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Perché gli italiani continuano a votare Silvio Berlusconi

Creato il 10 novembre 2013 da Hodyjean

È ancora lì. Dato mille volte per finito, per eliminato, per sconfitto, Silvio Berlusconi è ancora una delle persone più potenti d’Italia. Il destino del nostro paese è legato indissolubilmente alla sua figura e ai suoi colpi di testa. E io, un giovane studente, nato nel 1994, non ho mai vissuto nient’altro che lui. Per me,e per tutti quelli della mia generazione, la politica è quella faccia lì, con tutte le sue follie e le sue incoerenze, con il sorriso stampato e le rughe cancellate da un lifting più o meno riuscito.

Eppure quell’uomo è votato, ogni singola volta che si presenta a una tornata elettorale, da tantissimi italiani.E allora sorge spontanea la domanda:perchè? Perchè così tanta gente vota, e continuerà a votare, un uomo che non è riuscito a mantenere le promesse elettorali, che ha gestito male il paese, che ha aumentato la spesa pubblica e che nei suoi governi ha fatto approvare davvero pochissime leggi utili al paese?

La risposta è probabilmente una sola: Silvio Berlusconi è un comunicatore abilissimo e le sue campagne elettorali sono di straordinaria efficacia. Le capacità dell’ex-premier,in questo ambito, sono molteplici. La prima, quella più evidente, è quella di creare nemici “invisibili”. Quante volte abbiamo sentito Berlusconi parlare di “pericolo comunista”? Tante, forse troppe, eppure la trovata funziona: l’ex premier, durante le campagne elettorali, crea una specie di storia del quale è indiscusso protagonista,e, come in ogni storia di successo, è necessario che il protagonista abbia dei nemici. E i nemici sono i “comunisti” che si oppongono all’Italia per bene e liberale che Silvio vorrebbe rappresentare, sono il male assoluto che paralizza il Paese. Il fatto che i”comunisti” dopo la sua discesa in campo non siano mai esistiti, e che anzi il partito di sinistra sia spesso stato colluso con le sue manovre, non è un problema,dato che Berlusconi opera tramite una semplice modalità, la polarizzazione, che non a nulla a che fare con l’ambito della ragione umana. Il discorso diviene quasi antropologico, ma fondamentale: è impossibile negare che l’uomo non sia formato solo da una parte razionale, ma anche da una che opera secondo istinto, una componente irrazionale che proviene dall’origine animale propria dell’essere umano. Su questa parte irrazionale si fonda la strategia di Berlusconi: tramite le sue tecniche comunicative crea le due fazioni opposte di chi è a suo favore, sempre e comunque, e di chi è contro di lui, sempre e comunque. I vantaggi di questa tecnica, definita appunto polarizzazione, sono diversi e importanti. Eccoli:

1) è la premessa per la polarizzazione: S.B. deve sempre,in ogni occasione, essere al centro della scena. E la modalità più efficace per farlo è quella di dire frasi ad effetto, sopra le righe, frasi divisive, polarizzanti. Dire ad esempio che Mussolini ha fatto anche delle cose buone, e dirlo nel giorno della memoria, è un fatto che ha una primaria conseguenza,cioè il risalto che verrà dato alla notizia, che sarà amplissimo. Ogni giornale titolerà su di lui e Berlusconi ne trarrà un grandissimo vantaggio in termini di pubblicità,negativa o positiva che sia.

2) prendiamo sempre la frase su Mussolini come esempio: chi sostiene Berlusconi non smette certo di sostenerlo perchè ha detto quella frase, anzi attaccherà con forza chi si scaglierà contro l’ex premier. Il perchè di questo atteggiamento è presto detto: la serie di frasi ad effetto, di atteggiamenti discutibili, di comportamenti scherzosi di Berlusconi, di cui parlavo al punto 1, ha creato nell’immaginario di chi lo sostiene,ed è questo il vantaggio primario della polarizzazione, l’idea che chiunque attacchi S.B. (e S.B. viene attaccato molto spesso a causa appunto delle sue continue uscite, che sono pensate per essere divisive) è una persona che attacca a prescindere, che esagera sulle accuse, che “sta dall’altra parte”.Ecco chi sono davvero i “comunisti”: persone che attaccano Berlusconi per le sue uscite discutibili, e non avversari politici che impediscono a B. di lavorare. Il ragionamento dei sostenitori di berlusconi è totalmente “irrazionale”: non viene presa in considerazione la ragione dell’attacco, ma si pensa che Berlusconi sia stato attaccato solo perchè si chiama Silvio Berlusconi, e non perchè abbia detto o fatto delle cose false o sbagliate.

3) come si vede dal punto 2 è necessario che, perchè la strategia comunicativa di Berlusconi funzioni, qualcuno lo attacchi ogni volta che lui si metta in mostra con le frasi già più volte descritte. Questo è un punto fondamentale: per Berlusconi sono necessari i cosiddetti anti-berlusconiani. Sono parte integrante della sua strategia comunicativa, sono per lui fondamentali. Le sferzate che l’ex-premier subisce sono infatti molteplici e spesso connotate da parzialità: prendendo sempre come esempio la frase su Mussolini, la stra-grande maggioranza dei giornalisti che attacca S.B. non ammetterà mai che, per quanto discutibile e scandalosa, quella frase è vera. Sicuramente Mussolini ha fatto anche delle cose buone. Certo il contesto per dire la frase non è quello adatto, ma è proprio Berlusconi a volerla affermare in quel contesto, ben conscio della pubblicità che ne riceverà. Quello della parzialità dei giornalisti è un altro degli effetti della polarizzazione:  essi fanno parte della fazione opposta a Berlusconi e spesso non riescono a discernere qual è la realtà effettiva, attaccando l’ex-premier solo perchè ha detto qualcosa di contestabile. Questi giornalisti fanno il gioco di S.B., dato che rafforzano i suoi sostenitori. Chi è nella fazione “a favore” dell’ex-premier infatti avrà confermato quello che il loro leader sostiene da tempo, ovvero che esiste una parte di Paese a lui contrario a prescindere da quello che dica (omettendo però ovviamente che quello che dice è per natura divisivo). E ovviamente la principale delle conseguenze delle critiche degli anti-berlusconiani è quella, già espressa, della continua pubblicità, che non fa altro che rafforzare Berlusconi.

Gli esiti di questa strategia di B. sono devastanti. Il Paese è costretto a un continuo referendum su di lui: o pro o contro. Ma l’effetto primario è quello che si parla sempre e solo di Berlusconi. Tutte le dichiarazioni dei suoi avversari politici saranno volte a rispondere alle sue, il centro di ogni ragionamento politico sarà Silvio Berlusconi.

Forse però una strategia per bloccare il diabolico meccanismo berlusconiano c’è. Ed è piuttosto sempice: basterebbe parlare di quello che Berlusconi ha fatto in politica, ovvero niente. I governi di Berlusconi non sono stati piccoli, sono stati minuscoli. Nessuna misura è stata approvata, dal punto di vista economico è stato fatto il nulla totale. Due buone leggi ha fatto il nostro: patente a punti e divieto di fumo in locali pubblici. Basta. Niente tagli di spesa,niente tagli di tasse, niente privatizzazioni, niente politiche liberali. Dal punto di vista politico Silvio Berlusconi è inesistente, bloccato dalle diverse anime del suo partito, che hanno preferito non fare nulla piuttosto che osare a cambiare qualcosa.

Ecco quindi di cosa bisogna parlare se si vuole sconfiggerlo, di politica. Perchè inseguirlo su ogni frase che pronuncia, per quanto discutibile che sia, non è altro che fargli un favore, scadere nel suo campo, nutrirlo affinchè possa rifarlo la settimana dopo, perchè si parli sempre di lui e si creino fazioni contrapposte tra chi lo sostiene e chi gli è contro. E non ce ne libereremo mai.

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