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Per uscire dalla crisi... investiamo nel whisky!

Creato il 28 agosto 2012 da Lamiaeconomia
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Per uscire dalla crisi... investiamo nel whisky!
Per uscire dalla crisi... investiamo nel whisky!
Nell'attuale periodo di contingenza economica il mercato del lusso non ha subito grossi contraccolpi facendo registrare buone vendite nella categoria beni di lusso, specialmente nei paesi asiatici.
Gli alcolici e in particolare il vino sono sempre stati considerati degli status symbol, ma non solo, ci sono appassionati che sono riusciti a far diventare la loro più grande passione un vero e proprio lavoro considerando i propri acquisti come dei veri investimenti.
Il trucco è quello di acquistare bottiglie pregiate che con il tempo incrementano il proprio valore per poi rivenderle agli appassionati. Questo tipo di investimenti nel settore alcolici sta conoscendo un nuovo e inaspettato protagonista: il whisky, bevanda alcolica ottenuta dalla distillazione di vari cereali ed invecchiata in botti di legno. Tra i maggiori gruppi produttori di whisky annoveriamo la Pernod Ricard e il gruppo Diageo dei quali fanno parte i whisky che siamo soliti trovare nei comuni negozi di genere alimentari. Secondo Whisky Highland, società di consulenza specializzata, al mondo sono presenti 10 bottiglie di whisky, rarissime e pregiate, che hanno conosciuto una rivalutazione del 381 % dal 2008 al primo trimestre del 2012. Davvero niente male come investimento. Questi dati fanno indubbiamente venire l'acquolina in bocca, tuttavia, improvvisarsi esperti di wkisky non è certamente semplice. La chiave del successo è quella di saper valutare e scegliere le bottiglie giuste destinate a salire di valore. Un processo non semplice e non immediato. Tuttavia, stando alla classifica stilata da Whisky Highland, anche a fronte di una selezione non accurata, i ritorni sono comunque interessanti: la top 1.000 delle bottiglie di whisky ha un rendimento teorico dell' 85,77% tra il 2008 e aprile 2012.   Un mercato giovane ma molto rampante. Alcune società come la World Whisky Index hanno realizzato degli indici di prezzi che seguono il mercato del whisky esattamente come un listino di borsa. Stando alle stime del World Whisky Index i rendimenti attesi si attesterebbero intorno al 12% l'anno. Micheal Kappen, imprenditore olandese, afferma: "il whisky è un investimento stabile, assicurando un ritorno di circa il 12 % all'anno. Le azioni rischiano sempre di perdere valore, con il whisky, finora, non è mai accaduto". Charles Curtis, responsabile delle aste di vini e liquori nel Nord America, ha dichiarato che attualmente il mercato del whisky si trova esattamente al punto in cui si trovava il mercato del vino circa 20 anni fa. Questo significa che si possono fare investimenti facili ottenendo un buon ritorno.  Chiaramente i ritorni economici non si possono di certo ottenere con un whisky "commerciale" magari acquistato presso la GDO. Si deve investire esclusivamente in edizioni limitate. Tra le distellerie più note: la Macallan, la Glenfiddich, la Port Ellen la Dalmore (un imprenditore cinese ha acquistato per la bellezza di 140 mila euro un esemplare di 62 anni fa di quest'ultima casa). Investire in whisky quindi si può. Tra le accortezze da avere, oltre quelle della scelta oculata delle bottiglie, si deve considerare comunque che un investimento di questo tipo è a lungo termine, dai 10 anni in su. Inoltre, essendo un mercato molto di nicchia, qualora ci si volesse sbarazzare della propria collezione, per ottenere liquidità bisognerà aspettare un bel po' di giorni. Ma quindi come e dove cominciare? A questo punto è quantomeno opportuno e doveroso fare un piccolo distinguo: c'è una grande diffirenza tra un vero collezionista o un investitore che ha scelto di investire il proprio denaro in whisky. Il primo indubbiamente passionale, il secondo con un approccio aziendalista. Per fare soldi con il whisky si deve appartenere obbligatoriamente alla seconda categoria. Preparare un business plan annuale, tenere traccia di tutti i propri investimenti, monitorare la variazione del prezzo delle varie marche di whisky e pianificare la propria strategia, sono azioni propedeutiche se si spera di avere un ritorno economico. La parola d'ordine è: occhi aperti ed informazione/formazione continua. Oltre a quello che abbiamo detto precedentemente, leggendo i giornali del settore, bisogna fare attenzione agli annunci di distillerie dismesse o che hanno da poco terminato la produzione. Anche fiere di whisky, aste, mercatini delle pulci, possono celare dei buoni affari. Se invece siete disposti a correre qualche rischio, l'acquisto di un intero barile di whisky protebbe rivelarsi una mossa vincente; se la qualità del whisky acquistato è buona, dopo un lasso di tempo di 10 anni il ritorno economico è sicuro. Sarà anche possibile imbottigliare il whisky della botte acquistata e venderlo.
Fonte: International business times


Dott. Fabio Troglia 
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