Magazine Cultura

Per dieci minuti – Chiara Gamberale

Creato il 17 febbraio 2014 da Irenethehomeless
Per dieci minuti – Chiara Gamberale L'unica a non avercela più, una vita, ero io.
Al suo posto una massa informe, sfilacciata, ferita, che come unico perno su cui girare aveva lo smarrimento.
Passato il momento dolore insopportabile, poi, non c'era più neanche quello a farmi un po' di compagnia.
Andavo a letto e l'unico pensiero prima di addormentarmi era la speranza di non risvegliarmi. Tanto il grande amore che dovevo avere l'avevo avuto, i romanzi migliori che dovevo scrivere li avevo scritti, di certo non ne avrei scritti altri in cui mi sarei potuta così profondamente esprimere, perché non avrei vissuto nient'altro che avrebbe potuto toccarmi così profondamente, la casa d'infanzia era ormai alle spalle e con lei ogni promessa interessante di bene: "E allora, se non c'è più da scrivere, se non c'è più da vivere, se non c'è più una famiglia che, ogni settimana, quantomeno mi dia l'illusione di essere la mia, che ci sto a fare io, al mondo?" ripetevo in continuazione ogni lunedì alla mia analista, la dottoressa T.
Che un giorno di dicembre - ispirata da Rudolf Steiner ed esasperata da me -, alla fine di una seduta, mi ha buttato lì, intensa e un po' magica com'è: "Le va di fare un gioco?".
"..."
"Per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa che non ha mai fatto."
[...]
Perché è davvero perverso l'amore.
Quando c'è, parli con una sola persona di tutte le altre.
Quando entra in crisi, parli con tutte le altre di una sola persona.
L'unica con cui, a parlare, non riesci più.
E giorno dopo giorno ecco che non è più davvero una persona, quella persona: a forza di parlare di lei anziché viverla, diventa un puntino. Un ologramma.
Qualcosa di indistinto, di ingannevole, di fatuo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines