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Per funghi

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PER FUNGHI

La giornata settembrina prometteva bene. Un giorno di ferie per Andrea e Piero, partenza alle 7.00, la destinazione ben conosciuta da Andrea, avrebbe portato l’amico in un posto magico.
Piero temeva di poter diventare un peso per l’amico cercatore e conoscitore di funghi.
Arrivati nel bosco sconfinato, Piero sapeva bene che non doveva perdere di vista l’amico fora-macchie.
Il clima era propizio per i migliori funghi dell’anno, ovoli e porcini, il sogno di ogni cercatore.
La settimana precedente era piovuto molto, per oltre due giorni.
Dopo la pioggia bisogna che non tiri vento di tramontana altrimenti si asciuga la superficie del bosco e non si attiva il processo che stimola la crescita dei funghi. Dopo il temporale era venuto perfino un po’ caldo, e tutto sembrava presagire bene.
Arrivati al bosco, Andrea se ne uscì con una raccomandazione :
– Qui ti ci ho portato, ma mi devi promettere che non ci verrai con nessuno, questo bosco non è mio, ma non lo conoscono in molti, e meno gente lo sa meglio è ! –
Piero capì che si trattava di una eccezione, che Andrea come del resto anche i cacciatori e pescatori sono un po’ gelosi dei territori di caccia abituali, come fossero i propri.
Quel giorno doveva approfittare dell’occasione offerta, ma senza abusare.
Piero non era solito andare a cercar funghi, e quella volta era uscito più per l’amicizia che per altro.
Aveva frequentato corsi di riconoscimento funghi, si era procurato anche molti libri sui funghi, tanta teoria, ma poca pratica. La teoria senza la pratica non gli sarebbe servita molto.
Scesero dall’auto e provvisti del paniere, del coltellino per il taglio di certi tipi di fungo, iniziarono la ricerca.
Mentre passeggiavano nel bosco le palline rosse e gialle dei corbezzoli sembravano dei semafori rossi tra i viottoli, c’erano anche macchie spinose con boccioli arancioni e rossi di rosa canina. Tutto il resto era verde di tante tonalità differenti, con cornioli, pungitopo, felci, e tantissime piante di scopa e ginestre. Tra i castagni qualche riccio aveva già scaricato a terra i suoi preziosi frutti.
Il sottobosco cambiava a seconda del tipo di alberi. Nei boschi a cerro o leccio e comunque cedui non “puliti” era difficile entrare. I due si tenevano alla larga dal bosco fitto.
Il sole del mattino dopo il diradamento delle nebbie iniziava a penetrare tra le fronde. Tutto si faceva più chiaro, tra i castagni era facile avvistare tutto ciò che sporgeva tra le foglie.
Andrea si muoveva agilmente nel bosco fitto, Piero rimaneva indietro in quel terreno, ma recuperava negli spazi aperti.
Entrambi avevano vista acuta, ma la vista di Andrea era più esercitata, forse sapeva dove guardare e cercò di insegnarlo all’amico.
In un momento di relax (una pisciata) Andrea rivelò a Piero come individuare una zona dove potrebbero esserci dei funghi :
– Vedi Piero quelle pendenze ? Sono troppo ripide, l’acqua non è rimasta il tempo sufficiente per bagnare il terreno, difficilmente troverai dei funghi, al massimo solo molto vicino all’albero. Se ti guardi intorno devi individuare piccole zone pianeggianti, vicino a grandi alberi oppure nelle zone di passaggio dove è battuto molto sole. L’esposizione al sole della collina poi ha la sua importanza, nella parte nord inutile cercare ! –
Andrea tranquillizzò Piero sulla sua paura di non ritrovare la strada :
– Quando non sai più dove sei, devi salire più in alto che puoi, poi cerchi di orientarti e decidi dove andare.-
La giornata a funghi dei due amici risale a molti anni fa, quando non c’erano navigatori da polso, smartphone con gps o altre diavolerie che ora non sbagliano di un metro la posizione.
Con questi oggetti ora sarebbe stato molto più facile, appena arrivati basta segnare il punto di partenza e … via ! Quando poi si decide di tornare si chiede la posizione e l’oggetto risponde in quale direzione si deve percorrere e quanti metri in linea d’aria. Troppo facile !
Forse meglio così. Si tratta di un aiuto in più e ognuno può decidere se tenere spento il navigatore satellitare, ma è sempre bene averlo e saperlo usare.
I due amici si muovevano con sicurezza nel bosco e con le loro tecniche si apprestavano a passarlo palmo a palmo.
Non si trattava di una impresa facile.
Andrea spiegò :
– Solo con l’esperienza si capisce che il passo lento e misurato in salita con andatura a zig-zag offre una visione più ampia e precisa. –
Scendevano in diagonale ed evitavano i sentieri. Piero aggiunse :
– Dove passa tanta gente probabilmente se c’erano funghi qualcuno li ha visti e presi di sicuro ! –
Andrea e Piero percorsero molti chilometri attraversando vari tipi di bosco. Perfino nelle pinete non trovarono nulla da raccogliere.
Andrea amava molto i pettinini (https://it.wikipedia.org/wiki/Hydnum_repandum) , ma c’erano solo i pinaioli (https://it.wikipedia.org/wiki/Suillus_granulatus) e non li raccolse nemmeno Piero.
Dopo tanto camminare finalmente in un fazzoletto di terreno videro un spettacolo inaspettato.
Piero si fece un pizzicotto per capire se non stava sognando.
Lievi sfumature di arancione degli ovoli (https://it.wikipedia.org/wiki/Amanita_caesarea) con il marrone scuro dei porcini (https://it.wikipedia.org/wiki/Porcino) tappezzavano il bosco in un abbraccio naturale. Ben presto i funghi furono sistemati nei panieri e i due cercatori si apprestarono a tornare a casa vittoriosi.
Non ci poteva essere migliore ricompensa dopo tanta fatica. Non avevano macchina fotografica, la scena è rimasta impressa nella loro memoria come lo fu l’insalata di ovoli nei ricordi delle loro papille gustative.
Piero fece tesoro di quella giornata, fu sicuramente meglio di decine di ore teoriche di corso.


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