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Per chiamarti libertà

Creato il 08 gennaio 2015 da Annerrima

Place de la Bastille è un luogo che prende il nome da un momento in cui il popolo francese, nel 1789, affermò il bisogno di libertà.
Non è una piazza particolarmente bella ma neanche particolarmente brutta. Non è orrenda come Piazzale Loreto – altro luogo-simbolo della Storia, quella italiana – ma non ha una spiccata personalità architettonica, perché la Bastiglia vera fu abbattuta da Luigi XIV; eppure è un vero e proprio crocevia di persone, café, luoghi che pulsano di vita. È piuttosto vicina a Place des Vosges, quella sì incantevole e accogliente; pullula di studi di architetti – ci lavorava un mio caro amico italiano – e di redazioni di giornali. Lì ho mosso i miei primi passi come giornalista, mi dichiaravo giornalista “europea” senza ben sapere che cosa volesse dire, se non il fatto che avevo un erasmus alle spalle e che potevo decidere cosa fare nella vita e dove vivere, ovunque in Europa.
A Place de la Bastille c’è il Café de l’Industrie dove pranzavo spesso, ho fatto infinite chiacchiere nei café pigri e lenti come in una piazza del sud Italia, e poi c’è la sede di uno studio di teatro danza tra i miei più amati, quello di Philippe Genty. Ricordo anche gay pride che prendevano come punto di arrivo proprio questa piazza. Ricordo la luce calda che qui arrivava prepotente alle dieci del mattino.
Anche noi facevamo una riunione di redazione il mercoledì alle dieci, Rue des Tournelles poi, dove c’era la redazione del giornale in cui lavoravo, è una strada parallela a quella di Charlie Hebdo. A quanto pare, se lavori in un settimanale – un hebdomadaire, appunto – è il giorno deputato a fare il punto della situazione, specie se si esce il venerdì o il giovedì.
Il fatto che in questo posto, simbolo della libertà francese, simbolo di estrema libertà di stampa, simbolo anche della mia, di libertà, sia stato teatro di questi terribili eventi, per me è una ferita doppia, che mi scalfisce non solo perché vicina e perché l’ho vissuta, ma perché colpisce il cuore della dignità civile di tutti, cattolici, ebrei, musulmani, atei, gay, etero, europei, francesi, italiani, africani.

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(Foto: Michela Zanotti, 2006)


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