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Per un pugno di chilowatt

Creato il 30 marzo 2011 da Ilgrandemarziano
Per un pugno di chilowattInfine non si può trascurare il fatto che nemmeno l'energia "pulita" esiste davvero, ma la produzione di elettricità ha sempre un costo in termini energetici ed ecologici che ne determina efficienza e conseguenze ambientali. Per esempio bisogna pur costruirli in qualche modo i pannelli solari, no? E quali ricadute hanno i loro processi costruttivi? Quanta energia si consuma e quanto si inquina per farli? E le pale eoliche? Senza contare l'impatto sull'ambiente che, a prescindere dal lato puramente estetico, e dunque per certi versi opinabile, quegli impianti hanno e che comunque si traduce in ampie porzioni di territorio che devono essere riservate allo scopo. Insomma se l'uomo vuole energia, non può pensare che il suo costo sia trascurabile. Ne vuoi? Allora, mio caro, sappi che devi pa-ga-re. In soldi, salute e bellezza. E più ne vorrai, più il suo prezzo per forza di cose salirà. In soldi, salute e bellezza. Al punto che non è detto che in un futuro più o meno remoto, magari un futuro dove il petrolio sarà esaurito (se finiscono il sale e lo zucchero a casa tua, puoi star certo che presto o tardi succederà anche col carbone e col petrolio) e magari anche i veicoli dovranno essere alimentati a elettricità (o arriverà l'idrogeno?), prima o poi non si finisca per avere problemi a soddisfare il fabbisogno mondiale. Che cosa succederebbe se si arrivasse a quel punto?
Dunque in attesa che arrivino a maturazione industriale gli ormai chimerici impianti a fusione nucleare, promessi ormai da quarant'anni, che presentano una virtuale inesauribilità delle fonti, che non immettono nell'atmosfera prodotti di combustione, e che sono considerati «intrinsecamente» sicuri, non tanto perché incidenti non possano accadere, quanto perché almeno il reattore non contiene sostanze radioattive, ma che non si sa quando e se saranno mai davvero disponibili (le cose sono molto più complesse di quanto ci si aspettava), o che salgano alla ribalta industriale processi di produzione dell'energia davvaro innovativi e potenzialmente interessanti come l'Energy Catalyzer, cosa si deve fare? Alla luce di tutte le considerazioni fatte finora, che idea farsi oggi (in vista del referendum, e dopo l'astuta moratoria)? In che direzione orientarsi? Dove andare a piazzare il baricentro del triangolo costi-rischi-benefici? Quali considerazioni pratiche si possono fare, senza lasciarsi portare via dalle impetuose e superficiali correnti di pregiudizi ed emotività?
Per un pugno di chilowattSe persino di fronte a un disastro come quello di Fukushima, lo stesso Giappone non sembra avere alcuna intenzione di rinunciare al nucleare, credo che valga la pena considerare che ci possono essere fattori da cui non si può prescindere, che magari - proprio come nel caso del Giappone (le cui 56 centrali pare coprano il fabbisogno interno per solo il 25%!) - sono legati anche al territorio e alla popolazione. Quando hai così tanta gente che consuma così tanta energia elettrica su una superficie così esigua, come fai a produrre abbastanza elettricità per tutti, se non (anche) col nucleare? Non dico che questo si applichi all'Italia, piuttosto che qualsiasi tipo di considerazione va valutata con equilibrio. Per esempio, nel caso dell'Italia, in che misura incide sul rifiuto del nucleare l'applicazione della visione affaristico-mafiosa in stile cemento dell'Aquila? E soprattutto, ha davvero importanza nell'economia delle considerazioni? O finisce per essere solo un altro aspetto di natura emozionale, proiezione energetica di una sfiducia diffusa e ormai fortemente radicata verso tutti gli organi di potere, di controllo e di gestione? Eppure pensate che cambierebbe qualcosa nell'opinione della gente avere una qualche garanzia che le centrali venissero costruite ed esercite (e le scorie smaltite) secondo la più aggiornata e onesta "regola dell'arte"? In effetti non sembra che il dilemma affligga i tedeschi. Forse la proverbiale competenza, precisione e senso dell'onore, della responsabilità e del sacrificio giapponesi (benché qualche scheletrino nell'armadio sembra ce l'abbiano pure loro) hanno messo al riparo i cittadini del Sol Levante dall'incubo della contaminazione?
/continua (e finisce) lunedì prossimo

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