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Perché è pericoloso un client Alternativo di WhatsApp?

Creato il 20 giugno 2014 da Egosistema

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Osservate attentamente le applicazioni presenti in questo drawer. Avete notato per caso qualcosa di “Anomalo” o Paradossale al suo interno?
Se siete dei comunissimi utenti Android sicuramente no, in quanto non conoscendo l’ applicazione trattata in questo articolo e ne’ le vicende che hanno contribuito a caratterizzarla, non sarete in grado di percepire il problema ma se invece, come me, avete fatto dei test nel mondo di Firefox Os, magari utilizzando per un certo periodo un suo device come prodotto di tutti i giorni, conoscendone pure tutte le applicazioni chiave alla perfezione, allora avrete già capito di che cosa stiamo parlando perché avrete senza alcun dubbio notato la presenza dell’ icona di Loqui IM, all’interno di un sistema operativo Android.


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Perché dovrebbe stupire una cosa del genere?

Perché, senza girarci troppo attorno, si tratta di un client alternativo IN BETA di whatsapp, che io ho installato su Android. Il cosiddetto Loqui IM, presente su Firefox Os e installabile sul sistema di Google tramite il Mozilla Marketplace accessibile dal Browser web Firefox Mobile.

Per saperne di più: App di FirefoxOS su Android? Possibile, con Firefox Mobile


Loqui IM nasce come App Opensource (GNU) sviluppata con l’obiettivo di riunire in un solo client di chat un gran numero di servizi di messaggistica proprietari e non che, per colpa di politiche o difficoltà tecniche, non sarebbero arrivati su Firefox Os.
Il servizio, infatti, nasce con la possibilità di interfacciarsi con Facebook Messenger, Hangout, servizi Microsoft eccetera e in seguito, in risposta ad un annuncio mai annunciato di cui vi parlerò fra poco, con WhatsApp messenger. Risulta ancora in beta ed alcune funzioni non vanno ne’ su FirefoxOS e (soprattutto) ne’ su Android pero’ il progetto sembra procedere veloce, quindi non tarderanno gli update.

Non mi dilungherò troppo nel descrivere Loqui, in quanto potrete trovare in questo nostro articolo delle informazioni più approfondite su di essa, quindi ritorniamo al nocciolo del discorso.

Dunque perché questo fatto è degno di nota?

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In questi ultimi anni, Whatsapp è diventata una delle più grandi (se non LA più grande) App di messaggistica disponibili per sistemi Mobile. Nata nel 2009, inizialmente solo per iOS, col tempo si è multipiattaformata, inglobando prima Blackberry per poi in seguito quasi tutti i sistemi operativi mobile presenti sul mercato, come i modelli successivi di BB dal 6 al 10, Symbian e sistemi Nokia da S40 ad Asha, Android e WindowsPhone, sino a diventare una delle principali Killer App del mondo mobile, in grado di condizionare l’ interesse commerciale di un determinato OS. Infatti chiedetevi come mai Asha aveva già di default la presenza di WhatsApp sin dal primo modello. La sua crescita è dovuta alla sua strategia di mercato e… A dirla tutta, alle sue politiche abbastanza particolari.


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La strategia iniziale del creatori, due Ex Dipendenti di Yahoo Jan Koum e Brian Acton, si basava sul creare un client per iPhone di messaggistica alternativa a quello di Ping (orrendo a detta di chi lo utilizzava), per poi diventare, dopo aver ricevuto un’ investimento da ben 250.000 dollari da parte di conoscenze di yahoo, un servizio di messaggistica più completo e competitivo. Dopo l’ evoluzione, che poi ha permesso la creazione di un client anche per il rivale di Apple all’ epoca, Blackberry, l’ applicazione divenne a pagamento, in modo da aumentare in modo rapido i guadagni e potenziare più in fretta l’ intero progetto. Ma questa fase durò poco. Android, in contemporanea al sistema Apple, stava sempre più attirando clienti, diventando un terreno fertile per un’ altra base di comunicazione multipiattaforma, quindi per poter effettuare un debutto in grazia pure su questo OS, i vertici di WhatsApp optarono per l’ idea vincente di rendere free il programma, senza mettere Spam e chiedendo solo 0,90 centesimi di abbonamento annuale, con l’ opzione di allungamento a tre o cinque anni.

Dopo la storia la conosciamo tutti…

Apple e tutti gli altri si uniformano alla strategia utilizzata su Android, il sistema va su tutti i Blackberry dal 5 al 10, arriva su Nokia Asha, S40, Symbian e Windows Phone, vengono implementate feature per condivisione immagini, video, audio eccetera e vengono implementate funzioni premium per aziende. Quindi fasi di pagamento mirate, Free senza Spam, 0.90 soli di abbonamento, presenza su tutti gli OS che fanno Numero permettono grandi guadagni, tali da rendere questa chat cosi potente da renderla la “Microsoft Office” della messaggistica mobile, ovvero quell’ applicazione che viene sempre richiesta a gran voce dalla massa su ogni sistema operativo, sia per utilizzi lavorativi che semplici. Diventando cosi richiesta da essere desiderata da molti Big dell’ informatica… Soprattutto Facebook che si è lasciata spennare per bene prima di poterci mettere mano. Detto questo, considerando politiche, importanza dell’ app e simili, rifacciamo la domanda sopra citata.

Domanda al quale risponderò in parte raccontandovi quello che è accaduto su Firefox Os.


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Sin dal principio, tra le principali App che il sistema di Mozilla avrebbe avuto nel periodo di rilascio ufficiale, dove l’ utenza non-betatester poteva acquistare uno ZTE Open o un’ Alcatel One Touch Fire, entrambi con 1.0 e 1.1 aggiornabile, ci doveva essere assolutamente Whatsapp. La sua futura presenza venne ostentata da tutti, sia da una convincente Telefonica che prometteva il suo arrivo in inverno o a Natale, sia da Mozilla che pubblicizzava il suo arrivo imminente via e-mail e blog. Peccato però che, come avrete intuito, l’ applicazione non è ancora arrivata, lasciando ancora oggi (data stesura articolo) gli utenti Firefox Os a bocca asciutta. Il progetto sembrava andare avanti, con Telefonica e Mozilla in pompa magna super-decise a distruggere il mondo pur di possedere Whatsapp, per poi fermarsi di colpo nel periodo invernale, nel più totale silenzio stampa, senza annunci ne dichiarazioni.

Ma perché è successo ciò?

Causa difficile da scoprire, ma abbastanza facile da intuire, perché se osserviamo il periodo stimato di debutto, notiamo un fatto molto, molto particolare… In quel periodo usciva dalla beta ConnectA2.


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ConnectA2 è un’ App Opensource (Apache), nata come client di messaggistica per utenti Firefox, con il plus di avere la possibilità di interfacciarsi con WhatsApp. Praticamente un’ OpenWhatsApp per Firefox Os che, proprio come fa l’ applicazione per Maemo e Meegoo, usufruisce degli stessi servizi utilizzati da quella originale, quindi inviare/ricevere messaggi, inviare/ricevere foto, video, file audio, creare gruppi di chat e cosi via. Anche di lei abbiamo parlato a sufficienza in un’ articolo apposito, quindi limitiamoci solo a citarla, sottolineando che lei può, a tutti gli effetti:

  • Può rimpiazzare WhatsApp nelle funzioni, essendo essa plasmata non solo per essere identica di UI, ma anche per replicare funzioni di condivisione file e messaggistica.
  • Può usufruire dei servizi di chat di WhatsApp, quindi comunica con i client originali degli altri Os.
  • Possiede politiche Opensource.
  • Nasce per un’ OS molto più rigido con la fedeltà per le politiche Opensource rispetto ad Android (Google è decisamente molto più elastica di Mozilla).

Con il risultato finale che ConnectA2 da la possibilità agli utenti di usare WhatsApp dribblando il client originale, bypassando le filosofie closed e evitando il pagamento annuale. E cosi facendo, considerando le politiche ferree degli sviluppatori e le loro strategie di mercato, l’ obiettivo del guadagno, il monopolio da mantenere il più possibile eccetera, non è difficile intuire che il client originale non verrà sviluppato se il guadagno non solo sarà poco, considerando la diffusione ridotta del sistema operativo, ma verrà pure intralciato dal client alternativo e dalle politiche Open di Mozilla. Quindi, per la presunta colpa/opera di ConnectA2, Whatsapp potrebbe non esistere su Firefox Os. Il che è grave, perché ovviamente l’ assenza di un’ app cosi importante comporta l’ allontanamento di tutta quella clientela che, proprio come accade su Android e iOS, non accetta surrogati ma solo client originali.

(Qualcuno ha citato Microsoft Office?)

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La sorte di Firefox ci ha mostrato 2 cose:

  • La prima è la classica storia, di quando un determinato programma non viene rilasciato per tutte le piattaforme, condizionando la scelta dell’ utente finale che, per esigenze particolari o bassa volontà nel cercare alternative, finirà col snobbare alcuni sistemi operativi.
  • La seconda è la questione del software chiuso, che tende sempre a evitare le situazioni in cui il guadagno è poco e le politiche sono troppo rigide per avere dei benefici, arrivando al punto di mollare la piattaforma interessata.

Due situazioni che, prese singolarmente possono essere frustranti, ma prese insieme possono essere dannose per lo sviluppo di un’ intero sistema operativo. Il problema di app come whatsApp, infatti, si basa proprio sull’ importanza che esse hanno sul mercato, sul potere che sanno esercitare sui produttori di os, sulla loro estrema richiesta da parte del pubblico, insomma su tutto quello che c’è in ballo dietro al progetto e a tutto l’ambaradan di problemi e guerre di cervelli che riescono a creare in questi casi. Quindi capite ora, il problema che può generare questo Client su Android?


Ora, precisiamo.

Sicuramente in molti staranno pensando:

“Figuriamoci se una situazione del genere potrebbe accadere anche su Android, nel caso qualcuno riuscisse a importare un ConnectA2 o un Loqui IM sul PlayStore. Dopo un dominio cosi evidente di Android sul mercato Mobile sarebbe un suicidio per WhatsApp”

Ma ne siamo davvero certi?

Facciamo una fanta-riflessione su quello che potrebbe accadere nel caso, un giorno, WhatsApp sparisse dal PlayStore per questo motivo. Android è stabile sul mercato, ma i concorrenti si fanno sentire, dato che il vecchio iOS 8 può acquistare più consensi data la sua natura molto più “android friendly” grazie ad alcuni accorgimenti, il dubbioso Windows Phone conquista sempre più quote nel mercato low cost e medio, Blackberry nel suo piccolo disastro sta crescendo nei paesi emergenti, la fu Nokia ha sempre i suoi Asha e S40 e, non dimentichiamo, ci nuovi OS che stanno nascendo o crescendo, come Ubuntu Touch, Sailfish e Tizen, che in futuro abbracceranno sicuramente la causa di WhatsApp per attirare tutti i tipi di utenza possibili. Inoltre, Android si sta sempre più frammentando, creando sempre più Store diversi, tra cui quello di Amazon e Kobo, molto quotati in America, quelli cinesi collegati a MIUI e co, che sono molto richiesti in asia, lo store dei Nokia X, che nei paesi emergenti aumenta di quote, Samsung e simili che comunque prendono una piccola percentuale da chi è abituato a utilizzare i loro. Vi immaginate un futuro dove il Play Store perde quote di mercato per colpa di queste applicazioni, che possono abbandonare tutto a favore di altri OS o store alternativi?


Certo, sarà difficile che una cosa del genere possa accadere in particolare su Android, ma la storia insegna che bastano anche due giorni di assenza di WhatsApp dagli store per far sclerare tutto il mondo informatico, le aziende, i produttori, gli sviluppatori e gli utenti. Che bastano anche cinque minuti di blackout per mettere in crisi tutto e tutti. E che basta solo avere un client instabile o rumori di rinuncia, per perdere fiducia in sistemi operativi come Windows Phone o Blackberry.

Dunque siamo davvero sicuri di tutto ciò?
E ora, capite perché è pericoloso un client Alternativo di WhatsApp?


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