezze intime e sguardi complici, risate allegre e capelli al vento, guardandosi negli occhi, senza pensare a cosa ci riserverà il domani, senza preoccuparsi del mondo esterno, chiudendolo fuori, creando qualcosa di unico che solo la magia natalizia può amplificare.

Le cose, da quando ho scritto queste parole, sono cambiate, alcune amicizie sono finite, altre mutate, altre ancora si sono trasformate: ma è stato bello affrontare questo viaggio costellato da alti e bassi insieme a voi, pochi lettori, perché mi ha aiutato a crescere e a capire chi sono e dove voglio andare.

A presto.

Marco


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