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Per farla figurare

Creato il 17 luglio 2010 da Fabry2010

di Alfonso Nannariello

Uno dei fratelli di mia madre, zi’ Ciccìll, voleva la bellavita. Per questo prese un altro corpo.
Quando sua sorella Cïetta sposò, lavorò a Foggia, nella tintoria del marito. Poi si mise in proprio, e la tintoria l’aprì a Calitri. Da allora fu ‘u Tintòr.
Trovato il verso alle sue aspirazioni nelle cose di qualità e di moda, costruì il suo fascino.
Vestiva con cura. Cappelli alla lobbia e abiti attillati, perfetti coi colori cittadini. Capelli sempre ben tagliati, e lucidati con la brillantina. Sotto al naso rettilineo i baffi a spazzola sembravano definitivamente sistemati. Cravatte regimental risaltavano sulle camicie bianche dalle giacche abbottonate alte. Bei fazzoletti uscivano quanto bastava, dal taschino.
Dopo, non so quando, se ne andò a Biella. Quella rara volta che tornava ci metteva a punto sull’etichetta, e mai si faceva scappare l’occasione di sfoggiare qualche dotta citazione.
Ho trovato delle sue foto dal 1929 al 1950. È ritratto a una mostra della moda a Torino, a Firenze, a Roma, a Milano a una fiera campionaria, quasi sempre in compagnia di diverse signorine, a Caserta, a Napoli, a Ferrara, a Salsomaggiore, sempre elegante, sempre il più distinto. Nelle foto più recenti spara sguardi stimolanti verso l’obiettivo, come Rett Butler in Via col vento a Rossella O’Hara.

Quando mamma sposò, zi’ Tintòr ancora lavorava qua. Fu lui ad accompagnarla all’altare per essere immolata. È ritratto tranquillo e sorridente; tirato a dongiovanni, come era. Compare sempre alla sinistra della sposa, come un consigliere o, forse, solo per farla figurare. Non fu lui, però, a farle da testimone, ma un forestiero, forse un amico di famiglia, Camerino Michele.
Mio zio in queste foto lo si vede preso dalla sua parte, atteggiato a naturalezza, in un cenno d’intesa, impostato in una posa.
Della prima volta e del dovere coniugale, a chi andava sposa nessuno diceva niente. Neanche le donne di famiglia. A mamma, invece, ne sono quasi certo, per darsi come al solito del tono, credo che fu lui a dirle, col suo modo accorto, qualcosa di quello che per quel giorno avrebbe dovuto forse già sapere, e a spezzare la punta d’amaro al calice da bere.

[continua]



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