E' strano che in un mondo iper tecnologico come la Formula 1 venga usato, per identificare un particolare aerodinamico, il termine monkey seat.
Non c'è una ragione particolare per questa cosa. Il termine deriva senza dubbio dagli anglosassoni che hanno definito come monkey seat questo tipo di ala.
Simpatica anche il saparietto realizzato nella stagione 2010 dalla Lotus (adesso Caterham) che ha collocato due scimmie abbracciate sull'ala.
Tecnicamente il termine esatto di questo particolare è ala Y75 e si tratta di una piccola ala collocata nella zona posteriore della vettura nei 200 mm centrali ed ha la funzionalità di aggiungere qualche kg di spinta verticale (deportanza).
Red Bull RB9 |
Grazie a questa soluzione gli ingegneri riescono a spostare verso l'alto il flusso d'aria (up-wash,) che investe il monkey seat, compresi i gas di scarico in uscita dal terminale. In questo modo viene massimizzare la deportanza creata dall'ala posteriore in quanto si cerca di accelerare il flusso d'aria nel dorso della'ala posteriore e viene migliorata l'estrazione d'aria dal diffusore.
E' una soluzione molto sofisticata che da grossi vantaggi soprattutto in circuiti lenti come Montecarlo in cui il carico verticale e la trazione sono fondamentali per essere veloci.