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Per gli amanti della serie tv “Masters of Sex”

Creato il 08 settembre 2015 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier

Ripresa bollente sul finire di una bollente estate. Pubblico alcune annotazioni, che mi sembrano gustose, sulle ricerche di William Masters e Virginia Johnson — i due dottori che sconvolsero l’America puritana degli anni ’60 con il loro spiccato interesse per la fisiologia del sesso. Nonostante su Sky Atlantic sia già in onda la seconda stagione della serie televisiva che racconta e romanza le loro vicende, non è facile trovare in rete testi in italiano che parlino di loro. Quanto segue è stato scritto (ben prima che la serie fosse concepita) da Sallie Tisdale, e tradotto in italiano da Pietro Ferrari; è un estratto da un libro sul quale trovate informazioni a fondo pagina.

 

Masters_of_Sex

Nessuno ha mai ripetuto l’impresa di William Masters e Virginia Johnson. Primi a studiare la fisiologia del rapporto genitale e dell’orgasmo, questi due ricercatori sono stati anche i primi, e i soli, a pubblicare per i profani uno studio così particolareggiato e dall’argomento così ristretto. Nessun altro, per quanto ne so, co ha provato, e dubito che potrebbe farlo, dato che i fondi, un problema costante nel campo della sessuologia, sono particolarmente difficili da reperire per le ricerche più spregiudicate. Human Sexual Response [La risposta sessuale umana] esaurì la prima tiratura in tre giorni, ma la maggior parte delle persone, oggi, non sa dire di cosa tratti esattamente, o quali criteri abbiano seguito gli autori. E per un buon motivo. All’epoca si citava questo commento di Masters sulla turgida prosa dell’opera: “Abbiamo compiuto ogni sforzo per rendere questo libro quanto più pedante e piatto possibile e, mi sia concesso di dirlo in tutta modestia, penso che ci siamo ammirevolmente riusciti”.

All’inizio Masters e Johnson ricorsero per la loro ricerca alle prostitute, donne “considerate esperte, collaboranti e disponibili per la ricerca”, perché presumevano che elementi “più conservatori” della popolazione non avrebbero voluto prestarsi. A differenza di Kinsey, i due autori non erano interessati al comportamento sociale, ma bensì alla precisa anatomia e fisiologia del sesso, alle strutture minute dei genitali e, in particolare, a quanto succedeva nei genitali durante l’eccitazione e l’orgasmo. A questo scopo dovevano osservare le persone durante i rapporti sessuali e l’orgasmo: abbastanza ragionevolmente pensarono alle prostitute che in effetti parteciparono in gran numero, offrendo suggerimenti “inestimabili” sulla risposta e la tecnica sessuale.

Non passò molto tempo prima che gli sforzi per trovare soggetti più conservatori dessero frutto. Alla fine 382 donne, fra i diciotto e i settantotto anni, presero parte alla ricerca insieme a 312 uomini fra i ventuno e gli ottantanove anni. Tutti diedero una franca spiegazione delle proprie motivazioni, quali l’ansia per le proprie prestazioni sessuali, “l’opportunità di un sollievo anonimo alla tensione sessuale”, la speranza di ravvivare un matrimonio e la possibilità unica di qualche guadagno extra. Palesemente la popolazione “conservatrice” era piena di sorprese. Masters e Johnson affermarono che, secondo tutti i loro soggetti, lo studio risulta in ultima analisi benefico per la loro vita sessuale. La maggior parte delle donne, esaminate più a lungo e più a fondo degli uomini, allegarono due motivi primari: il denaro e uno sfogo sicuro per rapporti sessuali regolari.

Il nocciolo dello studio comportava osservazioni sul rapporto genitale e la masturbazione. Nel secondo caso per la raccolta dei dati venne impiegata una sorta di dildo tecnologicamente avanzato e azionato elettricamente, soprannominato, a quanto pare, Ulysses [Ulisse]. “I peni sono di plastica e sono stati costruiti con la stessa tecnica del vetro da specchi. L’illuminazione con luce fredda permette l’osservazione e la registrazione dei dati senza distorsioni… Ci siamo orientati verso questo genere di attrezzatura per ovvi motivi…”

Lettura impegnativa, Human Sexual Response è un testo su un argomento complesso di cui per la maggior parte sappiamo ben poco, scritto nel linguaggio tecnico più distaccato che sia dato trovare. Eppure di tanto in tanto un soffio di poesia filtra negli aridi paragrafi accademici; di tanto in tanto fa capolino una vena d’ironia, forse non sempre involontaria. La lubrificazione vaginale prima del rapporto viene chiamata “preparazione per la monta”, mentre il pene eretto esibisce la sua “piena, intensa richiesta”.

La misurazione di un pene completamente eretto, “nella congestione finale della fase dell’ultimo plateau”, notarono i ricercatori, doveva essere compiuta rapidamente: “spesso le misure sono state prese in fretta e furia”. Mi immagino uno scienziato smilzo, dai capelli radi, con occhiali spessi e un camice bianco, munito di guanti di gomma, in atto d’inginocchiarsi con un metro e un portablocco a molla di fianco al suo soggetto: un uomo nudo ansante che preserva l’erezione e trattiene il fiato impaziente, la faccia sudata, contratta come le dita dei piedi, in attesa del permesso di finire. Gli scienziati balzano agilmente fuori portata, appena in tempo, e il soggetto successivo, il c***o in mano, prende posizione.

Tutto quello che sappiamo sugli aspetti fisici della masturbazione viene da questo genere di osservazione di soggetti che si masturbano. Quindi, andate nella vostra stanza. Chiudete le tende. Staccate il telefono, tirate giù le coperte. Spogliatevi. Stendetevi e toccatevi le parti intime nei modi che preferite, nei modi che nessun altro potrà mai, mai vedere (perché, anche se vi masturbate davanti a un amante, la faccenda avrà sempre uno stile e un sapore diversi da questo momento solitario). Quando il formicolio comincia a svanire dalla vostra pelle, immaginate: elettrodi, luci, una cinepresa fra le vostre ginocchia aperte; un uomo, una donna, in un camice da laboratorio, con un portablocco, impegnati a prendere appunti. Il mondo che ritorna.

Sallie Tisdale


Tratto da Dimmi le parolacce

, edizione EST 2000, disponibile anche nell’edizione Marco Tropea
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Libro interessante e a tratti esilarante, che nella versione italiana ha un brutto sottotitolo: L’immaginario erotico femminile. Brutto e fuorviante. Non è l’immaginario femminile a essere preso in esame nel testo, ma l’immaginario erotico in generale. Siccome però a parlarne è una donna, è ovvio che si occupi di sé e parli solo alle altre donne, no?

Comunque, io l’ho letto in palestra, facendo la cyclette. La palestra è innegabilmente un luogo che evoca il sesso. Al centro di tutto c’è il corpo. Spesso inguainato in abiti aderenti, che mettono in risalto muscoli e forme. I gemiti che emettono i culturisti sollevando pesi sono assai simili a quelli che si emettono compiendo altri tipi di sforzi. Ebbene, in quel contesto, pedalando e leggendo, a un certo punto sono scoppiata a ridere. Accanto a me, sull’altra bicicletta, c’era una signora sui sessantacinque anni, ben truccata e molto curata, con i calzini dello stesso colore della fascetta che aveva tra i capelli, la quale mi ha chiesto con un amabile sorriso: “Quel libro è così divertente?”.

Senza dire una parola, le ho mostrato la copertina. La signora ha cambiato espressione. Ha distolto lo sguardo. E ha borbottato: “Be’, leggere un libro del genere può essere di aiuto, in certi momenti della vita”.

Cosa mai avrà voluto dire? Ci ho perso il sonno.


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