Magazine Attualità

Per una lettura non banale di Michal Kalecki

Creato il 15 maggio 2014 da Zeroconsensus

kalecki3

 

di Joseph Halevi

Una parte consistente dei lavori di Michal Kalecki verte sul tentativo di formulare una teoria del ciclo economico basata sull’interazione tra la domanda derivante dalle decisioni di spesa dei capitalisti in investimenti e consumi (consumi dei capitalisti) ed il grado di monopolio dell’economia. Tutti questi tentativi fallirono, la teoria non vide mai la luce in maniera compiuta. Lo ammise Kalecki stesso osservando però che la parte più assodata dei suoi lavori riguarda la domanda effettiva che, in modo molto più esplicito rispetto a Keynes , procede dalla spesa dei capitalisti stessi. In tale contesto le cose da leggere di Kalecki si incentrano sul problema della domanda effettiva. Io comincerei con 2 saggi apparsi in Polonia nel 1932 sul La Rivista Socialista (in polacco ma ora disponibile tramite le opere complete della Oxford UP).. Nel primo Kalecki nega che ci possa essere un’uscita endogena dalla crisi, questo in polemica con le posizioni del Comintern (Varga) che vedeva nella caduta dei salari e dei prezzi dei beni capitale le condzioni della ripresa dell’accumulazione. Nel secondo saggio Kalecki polemizzò con Hilferding circa l’idea che il capitalismo trustificato fosse più stabile di quello concorrenziale. Dopo questi due saggi passerei subito alla lettura del saggio sulla Germania nazista. E’ fondamentale. Si può trovare nella raccolta Michal Kalecki SUL CAPITALISMO CONTEMPORANEO, Editori Riuniti, Roma 1975. E’ il primo capitolo. Dopo di che si può tranquillamente continuare perchè tratta dell’esperimento Blum del fronte popolare in Francia (fu Keynes a chiedergli di studiarselo). Indi si passa al periodo post bellico con due eccezionali articoli sull’economia americana. Per capire perchè Kalecki non credeva che il keynesismo fosse applicabile eccetto che in condizioni particolari si dovrebbero legge in sequenza tre saggi: Aspetti politici del pieno impiego del 1943 e tradotto nella summenzionata raccolta nonchè un saggio scomparso dalla circolazione – ma disponibile in inglese nelle opere complete della Oxoford UP – perchè pubblicato prima in italiano nella rivista economica dell’autoaffondatosi PCI, Politica ed Economia del 1971 Osservazioni sulla riforma cruciale, scritto assieme a Kowalik recentemente scomparso. Contrariamente a Keynes, Kalecki non credette mai nella possibilità di mantenere la piena occupazione attrverso l’incentivazione degli investmenti privati. Partecipò ad un importante dibattito di politica economica sul tema, in Gran Bretagna, proprio sul finire della guerra. Il suo Full employment by stimulating private investment? venne pubblicato nell’annata del 1944 dell’Oxford Economic Papers. Rintracciabile o via JSTOR e/o nelle opere complete della Oxford UP.
Una delle posizioni più originali di Kalecki consiste nel negare che (a) la flessibilità verso il basso dei salari permetta di aumentare l’occupazione, (b) che gli aumenti salariali comprimino i profitti. Per Kalecki su un arco assai ampio dell’attività economica, determinato dai margini di capacità produttiva NON UTILIZZATA, non c’è conflitto macroeconomico tra salari e profitti. Il trattamento del punto (a) lo si trova nel saggio del 1939 Salari monetari e reali, soprattutto la prima parte teorica. Il saggio è rintracciabile in Michal Kalecki STUDI SULLA TEORIA DEI CICLI ECONOMICI, Milano: Il Saggiatore 1972. Il punto (b) invece, quello afferente alla tesi che, su un certo arco di attività, gli incrementi salariali NON comprimono i profitti ed anzi aumentano l’occupazione, è discusso nel saggio Class struggle and distribution of national income, pubblicato sia sulla rivista svizzera Kyklos nel 1970 che nei Selected Essays on the Dynamics of the Capitalist Economy, Cambridge: Cambridge University Press, 1971, la traduzione italiana del volume è apparsa presso Einaudi 1975. Kalecki ha anche scritto 2 libri di saggi sulla pianificazione socialista pubblicati dalla Cambridge University Press e in Italia, uno soltanto, da Editori Riuniti, nonchè dei saggi sullo sviluppo economico del terzo mondo raccolti nel volume Essays on Developing Economies, Harvester Press, Hassocks , UK. 1976.
Come osservato all’inizio, Kaleccki non riuscì a formulare compiutamente una teoria del ciclo economico collegata al sistema oligopolistico del capitalismo. A mio avviso la connessione tra i due aspetti è trattata molto meglio nel classico lavoro di Paolo Sylos Labini Oligopolio e progresso tecnico, Einaudi 1969, pirma edizione 1962: Inoltre Sylos Labini articola in maniera più approfondita le fasi storiche del capitalismo. Tra i suoi vari saggi sul tema ne estraggo tre che considero fondamentali (1) Alcuni aspetti dello sviluppo economico in un paese oggi progredito (Inghilterra), in Paolo Sylos Labini, Problemi dello sviluppo economico, Bari: Laterza 1970; (2) Long run changes in the wage and price mechanism and the process of growth, in Baranzini, M. and Harcourt, G. (eds), The dynamics of the wealth of nations. Essays in Honour of Luigi Pasinetti, London: Macmillan, 1993; (3) On the concept of the optimum rate of profit, in Paolo Sylos Labini, The forces of economic growth and decline, Cambridge, MA: MIT Press, 1984. Il primo saggio mostra nitidamente la cesura tra la grande crisi del 1875 e quella del 1930 sia negli USA che nel Regno Unito. Nella prima crisi sono i prezzi a calare di più, nella seconda è la produzione a calare di più. Nel secondo saggio si evidenza la dinamica che ha portato alla fine dell’Ottocento ad una formazione dualistica dei prezzi: quelli industriali sono determinati,anche nel breve periodo, dai costi di produzione mentre quelli agricoli no. Il terzo saggio si occupa del salario come costo ma anche come domanda e viene fatto notare come, con la trasformazione del capitalismo da concorrenziale a oligopolistico, la preoccupazione classica concernente la caduta del saggio di profitto come causa di crisi, venga tendenzialmente rimpiazzata da un eccessivo saggio di profito come fonte di crisi della domanda effettiva. Ipoeesi che viene considerata valida soprattutto per il processo che sfociò nella Grande Depressione degli anni 30.

Questo brano è stato tratto dalla pagina Facebook del Professor Halevi



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :